NAPOLI – Domenica 21 novembre 2004, Napoli – Sambenedettese. La prima volta per i tifosi rossoblu qui al San Paolo. Per la Samb l’ultimo precedente risale al 10 giugno 1962, vittoria partenopea per 2-0, ma lo stadio era il vecchio “Collana�?; esordio dunque nell’impianto di Fuorigrotta per squadra e tifosi.
Trasferta storica per il tifo rossoblu, oltre 2.000 cuori palpitano nel settore ospiti: 17 pullman allestiti dal Centro Coordinamento Club, almeno un’altra decina quelli organizzati nei paesi limitrofi, una marea di pulmini e auto private. Un’invasione che entra di diritto nei ricordi delle trasferte più belle di sempre. Il Sambodromo on tour arriva intorno alle 13.45, intona i primi cori, sventola la miriade di vessilli rossoblu al seguito – in virtù della rete protettiva posizionata a coprire il settore ospiti, Onda e soci hanno preferito lasciare a casa i bandieroni (presenti solo quelli di Baldi Giovani e Nucleo), sarebbe stato problematico librarli in aria, al loro posto hanno portato una bella quantità di vessilli più piccoli. Un solo striscione a cementare idealmente lo spicchio di Marche al San Paolo, quello, stupendo, degli Ultras Samb.
Spettacolare il colpo d’occhio del San Paolo, nonostante la serie C 30.000 spettatori azzurri, curve gremite anche se spoglie: una gigantografia del presidente di Lega Carraro, solo striscioni – “Il nostro cammino nel tuo ricordo…solo per Sergio�? (dedicato al tristemente noto Sergio Ercolano), “26-7-04: incasso sparito il Santobono aspetta ancora…De Bury ladro!�? (all’indirizzo dell’organizzatore della serata dello scorso luglio per celebrare l’ “orgoglio partenopeo�?), “Hai vestito granata, sogni gialloblù, la nostra maglia non la meriti più! Corrent infame!!!�? in curva A, la pezza “1926�? in entrambi le curve, mentre nella B sono esposte le scritte “Noi odiamo la capitale�? e “L’occasione fa l’uomo ladro…fuori i soldi che hai rubato! De Bury ladro!�? – niente bandiere o qualsiasi altro elemento coreografico. La voce? Solo per insultare Carraro, considerato l’artefice principale dell’attuale situazione del club azzurro.
Nel settore distinti si è spostato il gruppo Masseria, senza striscioni, quantificabile in un centinaio di unità, il quale invece dovrebbe (dico dovrebbe, perché sentirli è impossibile nel frastuono del San Paolo) andare controcorrente e cioè sostenere la squadra.
Al “nudismo�? dei settori di casa si contrappone la vivacità della porzione di stadio occupata dai sostenitori rivieraschi “agghindato�? a dovere con le bandiere di cui si diceva, battimani da brivido, cori roboanti scanditi senza un attimo di tregua. Quando manca ancora un quarto d’ora all’inizio della partita la torcida sambenedettese – accompagnata in Campania pure dagli Sconvolts Civitanova – è già entrata in clima partita e sostiene a gran voce l’undici di mister Ballardini che sta saggiando il prato del San Paolo per il riscaldamento di rito.
Entrano le formazioni. Torce, fumogeni multicolore, bandiere e sciarpe roteate in aria per Onda e c., poi un “Noi – vogliamo – questa – vittoria!!�?, scandito a chiare lettere; niente di particolare, al contrario, per gli ultras napoletani, tanti cori contro il “sistema calcio�? italiano – la stoffa c’è e si vede, specie nel modo in cui si alzano gli slogan, puliti e compatti – e poi c’è la platea azzurra che si infiamma quando i padroni di casa attaccano.
Partita del tifo oserei dire anomala, nel senso che si sentono cori dal settore ospiti e dalle curve di casa, ma se i rossoblu incitano i propri beniamini, i partenopei ne hanno solo per Carraro, niente cori per gli uomini di Ventura. Riescono dunque a farsi apprezzare i nostri che sciorinano tutto il loro repertorio fatto di canti, manate, sciarpate e quant’altro; emozionante davvero vedere ed ascoltare i fans rivieraschi riempire in più di un’occasione il silenzio dell’impianto di Fuorigrotta, cantare a squarciagola “Blu�? e decine di altri slogan divenuti ormai veri e propri cavalli di battaglia della Nord.
Match molto nervoso – per Scarlato e compagni la posta in palio è altissima – che non decolla mai veramente, pochi tiri in porta, tra l’altro la Samb ha tutto l’interesse a mantenere lo stato di cose inalterato, più spettacolo sugli spalti, senza ombra di dubbio.
Tanti i messaggi taglienti mostrati dai tifosi partenopei anche nel secondo tempo, come il “Roma-Dinamo: come al solito tutto archiviato…se è un bastardo dello Stato a compiere reato!�? e “Marino non cercare alibi, gli arbitri non sono capri espiatori�? dei distinti.
Nella ripresa la Samb inizia a menar le danze con maggior piglio e i sostenitori rossoblu prendono ulteriore coraggio, il volume dei cori si fa sempre più elevato, il “Samba, Samba!�? implode nello spazientito San Paolo – si cominciano a sentire i primi “Meritiamo di più�? aggiunto a diversi fischi per l’uscente Toledo. L’implosione in breve diviene esplosione di gioia: boato storico per la rete di Bogliacino, il pubblico rossoblu non sta più nella pelle, ma il sogno dura appena pochi secondi perché il Napoli ristabilisce la parità grazie ad un colpo di testa di Ignoffo. Impressionante l’urlo della platea azzurra che poi si lascia andare ad un potente “Conquista la vittoria, conquistala per noi!�?. Il botta-risposta tra le due squadre infiamma gli animi dei presenti, sponda marchigiana e campana, anche perché adesso il Napoli pare essersi scrollato di dosso qualche timore di troppo, la Samb risponde colpo su colpo, insomma tutta un’altra partita rispetto al primo tempo.
I padroni di casa vanno vicini al vantaggio, i rivieraschi sembrano soffrire il ritorno partenopeo, così come la voce di Onda e soci pare subire il contraccolpo psicologico del gol azzurro. Mister Ventura getta nella mischia anche Roberto Sosa, non al meglio, i 30.000 del San Paolo sono impazienti di gioire per una vittoria che li rimetterebbe in carreggiata (in chiave play off); mischie furibonde nell’aria rossoblu, Martini, Bogliacino e Gutierrez (subentrato a Vidallè) agiscono di rimessa, gli ultimi dieci minuti lo spicchio di tifo nostrano riprende fiato.
Espulsione per Favaro a pochi minuti dal termine, si soffre, se possibile, accora di più, ma il Sambodromo ha ritrovato la verve di inizio secondo tempo e tenta di dare una mano ai 10 restanti giocatori che difendono il pari con le unghie e con i denti: colpo di testa di Varricchio da due passi, miracolo di Spadavecchia. Calcio d’angolo e su un tiro di Ignoffo la difesa rossoblu compie quella deviazione (Amodio) che basta a spiazzare il proprio portiere. 2-1, il San Paolo diventa un inferno, fischi a-s-s-o-r-d-a-n-t-i sugli attacchi di Colonnello e c. che cercano di ristabilire la parità. Match sempre più cattivo, fioccano i cartellini gialli (alla fine se ne conteranno ben sette), i sostenitori della Samb non hanno più fiato in gola, delusi, assistono agli ultimi istanti di gara in silenzio, si sentono solo gli olé del pubblico partenopeo che può festeggiare questa sofferta vittoria.
Peccato per gli sfottò che volano tra le due fazioni dopo il 90°: in precedenza si erano del tutto ignorate, ma il finale incandescente di partita ha inevitabilmente portato al colpo di coda al veleno. In quanto ai nostri, applausi all’indirizzo dell’undici rivierasco: nonostante la sconfitta è stata una domenica da ricordare…
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