SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quando e dove sei nato?
Sono nato a Montevideo il 4 gennaio del 1981.
Com’è iniziata la tua carriera da calciatore?
Ho iniziato nelle giovanili del Nacional Montevideo dove ho militato dal 1995 al 2000; poi l’anno dopo ho disputato il campionato di serie A con la prima squadra. Nel 2002 ho giocato nel Plaza Colon e infine nel Montevideo Wanderes. Nella serie A del mio paese ho disputato in tre anni quasi 70 presenze, inoltre sono stato selezionato da tutte le nazionali giovanili: Under 15,17e 20, disputando anche, in Ecuador nel 2001, il campionato sudamericano under 20.
Come mai sei venuto in Italia?
Sono venuto ad allenarmi con il Team Estate, poi sono andato a Pescara in prova ed infine sono approdato a San Benedetto.
Sei venuto in Italia solo o accompagnato?
Con la mia ragazza Marina, con la quale sono fidanzato da ben otto anni. In Uruguay ci sono i miei genitori, mia sorella di 21 anni e mio fratello di 29.
Cosa ci puoi dire del tuo periodo a Pescara?
Non è andata molto bene perché dopo un solo allenamento mi sono infortunato gravemente, ho riportato uno strappo, che mi ha costretto ad abbandonare dopo nemmeno una settimana.
Cosa hai provato in quel momento?
Ero molto deluso e triste, ma ho cercato di rimanere il più possibile tranquillo, anche se i pensieri negativi nella mia testa erano molti.
Poi sei venuto a San Benedetto.
Sono arrivato assieme Amodio e Bogliacino, ed in quel momento ero felicissimo perché avevo un’altra opportunità per mettermi in mostra.
Com’è stato l’impatto con San Benedetto e con i tifosi?
Tutto bellissimo! Il giorno della presentazione allo stadio ha provato una grande emozione nel vedere un pubblico così caloroso e attaccato alle sorti della squadra. La città l’ho trovata molto bella, mi piace come si vive e il mio ambientamento è stato quasi naturale.
Qual è la tua posizione contrattuale?
Il mio contratto scade il 30 giugno del 2005. Spero di rimanere a giocare in Italia e principalmente a San Benedetto, se è possibile.
Qual è il ruolo che preferisci?
Mi trovo molto bene in un centrocampo a quattro dove io ricopro il ruolo di uno dei due centrali. In ogni modo ho giocato spesso anche da terzino destro.
Dopo il brutto infortunio e il tuo esordio in campionato, qual è attualmente la tua condizione fisica?
Sto molto meglio. Il ritorno in campo mi ha dato molto morale e mi spinge ad allenarmi ancora di più. L’unica cosa è che mi manca è il ritmo partita.
Sogni giustamente una maglia da titolare…
Sarebbe il massimo poter giocare dall’inizio e dare tutto in campo per ripagare questi magnifici tifosi. Io mi alleno e lavoro sempre, durante tutta la settimana, per far parte dell’undici titolare. Siamo in tanti e il mister fa le sue scelte in piena libertà e per me quello che decide va bene. Il mio compito è di farmi trovare sempre pronto. Non sono il tipo che fa polemiche se non gioca, quello che conta non è il singolo, ma la squadra.
Come valuti la stagione della Samb fin ad ora?
Positivamente. Occupiamo una buona posizione di classifica. Il nostro obiettivo principale è la salvezza, anche se nessuna squadra ci ha messo realmente in difficoltà sotto il profilo del gioco. Siamo una squadra che può vincere o perdere con tutti, dobbiamo cercare di rimanere sempre concentrati.
Con gli altri ragazzi della Samb come ti trovi e con chi hai legato maggiormente?
Quello della Samb è proprio un bel gruppo, siamo tutti molto giovani ed è facile andare d’accordo. Stiamo sempre insieme sia a pranzo che a cena, e questa è una cosa molto importante per creare un rapporto più profondo che va di là dal campo da gioco. Mi trovo bene, ma sono maggiormente legato ad Amodio e a Bogliancino, e poi a Spadavechia.
Quali studi hai fatto e sei non avessi giocato a calcio cosa c’era nel tuo futuro?
Io ho studiato Ingegneria nel mio paese, arrivando fino al sesto anno, penso proprio che quello sarebbe stato il mio futuro, perché mi appassiona molto il settore tecnico.
Sei cattolico?
Si, molto, è una parte della mia vita molto importante; il pregare, l’essere praticante della fede, mi dà forza e grinta per andare avanti ogni giorno per superare i periodi più difficili e per non demoralizzarmi mai.
I tuoi pregi e i tuoi difetti?
Io lascio sempre che siano gli altri a giudicarmi, comunque di difetti penso di averne molti, non riesco a trovarne uno in particolare, per quanto riguarda i pregi, penso che la mia forza sia la costanza che metto in tutte le cose che intraprendo.
Un tuo sogno nel cassetto?
Per quanto riguarda il calcio è quello di fare una bella carriera, andando a giocare più in alto possibile, magari nella Samb. Nella vita, invece è quello di essere sempre una bella persona, e di mettere su famiglia con molti figli.
Un’ultima domanda, German, è appena passato il Carnevale, come lo si vive in Uruguay?
Il carnevale è molto sentito nel mio paese, ci sono i carri, ci sono le scuole che si sfidano. Fatte le debite proporzioni, sembra di essere quasi in Brasile, per come si festeggia. Ho visto che anche qui a San Benedetto ci sono i carri e ci sono molte maschere e ciò mi ha fatto sentire quasi a casa mia.