Intervista del 20 ottobre 2004 a Umberto Ventura
Questa settimana, nel nostro cammino di conoscenza dei nuovi dirigenti della Samb Calcio, abbiamo voluto ascoltare Umberto Ventura, attuale presidente del settore giovanile rossoblù. Riascoltare il nome di Ventura associato alla Sambenedettese, per molti tifosi, deve essere stata un’ulteriore certificazione della bontà del progetto Mastellarini, e, per quelli che adesso cominciano ad avere i capelli un po’ bianchi, deve aver riportato i ricordi di venticinque anni fa, quando Ventura, prima con Caioni e poi con Zoboletti, svolgeva nella Samb il ruolo di addetto stampa.
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Signor Ventura, come è avvenuto il suo coinvolgimento nella nuova compagine societaria? “È stato tutto abbastanza improvviso, anche perché l’evolversi delle cose nella compravendita della Samb è stato rapido. Sono stato contattato da una persona a cui non potevo dire di no, ovvero il Giudice Aldo Manfredi dal quale sono unito da una profonda amicizia. Io ho immediatamente accettato di dare il mio contributo nel limite delle mie possibilità, tenendo presente che da una decina di anni sono impegnato con la Riviera Samb Volley.�?
Qual è stata la situazione che ha trovato riguardo il settore giovanile?
“Era un deserto! Fortunatamente ho avuto l’immediata disponibilità di persone serie come Paolo Beni, Tiziano Manfrin, Daniele Catto, Gigi Voltattorni, Luigi Zaini e Alessandro Alesiani, oltre che Maurizio Simonato e Franco Catto per quel che riguarda la scuola calcio. I primi risultati sono confortanti, e da parte nostra c’è la convinzione che la Samb, per tornare ad essere quella degli anni ruggenti, deve ricostruire un proprio patrimonio di calciatori indigeni.�?
Quale sarà il rapporto tra la Samb e le squadre giovanili?
“Sicuramente cercheremo di creare, con le squadre dell’hinterland sambenedettese, un idoneo rapporto collaborativo. Non ne possiamo fare a meno.�?
Ci sono delle novità in proposito?
“Abbiamo pensato di affiancare ad ogni allenatore anche una persona di riferimento della società, perché quando si ha a che fare con dei ragazzini che attraversano un momento così delicato dell’esistenza, un solo allenatore può non bastare. Ho quindi individuato tre persone serie che ci daranno un aiuto importante: Alceo Galiè, il quale avrà il ruolo di vicepresidente del settore giovanile, che è una persona equilibrata e competente e in ottimi rapporti con Beni e Manfrin; l’avvocato William Taffoni, mio carissimo amico anche nel settore della pallavolo, e Nicola Filesi, giovane in gamba. Con loro stiamo portando avanti delle iniziative che potrebbero migliorare di gran lunga il settore giovanile. Ad esempio, per tutti i nostri ragazzi e i loro familiari abbiamo fatto una tessera che consente di avere una particolare scontistica in una serie di negozi aderenti.�?
Che impressione le ha fatto il nuovo presidente della Samb, Umberto Mastellarini?
“L’ho conosciuto personalmente il giorno della presentazione ufficiale della Samb. Ma ne avevo sentito parlare, in precedenza, da alcuni miei amici di Giulianova che me lo avevano descritto come una persona seria. Non ho avuto modo di conoscerlo approfonditamente ma posso dire che si tratta di un uomo competente nel mondo dello sport. Devo comunque ribadire che se al posto di Mastellarini ci fosse stata un’altra persona, probabilmente non sarei tornato nella Samb.�?
Veniamo all’attualità: si aspettava che la Samb avesse nove punti in sei partite?
“Forse in questo inizio siamo andati oltre le nostre aspettative. È stato un peccato perdere in casa con la Vis, dopo essere rimasti in dieci per una gara intera e aver preso un gol all’ultimo secondo. Con un po’ di fortuna potevamo rimanere imbattuti. Ma se un mese fa ci avessero detto che a questo punto ci saremmo trovati in questa situazione, avrei firmato trenta volte! Ricordiamo che la squadra è stata costruita in pochissimo tempo – forse pensata prima, ma un conto è pensare e un altro è fare.�?
Come le sembrano i rapporti tra tifosi e società?
“Voglio fare un plauso alla nostra tifoseria, che si è dimostrata veramente matura: sono rimasto piacevolmente sorpreso dal calore espresso in occasione della presentazione ufficiale della nuova società, e questo affetto mi ha dato una spinta ulteriore a dare una mano alla Samb. Questi stimoli sono importanti: se la tifoseria non ti è vicina, persone della mia età potrebbero desistere dall’interessarsi alla Samb.�?
Lei è stato addetto stampa della Samb dal 1977 al 1983. Quali sono i ricordi più vivi di quel periodo?
“Sono tantissimi, difficile elencarli tutti! Ma come dimenticare Lazio-Samb 1-1, con gol di testa di Perrotta dopo un’azione di Minuti che aveva colpito la traversa, appena entrato. Un tifoso laziale, in tribuna, quanto vide entrare Minuti, urlò: ‘Sonetti, che fai entrare tuo nipote?’ E invece…Inoltre, per me, milanista, fu un onore pareggiare a Milano 2-2 e ricevere i complimenti di un dirigente milanista, che a fine partita mi chiese: ‘A San Benedetto avete quaranta mila abitanti, come fate a stare in Serie B?’ Altro momento importante fu, in occasione di Lazio-Samb, la visita che tutti noi, squadra e dirigenti, facemmo al Santo Padre. Ma ricordo anche che molti anni prima di diventare dirigente della Samb, forse negli Anni Cinquanta, io e un mio amico avemmo l’incoscienza di recarci a Foggia per veder giocare la Samb a bordo di una Lambretta. Quando arrivammo in Puglia, cominciò a piovere a dirotto e prendemmo tantissima acqua!�?
Quali sono le differenze tra la Samb degli anni Settanta e quella attuale?
“Il mondo è cambiato, ed è cambiata anche la Samb. A quel tempo tutto era più semplice e umano. Lo dico sempre: noi vivevamo di famiglia, lavoro, amici e Samb. Non c’era altro.�?