PARADISO: LA CURVA NORD
Uno spettacolo lunedì scorso in diretta televisiva quello offerta dalla mitica “Curva Nord�?: magistralmente diretti da Peppe Pallesca, i ragazzi incuranti del freddo e della pioggia hanno allestito una coreografia da brivido. Muniti di sciarpe e bandiere rossoblù, polemici contro al solito contro i posticipi, il calcio taroccato (vedi Cervia), Sky & C., hanno dimostrato per l’ ennesima volta cosa rappresenta la Samb per tutti noi. Inoltre un incitamento martellante, continuo per i calciatori rossoblu’ senza un attimo di respiro. I canti dei tifosi dell’Avellino, notoriamente caldi, letteralmente soppiantati dalle urla di una Curva ineguagliabile. Mitici.
PURGATORIO: UMBERTO MASTELLARINI
Francamente non abbiamo compreso la lettera di protesta consegnata a Macalli dal Presidente rossoblù contenente le lamentele ufficiali della società contro l’arbitraggio di Campi di Roma. Premesso che non siamo mai stati teneri coi Direttori di gara, il comportamento del fischietto omonimo del Presidente della Repubblica (…e del Livorno), facilitato anche dai giocatori in campo non ci è dispiaciuto: l’infortunio a Spadavecchia è stato del tutto casuale tanto è vero che nessuno ha protestato, l’ ammonizione di De Rosa ci poteva pure stare, le segnalazioni di fuorigioco non sono state determinanti. La Samb sta costruendo un immagine basata sulla simpatia, non roviniamola: ad esempio contro il Teramo la domenica precedente ha dimostrato di saper sconfiggere il sig. Gilioni semplicemente realizzando un paio di gol in più degli avversari.
INFERNO: L’AVELLINO
Scusate la domanda ma lunedì scorso si è presentato l’Avellino o una fotocopia sbiadita? Dopo le roboanti dichiarazioni alla vigilia della Cuccureddu-band ci aspettavamo un comportamento più sbarazzino. Invece sono bastati i primi 15’ caratterizzati dalla partenza a razzo dei rossoblù per annichilire i biancoverdi e farli scendere a più miti consigli. “Qui è meglio accontentarsi di un pareggio�? sembravano essersi scambiati un passarola i giocatori irpini. Cecere è stato un maestro nel perdere tempo senza farsi ammonire, i temutissimi Ghirardello, Millesi e Rastelli sono scomparsi nel nulla, anche il difensore Criaco ha smesso di commettere falli in continuazione per evitare di lasciare in dieci i compagni. Dove sono finiti i tempi di capitan Di Somma che spegneva la sigaretta sul viso di Mazzone?
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