Saranno Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, grandi attori della comicità italiana popolare, al centro del documentario di Ciprì e Maresco. Ma, proprio per il loro tipo di comicità, popolare, legata alle seconde e terze visioni e a una serie infinita di film spesso raffazzonati e realizzati in serie, sono sempre stati snobbati da critici e intellettuali. “Come inguaiammo il cinema italiano” è un divertente, ritmato, istruttivo film-omaggio. Un’esplosiva miniera di notizie, ricordi e nostalgie, partendo da Modugno-Rinaldo fino ai 170 film di successo. Ciprì e Maresco raccontano con passione e senza intellettualismi chi erano i due comici sottoproletari che Modugno portò alla fama con “Rinaldo in campo” e che negli anni ‘60 superprodussero un cinema dagli incassi fastosi e popolarissimo in periferia.
Questo è quello che è stato dichiarato da Ciprì e Maresco a proposito del documentario: “Franco e Ciccio hanno portato la loro terra, il Sud, al Nord. Non hanno mai tradito il rapporto con la loro città d’origine. Questo fa loro molto onore. Riuscivano a convincere i registi con cui lavorano a mettere alcuni elementi della loro meridionalità. I registi poi finivano per approfittarsene, perché faceva comodo avere degli artisti così, capaci di reinventarsi riuscendo a raccontare Palermo al nord.
Franco e Ciccio erano delle facce straordinarie. Pasolini ha capito che questi due personaggi erano rimasti a rappresentare il passato. Nel suo film (“Che cosa sono le nuvole?”, 1968) li ha utilizzati come marionette, come burattini. Federico Fellini invece ha detto una delle cose più belle riferite sul loro conto: C’è più Italia nei film di Franco e Ciccio che in tutta la commedia all’italiana.”
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