Giunto al terzo giorno di programmazione, il Premio Libero Bizzarri prosegue con gli appuntamenti dedicati al documentario. Le proiezioni inizieranno sempre alle ore 9.30 all’Auditorium, con i seguenti documentari: “Italian Sud-est” di Fluid Video Crew, “I malestanti” di Claudio Di Mambro, “Muio fata suio” di Guido Vecchione.
Alle ore 15.00, per la sezione internazionale, sarà proiettato un bellissimo documentario dedicato a Federico Fellini, “Nulla si sa, tutto s’immagina” della regista tedesca Susan Gluth. La Gluth rende omaggio al regista sebbene non compaiano nel documentario nè lui nè i suoi film. É un film che sfugge abbastanza alle definizioni, soprattutto perché è difficile mettersi d’accordo su cosa sia, in ultima analisi, il suo soggetto. Susan Gluth si ispira ad una frase di Fellini: “Tieni aperte le orecchie e il tuo cuore per qualcosa che è stato quasi dimenticato.”
Alle ore 18.15, sarà la volta di “Riccardo” di Bruno Bigoni, interessantissima operazione di documentario di recupero sociale. Nell’aprile 2003, un gruppo di 22 studenti dell’università IULM di Milano entra nel carcere di Bollate per scrivere un adattamento del “Riccardo III” di Shakespeare insieme a un gruppo di detenuti, che accolgono con disponibilità l’invasione dei loro spazi e immediatamente comprendono e fanno loro il progetto di scrittura. Nel novembre 2003 si gira per quattro settimane all’interno della II Casa Circondariale di Bollate. Tutti gli attori del film (escluso Bebo Storti, unico professionista) sono detenuti nonché autori della sceneggiatura.
Infine in serata, alle 21.30 sempre all’Auditorium Comunale sarà proiettato “Memoria del saccheggio”, di Fernando Solanas, documentario presentato nei più importanti festival del mondo. “Come è possibile che nel ‘granaio del mondo’ “, denuncia Solanas, “si soffra la fame? L’Argentina è stata devastata da una nuova forma di aggressione, silenziosa e sistematica, che ha lasciato sul campo più vittime di quelle provocate dalla dittatura militare e dalla guerra delle Malvine. Nel nome della globalizzazione e del più selvaggio liberismo, le ricette economiche degli organismi finanziari internazionali hanno portato al genocidio sociale e al depauperamento della nazione. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, assieme ai loro mandanti, sono stati i principali complici dei governi di Carlos Menem e di De La Rua. Nel tentativo di accaparrarsi le straordinarie ricchezze dell’Argentina, hanno imposto piani neorazzisti che sopprimevano i più elementari diritti sociali, condannando milioni di persone alla denutrizione, ad una vecchiaia prematura, a infermità incurabili. Si è trattato di un crimine contro l’umanità in tempo di pace.”Il documentario mostra ciò che il popolo argentino ha subito negli ultimi trent’anni: dalla dittatura del generale Videla alla rivolta popolare del dicembre 2001, ponendo l’accento sulle vittime di questa devastazione, i milioni di poveri e di disoccupati.