*L’introduzione dell’Euro non ha sortito buoni effetti per le tasche degli italiani e l’entrata in vigore della moneta europea in Italia non ha coinciso con una pronta risposta del prodotto nazionale. Difatti, l’auspicata programmazione di una nuova mentalità imprenditoriale, da considerare almeno con dieci anni di anticipo rispetto all’entrata della moneta, non c’è stata e l’effetto fulmine del cambio di moneta ha sortito immediate conseguenze solo nelle tasche degli italiani. Con reazioni a catena, a tratti, incontrollabili.
La gente fa i conti con la spesa già da tempo, ma il drenaggio dell’aumento dei prezzi raffrontato al valore lira/euro non ha retto all’impatto. Sostanzialmente gli stipendi mensili degli italiani hanno subito un “copia incolla” tra il vecchio stipendio in lire ed il preciso corrispettivo in euro non trovando, però, nei mercati lo stesso equilibrio per sostenere i costi di acquisto. Forse il controllo dei prezzi arriverà in maniera naturale quando gli italiani limiteranno in maniera drastica gli acquisti.
Le fasi analitiche, spesso scontate e di facile utilizzo, servono a poco se non seguite e supportate da programmazioni a medio e lungo termine. Occorre muoversi in fretta per ottenere nuovi livelli produttivi, adeguando l’indotto secondo pianificazioni ben concertate con riferimenti di settore.
Chi pensa ancora di continuare a guadagnare lo stesso importo degli anni precedenti sta prendendo un grosso abbaglio, perché di contro non c’è più chi è disposto a spendere le stesse somme. In attesa che la nuova realtà imprenditoriale possa ricevere giusti input d’investimento, la transizione economica dovrà essere sostenta da un saggio accordo sociale fra chi vende e chi acquista. E’ inevitabile.
*Benito Rossi – Capogruppo consiliare Alleanza Nazionale