In questi giorni, complice il risultato di Nichi Vendola in Puglia, si fa un gran parlare di elezioni primarie. Spesso a sproposito, spesso in maniera stucchevole, concentrandosi più sulle regole (che andranno decise) che sul merito.
Si tratta ad ogni modo di un’esperienza che qualcuno propone anche per il centro-destra (ad esempio ne farà una il dee-jay Pierluigi Diaco su Radio24, a titolo sperimentale). Quello che ci preme sottolineare è come, nella nostra “Riviera delle Palme e dei Sogni?, ci piacerebbe che tutti gli schieramenti sambenedettesi (Destra, Sinistra, Centro, Sopra e Sotto!) in vista dei prossimi importantissimi appuntamenti elettorali del 2006 (Sindaco e Parlamento), accettassero questo metodo.
Un metodo che imporrebbe la selezione alla fonte della classe dirigente, una piena trasparenza dei candidati e dei metodi adoperati, senza che dietro il loro nome si possa paventare che siano candidati ombra di poteri forti della città e dell’hinterland (e quindi azzittendo le chiacchiere e le maldicenze…), o, peggio ancora, che siano scelti a Roma o ad Ancona, nel completo disinteresse degli abitanti della Riviera.
Sarebbe un metodo che consentirebbe ai cittadini di votare senza “turarsi il naso? (che ci perdoni l’abuso di questa espressione, il caro Indro Montanelli). Perché, al di là dello spessore delle persone, crediamo che non sia molto democratico scegliere un sindaco o un parlamentare, espressione di cinquanta o duecentomila cittadini, chiudendo dentro una stanza i tre o quattro rappresentanti di partiti che, attualmente, non possono che contare su qualche centinaio di iscritti.
Ci piacerebbe ottenere delle risposte, avviare un piccolo dibattito locale, ben sapendo che stiamo parlando di una “Riviera dei Sogni?.
Ma per una volta ci piace essere un po’ populisti…
(A cura di Pier Paolo Flammini)
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