SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pre-vigilia della decima giornata di campionato di serie C1. Nel girone B il big match è quello che si disputerà nel posticipo di lunedì 15 novembre tra la Sambenedettese e l’Avellino.
I rossoblù proveranno a verificare se stare nei quartieri alti della classifica annebbia le idee e provoca delle vertigini. Traduzione: nelle Marche va in onda – in tutti i sensi, visto che la gara viene trasmessa in diretta televisiva su Raisport Satellite – la prima reale verifica in merito alle potenzialità della sorprendente squadra di mister Ballardini. L’esame Avellino è di quelli “tosti?, affrontare la capolista del torneo non è sinora stato facile per nessuno (tra l’altro gli irpini hanno perso solo una partita in trasferta, quella, sfortunata, di Foggia), ma a far lievitare il coefficiente di difficoltà ci sono le notevoli e inevitabili pressioni che la piazza ha esercitato a partire dalla vittoriosa partita col Teramo: lo scontro d’alta classifica di lunedì prossimo – c’è in palio la possibilità di scavalcare i campani – è stato al centro dei discorsi degli appassionati rossoblu per tutta la settimana. E’ vero che l’obiettivo dichiarato dal sodalizio di Viale dello Sport è la salvezza, ma qui in riviera ci vuole meno di un attimo ad accendere la “miccia? dell’entusiasmo sfrenato.
Cuccureddu e compagnia si presentano a San Benedetto con qualche problema di formazione (in difesa), ma la solidità, la costanza dei risultati e la maggiore esperienza del collettivo fanno ben sperare. In ogni caso, se la Samb riuscirà a gestire serenamente le tensioni e le pressioni della vigilia, si farà di certo valere al cospetto dell’avversario probabilmente più forte sinora affrontato.
Altro match d’alta quota è quello dell’Angelini di Chieti – secondo turno casalingo consecutivo per i neroverdi – dove i locali incroceranno i tacchetti con i corregionali del Lanciano. Formazioni ambedue in salute, i primi rappresentano una delle sorprese del torneo e a parte il peso specifico non elevatissimo in avanti (il pur positivo Guariniello pare troppo solo dalle parti del portiere avversario), hanno sinora mostrato buone trame di gioco e soprattutto entusiasmo e convinzione nei propri mezzi, anche nel difficile match contro la Reggiana; i secondi invece domenica scorsa in quel di Foggia hanno compiuto un piccolo passettino all’indietro visto che hanno sofferto troppo ed alla fine, conteggiando le occasioni da gol (un solo tiro in porta, anche se foriero della rete frentana), il punto guadagnato in Puglia è d’oro. Il derby e la seconda partita fuori casa di fila offrono la possibilità del “riscatto?: la Pellegrino band tenterà sicuramente di vincere per non perdere il contatto con le primissime posizioni della graduatoria.
Delle squadre di vertice il compito più agevole, almeno sulla carta, sembra essere appannaggio del Rimini, il quale ospita un Giulianova che nonostante la vittoria scaccia-crisi del turno passato, non è certo avversario proibitivo. La società ha chiamato a raccolta la città (prezzi ridotti al Romeo Neri) ed i biancorossi di Acori hanno il dovere di confermare di essersi lasciati alle spalle il periodo-no di qualche settimana fa: le due imprese esterne consecutive (Fermo e Martinafranca) hanno rigenerato i riminesi che ora tornano in Romagna speranzosi di ritrovare la via del successo anche al Neri (l’ultima risale alla gara col Sora del 10 ottobre).
La Reggiana torna al Giglio – avversario il Martina – e deve giocoforza, se vuole continuare a stare tra le grandi, tornare a dare del tu ai tre punti, che mancano da quattro giornate (Reggiana-Napoli 2-0). I granata è vero che non hanno mai perso sinora, ma vantano pure un record non proprio invidiabile, ovvero il maggior numero di pareggi, ben sei. Inutile ricordare che da quando le vittorie valgono tre punti, prenderne uno alla volta serve a poco. Tra le note negative granata anche l’astinenza da gol che dura da tre domeniche.
Il Martina viaggia verso l’Emilia col morale sotto i tacchi: penultimo in classifica, viene da due sconfitte e dal ritiro, a Porto San Giorgio, deciso dalla società. Risollevarsi non sarà facile.
Il Padova, caduto ad Avellino dopo una striscia positiva lunga cinque turni, gioca all’Euganeo l’inedito derby con il Cittadella – è la settima volta che le due società si incontrano (il primo derby risale alla stagione ’98/’99) – dovendo far fronte alle molteplici defezioni un po’ in tutti i reparti. L’ultimo infortunio eccellente è quello di Greco, autore dello splendido gol al Partenio, che dovrà stare lontano dai campi di calcio per ben due mesi.
Il Cittadella affronta invece il derby non con problemi di infermeria, bensì di classifica: il penultimo posto non lascia dormire sonni tranquilli al tecnico Maran, come pure la cattiva vena mostrata dai suoi in trasferta.
Sfida fascinosa quella del Paolo Mazza tra Spal e Foggia. Gli estensi nonostante i problemi sotto rete hanno una buona classifica – un eventuale successo coi pugliesi farebbe spiccare il volo ai biancazzurri – e la grinta messa in campo a Cittadella domenica scorsa ha indiscutibilmente dimostrato che i giocatori remano dalla parte del tecnico Allegri, il quale la settimana scorsa, lo ricordiamo, aveva prima presentato le sue dimissioni e poi le aveva fatte rientrare.
Acque agitate al contrario in Puglia: i tifosi chiedono, nonostante la bella prova di carattere palesata al cospetto del temibile, almeno alla vigilia, Lanciano, la “testa? di Giannini, colpevole, a loro dire, di non aver dato ancora un gioco ai satanelli. Domenica scorsa la curva sud, dopo il gol incassato dai padroni di casa, ha iniziato a contestare la squadra e l’allenatore; a sostenere le maglie rossonere ci hanno pensato solo i ragazzi degli Ultras 1980, sistemati (come ricorderà chi ha accompagnato la Samb allo Zaccheria) in gradinata.
Ambiente spaccato dunque, come è in crisi lo spogliatoio. Il malumore maggiore è quello manifestato da Lulù Oliveira, fischiato impietosamente contro il Lanciano; il brasiliano naturalizzato belga è il fantasma di se stesso e amareggiato dal trattamento subito dalla platea rossonera, ha anche chiesto di poter rescindere il contratto che lo lega alla società di Coccimiglio. Richiesta rispedita al mittente, naturalmente. Il patron toscano anzi ha dichiarato che obiettivo del suo Foggia sono i play off.
Dalla padella alla brace. Da Foggia a Teramo. La settimana che si sta concludendo ha segnato l’addio di Foschi ed ha visto il ritorno di Luciano Zecchini sulla panchina dei “diavoli”. Si sa che in genere il cambio di allenatore provoca uno scossone, quantomeno in termini psicologici; è ciò che si augurano in Abruzzo, visto che la classifica è quella che è – leggi penultimo posto – e che Zecchini si ritrova a dover ricompattare squadra e ambiente. A proposito dell’organico biancorosso, sono ormai sotto gli occhi di tutti determinate lacune, una per reparto: la mancanza di un terzino destro dopo l’infortunio di Vincenti, il non elevato rendimento a centrocampo di Cardinale (ad Acireale l’anno passato ha giocato in ben altro modo) e la latitanza, sotto porta, di Chianese.
A Teramo salirà il Napoli reduce dall’esperimento tattico del nuovo modulo 4-4-2, pensato e pubblicizzato da De Laurentiis e poi accolto e messo in pratica dal tecnico Ventura. Gli innesti di Toledo ed Abate – quest’ultimo in forse per domenica, alla luce dell’infortunio subito nell’amichevole della “sua? under 19 contro la Tunisia – sugli esterni hanno in effetti apportato benefici all’intero equilibrio di squadra degli azzurri. E’ necessaria però un’ulteriore conferma e in settimana l’allenatore ha lasciato intendere che potrebbe anche decidere di ritornare all’antico (il 5-3-2) ed escludere Toledo. Molto dipenderà anche dal recupero o meno di Abate. I partenopei per ora stazionano nel “limbo? di mezzo della classifica e per sperare in qualcosa in più abbiamo la sensazione che ci vorrà un poco di tempo.
A Sora i ciociari ospitano una Fermana che dopo il buon inizio e la conseguente candidatura a squadra rivelazione del campionato, stanno facendo i conti con problemi di antica memoria: scarsa dimestichezza col gol e, di riflesso, con la vittoria.
Per i bianconeri invece l’exploit di Pesaro (il primo della stagione) potrebbe aver rappresentato la classica inversione di rotta: altri tre punti con i canarini e si salutano le “sabbie mobili? della graduatoria. Gli uomini di Capuano ne hanno i mezzi, soprattutto alla luce del buon ruolino di marcia al Claudio Tomei.
Incontro d’alta tensione tra Benevento e Vis Pesaro al Santa Colomba. 9 punti per i campani, 6 per i marchigiani. I primi hanno interrotto questa settimana il silenzio stampa, mentre i secondi lo hanno appena iniziato. Se i sanniti, pur sconfitti a Napoli, hanno destato un’impressione leggermente migliore rispetto alle precedenti uscite, i biancorossi palesano un encefalogramma praticamente piatto: a nulla è servito il cambio di panchina e forse a poco serviranno il ritiro – iniziato domenica sera subito dopo la “caporetto? al Benelli contro il Sora – svolto a Telese, ad una trentina di chilometri da Benevento e la decisione da parte del sodalizio pesarese di non consegnare regolarmente lo stipendio del mese corrente ai propri tesserati, come punizione per il cattivo rendimento. Urgono invece rinforzi, l’organico appare poco competitivo, sia in quantità che in qualità.
Per i giallorossi di mister Benedetti annotiamo due buone notizie: il recupero del difensore Sportillo, al debutto mercoledì sera a Frosinone (Coppa Italia), e il probabile “arruolamento? di Pino Tagliatatela, portiere ex Napoli, che si sta allenando con la truppa sannita.