Continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei nuovi volti della società Samb Calcio con Gabriele Mastellarini. 26 anni, giornalista professionista, è il responsabile marketing e comunicazione della Samb Calcio. L’esperienza alla Samb potrebbe essere momentanea proprio per gli impegni professionali.
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La tua carriera da giornalista è iniziata molto presto. Quando hai scritto il primo articolo?
“Avevo quattordici anni e conservo ancora oggi quel pezzo. Si tratta di un’anteprima della partita di basket Giulianova-Bologna. Tutto è accaduto un po’ per caso: da ragazzino non avevo mai pensato di diventare giornalista, anche se spesso mi trovavo nelle tribune stampa ed ero incuriosito dal lavoro dei giornalisti.�?
Chi ti commissionò quel primo lavoro?
“Era il 1993 e accompagnai mio padre ad una trasmissione sportiva di Radio G, una radio di Giulianova; mio padre era vicepresidente della squadra del Giulianova Basket. Il conduttore era Francesco Marcozzi, che tra l’altro era direttore del giornale La piccola città. Cercava qualcuno che scrivesse articoli sul basket, e su suggerimento di sua moglie, mi invitò a provare. Così cominciai, con una buona dose di fortuna andai avanti�?
Che intendi per ‘fortuna’?
“Marcozzi lavorava per “Il Messaggero Abruzzo�? e presto mi utilizzò per scrivere: sport, cronaca, giudiziaria, interviste ai commercianti…Per lavorare mi comprai una macchina da scrivere elettronica, altro che computer. Sono stato fortunato anche perché in quei tempi fu pubblicato nella provincia di Teramo il quotidiano Le Notizie che mi aveva richiesto di collaborare, ma dopo un anno fallì. Pensa che a diciassette anni avevo già maturato il biennio di praticantato pubblicistica, ma mi fecero aspettare un anno perché dovevo diventare maggiorenne.�?
Eppure tuo padre ci ha raccontato che ti voleva con sé nella sua impresa edilizia…
“Tra di noi è stata anche una sfida. Lui pensava che prima o poi sarei crollato, anche perché si tratta di un mestiere difficile. Iniziai a collaborare con Teleponte, con Reteotto (opinionista), TV6 e poi addetto stampa del Roseto Basket. Con TV6 ebbi una grande soddisfazione nel condurre per alcuni anni “Basket e dintorni�?. Nel 2001 inoltre, aiutato dal mio amico Ettore, andai a Roma a girare un documentario sul caso Moro che fu premiato ad una rassegna maremmana e fu proiettato anche al Premio Bizzarri. Poi, nel 2001, ho avuto un altro colpo di fortuna. Ho iniziato a collaborare con Il Sole 24 Ore.�?
Come è avvenuto?
“Navigavo casualmente sul sito IlBarbieredellaSera, dove mi imbattei in una richiesta di collaboratori per Edilizia e Territorio, un inserto settimanale de Il Sole 24 Ore. Scrivo notizie locali su varie argomenti come i trasporti o i corsi regionali. Nel 2001 scrissi pochissimo perché ero indaffarato con la tesi e il lavoro, ma adesso scrivo anche più di quaranta articoli al mese.�?
Un altro passaggio importante della tua esperienza è la pubblicazione del libro “Assalto alla stampa�?. Hai già dichiarato delle difficoltà di reperire un editore…
“È stata un’impresa…Ho discusso la mia tesi di laurea a Teramo (Facoltà di Scienze della Comunicazione) sul caso Rizzoli-P2, e qualcuno mi suggerì di ricavarne un libro. È stato un lavoro di quattro anni, e a tratti ho anche perso la speranza di vederlo pubblicato. Ho contattato cinquanta editori, e alla fine ho ottenuto una risposta convincente dalla Dedalo Edizioni di Bari. Inizialmente il libro doveva uscire a giugno, poi è l’uscita è stata posticipata a settembre: quasi non ci credevo più…�?
Attualmente qual è il tuo obiettivo?
“Difficile dirlo. Per ora posso soltanto affermare di essere orgoglioso di tutto ciò che ho realizzato fino ad ora perché l’ho fatto da solo e non devo dire grazie a nessuno, tranne che ai miei genitori che mi hanno permesso di dedicare pienamente a questo mestiere senza dover fare altri lavori. Inoltre sono rimasto in buoni rapporti con tutti, e soprattutto non ho mai accettato di lavorare gratis come spesso capita in questo mestiere. Sono stato sottopagato, certo, ma non ho mai lavorato gratis. Per ora, posso dire che mi piacerebbe approdare stabilmente ad un giornale nazionale. Il giornalismo sportivo in sé è interessante ma noto che c’è poca professionalità perché chiunque riesce a scrivere trenta righe su una partita. Ne Il Sole 24 Ore c’è più selezione. Mi piacerebbe anche lavorare nella televisione, ma non quella locale.�?
Intanto è arrivata l’esperienza a San Benedetto…
“Anche questa è stata abbastanza casuale. Avevo seguito le trattative del calcio mercato a Milano perché in quei giorni mio padre era in Polonia: in precedenza con mio padre non avevo mai voluto avere rapporti professionali, perché credo sia meglio non mescolare lavoro e affetti. A Milano ero assieme a D’Ippolito, Scaringella e La Rosa. Qualche giorno dopo doveva decidersi il nome di chi si sarebbe occupato di marketing e comunicazione. Remo Croci era impegnato con il Tg5, Emidio Lattanzi era disponibile per il ruolo di addetto stampa. D’Ippolito mi chiese di svolgere questo ruolo e lo comunicò ad una conferenza stampa prima ancora della presentazione ufficiale. A quel punto…�?
La Samb rappresenta per te un saldo punto di approdo o è un “porto�? momentaneo…
“Tutto è subordinato al mio lavoro. Questo è un incarico che assorbe tempo e si è sempre nell’occhio del ciclone. Sto facendo il massimo, ma questo non è il mio lavoro e non posso dire fino a quando potrò dare una mano.�?
Come ti è sembrato l’ambiente sambenedettese?
“Mi ricorda l’anno in cui il Giulianova fu promosso in Serie C1. Qui in città non si parla d’altro che di Samb. Ho comunque trovato un ambiente ottimo, sia dal punto sportivo che per quanto riguarda i colleghi giornalisti che avevo conosciuto.�?
Manifesti una grande chiarezza nei tuoi propositi. È una caratteristica della tua famiglia?
“Penso che la chiarezza, l’onestà e la correttezza siano requisiti indispensabili. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Ad esempio mio padre poteva anche essere presidente per interposta persona e nominare un presidente alla Facchetti. Ma non si può essere presidenti per via telefonica…Allo stesso modo questa telenovela sulla quota di proprietà non rilevata è stancante, perché ci possono essere mille motivi validi per non rilevare i nomi e credo che comunque stiamo gestendo la Samb con la massima limpidezza. Ma immagino che continuerà così a lungo.�?
Come procede la tua vita sentimentale?
“Da sei anni sto con Luana, una ragazza di ventisei anni di Civitella del Tronto che ho conosciuto in Grecia. Lavora a Pescara e fortunatamente è totalmente estranea al mondo calcistico e sportivo: questo mi consente di staccare la spina. Per ora non abbiamo programmi, io ho bisogno di due o tre anni per capire bene quale strada intraprendere.�?
Tra tanto lavoro e il tempo per la tua ragazza hai tempo per le amicizie?
“Ho moltissimi conoscenti ma di amici, quelli veri intendo, ne ho pochi. Uno di questi è Ettore, che collabora con la nostra famiglia ma ad ogni modo è stato sempre vicino anche nei momenti di bisogno.�?
Che rapporti hai con la religione?
“Sono cattolico ma pratico poco. Non ho fatto la cresima per mia scelta personale, perché sono contrario alle imposizioni. Ho comunque una coscienza cattolica e quando posso vado alla messa. Sono convinto che queste scelte, se vengono prese, devono essere portate avanti fino in fondo.�?
Veniamo all’attualità: siamo di fronte ad una trasferta storica a Napoli. Cosa ti aspetti?
“Vedo che loro stanno lamentandosi molto per gli arbitraggi. Io firmerei per un pareggio: sarà comunque una soddisfazione. Ma sono contento soprattutto per mio padre, che può tornare al San Paolo da presidente. Il calcio gli era mancato molto negli ultimi anni…�?
A Giulianova ha mietuto molti successi ma ricorda anche una fine un po’ amara…
“Credo che a Giulianova non lo hanno mai ringraziato troppo per quello che ha fatto. Non lo hanno mai contestato, ma neanche ringraziato…Qui a San Benedetto è tornato contento. Era felicissimo durante il viaggio di ritorno da Foggia, e per lui è stata una grande soddisfazione la festa che gli hanno fatto al termine di Samb-Teramo.�?
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