SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’epopea della radio libera bolognese “Radio Alice? è servita al regista Guido Chiesa per girare il film “Lavorare con lentezza?, proiettato al Cinema Calabresi nella serata di martedì nell’ambito della programmazione del “Cineforum Buster Keaton?.
L’occasione è stata colta dal presidente del Cineforum, Giampiero Paoletti, per ricordare ai numerosi presenti che anche a San Benedetto, a partire dal 1975 (anno in cui venne sancita l’incostituzionalità del monopolio Rai sull’etere), fu attiva una “radio libera?, denominata “Radio 102?. Diversi volti conosciuti della San Benedetto odierna si avvicendarono ai microfoni di “Radio 102? (Gino Troli, Tino Zazzetta, Pasquale Bergamaschi, lo stesso Paoletti, Antonella Roncarolo e tanti altri): “A Radio 102 si discuteva del prezzo delle zucchine o del femminismo e si ascoltava la buona musica di quegli anni?.
Strano comunque che di un’esperienza del genere sia rimasto tanto poco. Difficilmente chi non ha vissuto quegli anni a San Benedetto – magari anche per ragioni anagrafiche – ha idea di cosa sia accaduto in città nella seconda metà degli Anni Settanta.
Personalmente mi ritengo molto incuriosito dalla storia recente sia italiana che locale: ma se è abbastanza facile ricostruire gi “sghembi? Anni Settanta nazionali (e il film di Chiesa si focalizza nel più plumbeo di quegli anni, il 1977 degli scontri di piazza, dei Pistols e della Smith, della P38 e del tramonto del sogno del 1968), su quanto accaduto a San Benedetto vi è una specie di fumus che impedisce di mettere in chiaro quelle che al tempo – credo – fossero le viscere scoperte di una società in tumulto.
Anche per deviazione personale, ad esempio, conosco benissimo l’epopea della Samb di quegli anni: basta chiedere a chi oggi ha i capelli bianchi per farsi narrare alla perfezione le gesta dei ragazzi di Bergamasco, del bomber Chimenti, dei primi gruppi ultras, dei derby con l’Ascoli, dell’arbitro Bergamo e compagnia.
Non so quasi nulla se non un vacuo “sentito dire? sulla stessa vicenda di Radio 102, delle lotte sindacali della marineria, sugli scontri che all’epoca riguardavano estremisti politici, mentre per quanto riguarda il fenomeno del brigatismo rosso tutto si conclude con le amare vicende che coinvolsero la famiglia Peci, mentre in realtà San Benedetto rappresentò una delle principali fonti di reclutazioni delle B.R.
Perché non si conosce nulla di quella San Benedetto mentre, ad esempio, tutte le gesta mitiche della marineria sono scandagliate passo per passo, dalle prime imbarcazioni a motore alla pesca atlantica? Così che un ragazzo di oggi, se cerca di tracciare le proprie origini, salta direttamente dai nonni marinai alla comunicazione orizzontale di internet. In mezzo c’è un buco.
“Evitiamo di parlare di eventi che riguardano la nostra preistoria personale?, ha detto qualcuno dei protagonisti di Radio 102 al termine della proiezione. Ma perché questa ritrosia? Forse perché delle tre anime del 1977 così ben immaginate da Andrea Pazienza (meriterebbe ben più di una piazzetta questo sambenedettese d’adozione) nei suoi personaggi, l’unica a sopravvivere negli anni è stata quella “deviante?, mentre è rimasto nei suoi disegni il lato “sognatore? e “razionale? del movimento del ’77? Forse perché, come scriveva Tondelli, i giovani della sua generazione consumarono il loro fallimento nell’eroina o nella P38, uniche alternative all’accettazione delle regole “borghesi? che dicevano di voler sovvertire? Sarà forse questo ad impedire che quella stagione entri nel patrimonio storico dei sambenedettesi al pari di altri avvenimenti? Si era tanto “apocalittici? e forse anche “maodadaisti? da giovani, si è tanto integrati nel sistema da adulti? Evitiamo di parlare di quello che eravamo, perché ci stavamo soltanto divertendo, perché nessuno oggi capisce la nostra fissazione politica di allora, perché abbiamo sbagliato campo e abbiamo scelto di cancellare quella parte di noi tanto in contrasto con quello che attualmente siamo. Perché dei nostri sogni non è rimasto nulla.
Le mie sono soltanto provocazioni: mi piacerebbe conoscere il parere degli attori di quei controversi anni, sicuramente più sinceri dei miei. Basta un’e-mail. Sarà difficile? Ma sarebbe molto utile.
UN LETTORE CI SCRIVE. Ciao Pier Paolo, sono rimasto molto incuriosito dal tuo articolo, sarà perché mi affascinano quegli anni, sarà perché la penso in tutto e per tutto come te sul silenzio che regna intorno a questo oscuro periodo, fatto sta che hai calamitato la mia attenzione e curiosità!!Il caso vuole che proprio pochi giorni fa ho provato a fare una ricerca in rete digitando il nome di Patrizio Peci, ma non per l’interesse verso la persona di cui ho già letto il libro, ma con la speranza di trovare notizie relative proprio alla nostra città in riferimento a quegli anni…c’è, come hai giustamente detto tu come un buco temporale…si ricorda tutto, si ricordano eventi, si celebrano ricorrenze…ma è strano come mai nessuno ricordi mai la San Benedetto di quegli anni, certo degli anni duri, insanguinati dal terrorismo, ma anni che comunque per la nostra città culturalmente rappresentano un periodo storico importante….ma io, tu e molti altri conosciamo poco o niente…Radio libera 102, la sparatoria al Florian, gli scontri in piazza o la nascita a San Benedetto di Lotta Continua e Ordine Nuovo per me sono solo parole o brevi flash back e mi piacerebbe saperne di più… proprio da quelle persone che hanno vissuto intensamente quegli anni (anche se dubito che qualcuno lo farà, forse come un voler rinnegare il tutto)…. Complimenti per l’articolo Pier Paolo
Saluti Patrizio Del Zompo
P.S.:Forza Samb sempre…dimenticavo…
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