*Ho appreso dalla stampa locale, che sarei stato espulso, dal sindaco Martinelli, dalla maggioranza per aver espresso il mio dissenso, abbandonando l’aula consiliare e conseguentemente facendo mancare il numero legale per il regolare svolgimento del consiglio comunale.
Vorrei ricordare che la maggioranza è composta da diciannove consiglieri più il sindaco e che quindi il mio abbandono è stato la conseguenza di altre assenze.
Inoltre vorrei precisare che la maggioranza può definirsi tale solo quando le decisioni sono concordate attraverso riunioni o pre-consigli comunali; diversamente, i consiglieri si sentono automaticamente esclusi dalla coalizione e le uniche possibilità istituzionali a loro disposizione sono: la manifestazione di un voto contrario nel corso del consiglio comunale, la non presentazione allo stesso o l’abbandono dell’aula durante il suo svolgimento.
Quindi penso di non aver commesso alcun reato di lesa maestà se ho dimostrato il mio malessere usando una delle poche armi a mia disposizione, abbandonando così l’aula.
Per quanto concerne la reazione emotiva del sindaco, vorrei aggiungere che questi atteggiamenti non sono una novità: egli è abituato a denigrare i partiti, che con il loro appoggio hanno consentito la sua elezione; disprezzare i consiglieri comunali che si permettono di pensarla diversamente da lui, revocare gli assessori per continuare a sedere sulla poltrona più alta della sala consiliare, facendo perdere agli “sfortunati che hanno avuto fiducia in lui�? anche la carica di consigliere comunale ottenuta dal voto popolare e cancellata da questo “gerarchetto di periferia�?che non si rende conto che la persona del sindaco, in democrazia, non può sostituirsi al popolo.
Oggi il sindaco si permette, per la seconda volta, di cacciare dalla maggioranza il consigliere che rivendica il suo diritto-dovere di conoscere preventivamente gli atti, di approvarli se li ritiene legittimi e nell’interesse dell’intera comunità sambenedettese tese e di dissociarsi se non ravvisi i suddetti presupposti anche con l’abbandono dell’aula, senza sentirsi un traditore, anzi facendo solo il suo dovere nel rispetto del mandato ricevuto dall’elettorato.
Io sono stato eletto dal popolo nella coalizione della Casa delle Libertà, ho condiviso i valori ed il programma della suddetta coalizione ed intendo essere coerente con la mia scelta; il sindaco non può permettersi di usare certi toni (“mi vergogno�?, “va bene per la politica di cinquanta anni fa�?’, “dovrei stare lontano dalla politica�?).
Anzi il nostro “amato�? sindaco, si deve vergognare di se stesso, che per quasi quattro anni non è riuscito a capire che il suo è un ruolo amministrativo e che per svolgerlo ha bisogno del consenso del consiglio comunale ed in particolare dei consiglieri che compongono la maggioranza.
Il Signor Sindaco deve rispettare il programma amministrativo ed essere affidabile, e non giudicare poco raccomandabile il sottoscritto, senza il cui voto non sarebbe stata approvata la variante di un appezzamento di terreno sito in Zona Ragnola, per la costruzione della “Casa di Cura Stella Mais�?, tanto cara a questo novello censore perché direttamente interessato; quindi l’unico a trarre vantaggi o da quest’amministrazione è proprio lui stesso.
Tutte le volte che mi sono presentato all’esame dell’elettorato sono stato sempre premiato risultando tra i primi eletti e questo è avvenuto per decenni.
Mi feci convincere ad entrare nella lista civica “Martinelli�? e, nonostante un’assenza di quasi dieci anni dalla scena politica sambenedettese, sono stato rieletto.
Il nostro amato sindaco da pecorella iniziale si è trasformato in “lupo mannaro�?, fautore della politica “dell’usa e getta�?. Ha utilizzato noi candidati di quella lista civica, mai riunitasi, come portatori di voti funzionali alla sua elezione e subito dopo la stessa, si è permesso di dichiarare che quella lista doveva ritenersi sciolta, dimostrando così, già da allora, di essere completamente sprovvisto delle più elementari nozioni giuridiche e d’ amministrazione pubblica, ma di essere altresì dotato di arroganza, insensibilità umana ed amministrativa.
Quelle volte che cercavo di collaborare con lui, mettendo a sua disposizione la mia ventennale esperienza amministrativa, mi ha sempre allontanato; ha preferito svolgere non il suo ruolo di coordinatore degli uffici e dei servizi del comune, ma solo quello del dispensatore di poltrone, di sedie e di sgabelli portando avanti la politica dello scambio, che farebbe vergognare i politici di cinquanta anni fa’, di cui il Signor sindaco dovrebbe essere orgoglioso, perché fu in quell’epoca che si ricostruì l’Italia e si crearono le condizioni di una svolta epocale, anche monetaria, tanto che nei primi anni sessanta si conquistò l’oscar della lira e si entrò a far parte del club delle sette nazioni più progredite.
Quindi questo Signore, la smetta di parlare di cose che non conosce e di agire solo per “sentito dire�? e impari dal passato che la politica è fatta di mediazioni, di confronto, di disponibilità, di conoscenza della pubblica amministrazione e non di isterismi che provocano solo danni a chi ne è affetto e all’intera collettività.
Ribadisco che io faccio parte della Casa delle Libertà, quindi della maggioranza per mandato elettorale, e solo io potrò decidere se restare o uscire dalla stessa.
Voterò sempre e comunque in base ai principi e ai valori della coalizione di cui sono espressione nel rispetto dei ruoli, delle competenze e delle responsabilità, sempre che le deliberazioni da adottare vadano nella direzione di favorire tutti i cittadini di San Benedetto e non solo gli amici del sindaco.
Diversamente, sarò un attento controllore di quanto avverrà e mi comporterò di conseguenza.
*Consigliere comunale Francesco Baiocchi