SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La maggioranza non riesce a far ‘camminare’ l’iter del nuovo Prg. Si parla anche di uno sperpero di 300mila euro per l’incarico. Qual è il suo parere?
Lo spessore politico di una coalizione si misura sull’atto amministrativo fondamentale per lo sviluppo di un territorio ossia il Piano Regolatore. L’elaborazione e l’adozione di un Piano è un’operazione complessa anche per Amministrazioni più mature e disciplinate della nostra. Ascoli, ad esempio, non è riuscita ancora ad adottare il nuovo PRG e sono trascorsi 8 anni da quando l’incarico è stato assegnato al prof. Pier Luigi Cervellati: costo complessivo 2 miliardi di vecchie lire. Fermo ha speso la stessa cifra ed ha impiegato 6 anni per l’adozione. Il costo per la redazione del nostro Piano, circa 600 milioni, è poco più di quanto ha speso il Comune di Grottammare per affidare l’incarico ad un progettista locale!
Le opposizioni vi rimproverano d’aver abbandonato i Prusst per impantanarvi nel tentativo di un nuovo PRG
Questa non è una posizione comune a tutta l’opposizione, perché le menti più illuminate hanno già fatto autocritica nel tentativo scellerato di voler consegnare la pianificazione del nostro territorio ad alcuni privati. Del resto anche la nuova Giunta Provinciale ha un indirizzo completamente diverso, come ha evidenziato nella recente bocciatura degli accordi di programma del comune di Ascoli perché non inquadrati in una logica di Piano. Comunque, non è vero che ci siamo impantanati poiché i progettisti hanno dichiarato che la proposta di Piano è pronta ed il Sindaco s’è impegnato ad aprire un confronto, dopo le festività, tra tutte le forze politiche consiliari in Commissione Urbanistica.
E’ sicuro che troverete in Consiglio la maggioranza per l’adozione del Piano, visto che non siete riusciti neanche a mettervi d’accordo per la variante al Regolamento Edilizio che prevedeva l’abolizione della vecchia commissione per semplificare l’iter delle pratiche?
Certo, questo è un brutto segnale, ma ha fatto bene il Sindaco a portare alla luce del sole le responsabilità e credo che voglia adottare lo stesso metodo di trasparenza anche per il Prg. I cittadini devono poter valutare l’operato dei propri rappresentanti.
E se l’esito fosse negativo?
Sarebbe la certificazione ufficiale del fallimento di questa Amministrazione che si è caratterizzata rispetto alla città soltanto con questo punto programmatico distintivo: un nuovo Piano Regolatore di tutti e per tutti.
Negli ultimi tempi si parla molto della cosiddetta variante di blocco o variante normativa che ha creato molto allarmismo tra i tecnici locali ma anche in alcune frange della maggioranza.
Si tratta di un artificio deliberativo necessario per salvaguardare le lime strategiche del nuovo Piano, utilizzato anche dal Comune di Grottammare. Una coalizione politica con la dovuta maturità amministrativa non avrebbe bisogno di questi espedienti. Assegnati i criteri ai progettisti, il Piano dovrebbe essere adottato dopo un paio di passaggi in Commissione. Quindi l’attivazione delle norme di salvaguardia eviterebbe la cosiddetta variante normativa. La fase legittima della partecipazione è prevista dalla normativa vigente dopo l’adozione, con lo strumento delle osservazioni che possono modificare l’elaborato di Piano. Il problema è che in nome di una distorta interpretazione della democrazia non si richiede alcun requisito per amministrare una collettività mentre per amministrare un condomino ci vuole un patentino!
Lei è stato chiamato in causa dal consigliere Gaspari per le scelte del Prg vigente nelle zone sotto la collina della Croce
Voglio cancellare, una volta per tutte, certe malevole insinuazioni. Riporto testualmente il contenuto del certificato di destinazione urbanistica su quelle aree rilasciato dall’Ufficio: “Secondo le previsioni del PRG approvato con D.P.G.R.Marche n.2326 del 6/6/74 l’area ricade parte in zona destinata a sede stradale e parte in zona d’espansione C1; secondo le previsioni della Variante Generale al PRG per i servizi pubblici di quartiere, approvata con D.P.G.R. Marche n.19577 del 26//9/79 e successivamente annullata dal Consiglio di Stato n.4885 sez.IV del 20/11/84, si riconferma parte a sede stradale e parte in zona d’espansione C1; secondo le previsioni della Variante Generale al PRG adottato con delibera consiliare n. 176 del 1/3/82, parte in zona destinata a sede stradale e parte in zona residenziale di completamento B2�?. Sono stato eletto consigliere comunale nel 1983, come potevo influenzare le destinazioni di queste zone?
Alcuni presidenti di quartiere da noi intervistati lamentano la non funzionalità dei comitati e il disinteresse del Sindaco. Cosa ne pensa?
Una città di 46mila abitanti come S.Benedetto non può essere spezzettata in 15 quartieri con 15 sedi e 15 politiche territoriali, è un’assurdità amministrativa. Il Pri ha sempre sostenuto che la nostra città può essere raccordata con 4 o 5 circoscrizioni funzionanti con le regole che la legge assegna a questi organi di governo.