SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenica 5 dicembre 2004, Sambenedettese-Spal. Dopo un mese di digiuno il popolo rossoblu torna a gioire per una vittoria dei padroni di casa. Arriva sul finire di gara il gol “tana-libera-tutti�? di Marco Martini – il quinto della stagione per il bomber “tascabile�? rossoblù – una gara avara di emozioni, condizionata dal campo pesante e dall’estrema disciplina tattica delle due formazioni, le quali ben presidiando ogni zona del terreno di gioco si annullano a vicenda.
Pochi istanti prima del fischio d’inizio dell’arbitro mister Ballardini depone un mazzo di fiori sotto la Nord per commemorare la scomparsa di Massimo “Cioffi” Bruni; a tal proposito apprezzabile il gesto degli ospiti (che va ad affiancare i numerosissimi attestati di stima e solidarietà dell’intero panorama ultras nostrano), i quali dopo il 90° srotolano lo striscione: “Cioffi vive nel paradiso ultrà�?.
La tifoseria rivierasca, in quasi 4.000 oggi sugli spalti del delle Palme, in apertura celebra i quindici anni dei Baldi Giovani – palloncini arancioni distribuiti in tutto il settore e bomber rovesciati dalla parte color arancio (dal sapore anni Ottanta) per la zona presidiata dai tifosi di Porto d’Ascoli, oltre al nuovo bandierone del gruppo ed alla scritta appesa in transenna “Da 15 anni un solo striscione, una sola passione!�?. I ragazzi dell’Onda d’Urto omaggiano la fedeltà dei BG con l’esposizione del messaggio che fa “Nella buona sorte e avversità….veramente insieme Od’U-BG�?.
Il primo coro della giornata è per Massimo – così come era avvenuto in quel di Chieti e come di certo si verificherà sempre – poi l’incitamento a tinte rosse e blu parte bene con canti che si alzano fin su il cielo plumbeo della riviera, nitidi e potenti. Pian piano però la compattezza e la rumorosità della curva vanno scemando; un incitamento quest’oggi troppo a corrente alternata, complice una partita scialba ed una tifoseria avversaria che non contribuisce a rendere più pepato il clima dell’incontro. A proposito, le due fazioni si ignorano nel corso dei 90 minuti e non fanno registrare sfottò o insulti di alcun tipo.
Una trentina gli emiliani presenti in curva Sud con al seguito una serie infinita di “pezze�?: Pippi, Nucleo, Tradizione Estense, Porro Group, Diffidati in corso, Poggio, Ultras Spal, Curva Ovest Ferrara, A modo nostro, Ovunque Spal.
Torce, vessilli biancazzurri e qualche rotolo di carta tifogenica per la coreografia di inizio match e poi anche per loro un sostegno a singhiozzo – meglio in ogni caso la prestazione dei primi quarantacinque minuti – condito da due sciarpate. Mediocri sia sotto il profilo numerico sia sotto quelli del colore e dell’entusiasmo. Eppure una volta erano una bella tifoseria. Altri tempi.
La Nord, come detto, si fa apprezzare soprattutto in quanto ad estetica – imponente torciata ad inizio ripresa e continue sbandierate nel corso della gara – mentre per quanto concerne la voce non riesce ad avere sempre quella continuità e quella potenza palesate in apertura dei due tempi e nell’ultimo scorcio di partita, dopo il gol di Martini, tanto per intenderci. Forse il Riviera oggi aspettava la scintilla giusta per accendere la miccia dell’entusiasmo, fatto sta che solo alla fine Onda d’Urto e soci si rendono protagonisti di un tifo all’altezza della nomea che li contraddistingue; se da altre parti ci si può accontentare, qui dove il seme ultras ha sempre trovato terreno assai fertile è quanto meno doveroso attendersi il massimo, o quasi. Le potenzialità sono immense, come minimo da serie superiore: vale la pena sfruttarle.
Tiratina d’orecchi a parte, l’ultimo frangente di Samb-Spal regala l’istantanea del Riviera tutto che batte le mani ed accompagna le azioni di Colonnello e soci capaci prima di sfiorare il raddoppio e poi di difendere alla strenuo l’esiguo vantaggio. La Nord s’abbraccia e ondeggia a destra e a sinistra finché si dà il via ai salti di giubilo che come abitudine accolgono le vittorie della Beneamata: finisce in crescendo il Tempio del Tifo, termina bene anche la Samb. Zona play off per ora salda: mercoledì l’esodo di Lanciano…
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