GROTTAMMARE – E’ partito questa mattina, sabato 29 gennaio, un container di macchine e piccola utensileria da falegnameria per impiantare a Itiuba (Brasile) un laboratorio artigianale di manufatti in legno. Il materiale arriverà intorno alla metà di febbraio, tempo in cui il villaggio brasiliano verrà raggiunto da una nuova delegazione di artigiani grottammaresi, nell’ambito della seconda edizione del “Progetto Rondine�?.
Il materiale spedito in Brasile proviene dallo smantellamento dell’ex opificio Cardarelli, impianto industriale che si trova a nord del centro cittadino (e perno di un ampio progetto di riqualificazione che investirà prossimamente quella zona della città). Le attrezzature sono state imballate in 26 colli, per un totale di 8665,2 kilogrammi di peso e un valore di 4.159 euro, e consistono principalmente in: seghe a nastro e circolari, perforatrici, frese e relativa utensileria, morsetti per legno e chiodi in varie misure, pialle e carteggiatrici.
Con il container è partita anche la lettera del sindaco Luigi Merli alla Caritasi di Salvador-Bahia, nella quale viene sintetizzato per fasi il progetto di cooperazione e amicizia tra Grottammare e Itiuba. Dieci anni di contatti che, finora, hanno condotto a:
– realizzazione di un edificio scolastico per i più giovani (Progetto Scuola);
– realizzazione di otto pozzi per estrarre acqua potabile (Progetto Acqua);
– realizzazione di due laboratori di avviamento al lavoro artigianale di falegnameria e sartoria (Progetto Lavoro);
– iniziative di tutoraggio sul posto da parte di anziani pensionati grottammaresi per insegnare i mestieri e guidare i giovani nelle prime esperienze lavorative (Progetto Rondine).
Nelle varie fasi dei progetti hanno contribuito, a vario titolo, anche la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno.
“Altro progetto che ha iniziato il proprio iter è quello della costruzione di un capannone industriale per la trasformazione/lavorazione della frutta�?, scrive Merli nella lettera di accompagnamento, sottolineando in questo modo la vittoria della cooperazione sulla siccità: l’incubo che aveva immobilizzato tutte le attività di quel territorio del Brasile, piegando alla miseria e all’estrema precarietà le condizioni di vita dei 45000 abitanti di Itiuba. Fu questa la molla che avviò, nel 1995, il programma di cooperazione “Pro Itiuba�?, in collaborazione con l’associazione missionaria “Croce del Sud�?, e che condusse, nel 1999, al completamento del primo pozzo di acqua potabile.