PESARO – Nella domenica di carnevale la Samb ritrova se stessa e lo fa nella giornata forse più difficile. Il derby del Benelli è infatti un match da vincere a tutti i costi anche per i padroni di casa i quali invece – oltre alle carenze di natura qualitativa e quantitativa – lasceranno a desiderare soprattutto dal punto di vista caratteriale.
I tifosi vissini all’inizio suonano la carica – “Sveglia!�? recitava un eloquente striscione apparso nel settore Prato, quello solitamente occupato dagli ultras locali – ma Ginestra e compagni mostrano di non aver ricevuto l’incipit: nemmeno un tiro in porta degno di chiamarsi tale nell’intero arco della partita, il predominio territoriale lasciato agli ospiti ed una rassegnazione che in determinati frangenti fa pensare che questa squadra non abbia la piena convinzione di centrare l’obiettivo play out, staccandosi dall’attuale ultima poltrona in graduatoria. Mister Piccioni dopo il 90° rilascerà parole di fuoco dichiarando di vergognarsi della prova offerta dai suoi, i quali dopo le docce sfuggono a taccuini e microfoni partendo per l’immediato ritiro “punitivo�? di Bellaria, indetto dalla società.
Venendo alle questioni di casa nostra, l’allenatore rossoblù Davide Ballardini pur dovendo fare a meno di diverse pedine – Spadavecchia, Cornali, Cigarini, Alberti, Pompei, Martini; in campo invece gli acciaccati Tedoldi e Zanetti – ha saputo trasmettere ai suoi la cattiveria agonistica dei tempi migliori, sorretti da un Leon in formato super e da un Bogliacino che nonostante una condizione fisica non proprio perfetta, ha disputato una buona gara. Samb sudamericana dunque, ma “napoletana�? nello spirito: il rientro dal primo minuto di De Rosa coincide infatti con il ripristino di un centrocampo all’altezza che nasconde letteralmente la palla ai dirimpettai pesaresi, rubando palloni preziosi poi giocati magistralmente dagli avanti rivieraschi. Ed è lo spirito col quale i rossoblù scendono in campo a incanalare l’incontro in una certa direzione: nel primo tempo contiamo ben dodici calci d’angolo a favore di Colonnello e soci, con la Vis che riesce a farsi vedere dalle parti di Mancini – pomeriggio di assoluta tranquillità per l’estremo difensore di Matera – solo con una palla lanciata in avanti per Parente (l’ex Ancona è stato l’unico a tentare di impensierire la retroguardia rossoblù), finito in fuorigioco.
Poca cosa questa Vis, è vero – Piccioni giura in un’involuzione dei suoi rispetto alle recenti uscite – ma è una Samb più convinta e battagliera dopo gli ultimi magri bottini quella che i padroni di casa si trovano di fronte. Tedoldi ritorna ad agire sulla corsia di sinistra denotando una discreta intesa con l’onnipresente Leon – l’honduregno si sdoppia tra centrocampo e attacco, “triplicandosi�? in una circostanza, quando sul finire della prima frazione di gioco sventa il possibile tiro di Gabrielli pericolosamente posizionato nel cuore dell’area di rigore rossoblù – De Rosa corre e sbuffa in mezzo, Bogliacino dà una mano al già citato Leon e all’ex Foggia Da Silva – positivo il suo esordio – vale a dire il terminale ospite più avanzato.
Mai in partita la Vis che fa debuttare Cinetto in difesa – Piccioni cambia il consueto modulo tattico sperimentando una retroguardia con tre uomini (insieme all’ex Cittadella il duo Serafini-Balleello) – avanzando a centrocampo Gabrielli e Caselli, dove figura l’altro “deb�? Vito Lasalandra, e schierando l’inedito tandem d’attacco Parente-Gaeta. Non c’è Di Domenico, il quale non recupera dall’infortunio.
Il tecnico sambenedettese dopo il gol che sblocca il risultato – una splendida serpentina in area di rigore di Leon il cui fendente va a “morire�? sull’angolino alla destra di Ginestra – corre ai ripari rivedendo le sue mosse iniziali: fuori Cinetto e dentro Mazzoli per ritornare quindi ad una difesa a quattro. Stessa sorte toccherà a Lasalandra, rimasto negli spogliatoi durante l’intervallo e sostituito dall’attaccante ex Triestina Longobardi.
Non cambia nulla, anzi la Samb approfitta della dormita generale della retroguardia vissina e mette al sicuro il risultato segnando la rete del 2-0 (51’), grazie ad un bel tiro di Leon che dentro l’area piccola indovina la traiettoria giusta. Palla sul “sette�? alla destra di Ginestra e derby in archivio.
Unico episodio degno di nota di lì alla fine – oltre a due ghiotte possibilità gettate alle ortiche dal paraguaiano Da Silva che si trova a tu per tu con l’estremo difensore locale, ma non ne approfitta – il gesto di stizza di Leon che al momento della sostituzione (60’) palesa tutto il suo disappunto nei confronti di mister Ballardini. Caso comunque rientrato sul nascere visto che negli spogliatoi i due si chiariranno e a taccuini e microfoni dichiarano che l’episodio è scaturito dalla rabbia del giocatore nei confronti dell’arbitro, il quale gli aveva promesso di cacciarlo (Leon era già stato ammonito al momento del primo gol, a causa dell’eccessiva esultanza cui si era lasciato andare).
La Samb ritrova i tre punti dopo un mese esatto di astinenza (6 gennaio scorso, Samb-Padova 3-1), ma soprattutto centra l’exploit corsaro – vendicata la sconfitta dell’andata – che mancava dal lontano 3 ottobre 2004, guarda caso in occasione di un altro derby, quello contro la Fermana. Spezzata la serie negativa del girone di andata – appena un punto in quattro partite – a fronte di una classifica ora molto più incoraggiante…in chiave salvezza, naturalmente (vero Mastellarini?): i rossoblù si insediano in sesta posizione in compagnia del Teramo, caduto sul campo del Benevento.
ARBITRO. Il signor Marco Giglioni di Siena dirige bene una gara comunque non molto cattiva e che nel corso dei 90 minuti non ha presentato azioni o episodi particolarmente difficili da interpretare. Infine una curiosità: il fischietto toscano si conferma il portafortuna degli uomini di Ballardini: tre incontri diretti nell’attuale torneo, altrettante vittorie rossoblù (la gara odierna in aggiunta a Samb-Teramo 2-0 e Samb-Padova 3-1)