SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenica 7 novembre 2004, Sambenedettese–Teramo. Visibilio rossoblù. Non sta più nella pelle il popolo della Samb che pare sia destinato a divertirsi anche al Riviera. Se finora infatti la Samb aveva convinto e raccolto punti soltanto lontano dalle Marche, da due domeniche a questa parte i punti racimolati in casa sono stati addirittura sei. Bottino pieno dopo un periodo di “magra�? (due miseri punti nei primi tre incontri casalinghi), cinque reti e soprattutto due prestazioni convincenti. Oggi c’era l’esame Teramo da superare, impegno insidioso per le necessità di classifica degli abruzzesi ed un match al quale qui in riviera (aspettando l’Ascoli…) tengono molto; un mezzo derby in virtù della vicinanza delle due città e della rivalità ormai storica tra le rispettive tifoserie.
Oltre 5.000 i presenti, con circa 350 teramani sistemati in curva sud. Ma cominciamo dalla fine… Rosseggia il cielo di una “splendida�? partita dalle passionali tinte sambenedettesi, scorrono i titoli di coda su di una giornata assai positiva per la Samb e all’ “orizzonte�? prende forma un insolito e imprevisto siparietto che vede coinvolti la curva Nord ed il presidente della Samb Mastellarini.
Si celebra la seconda vittoria casalinga consecutiva, il patron è nei pressi del sottopassaggio adibito a “raccogliere�? i 22 dopo le fatiche sul campo, a dare pacche sul petto e dispensare riconoscenti abbracci ai suoi giocatori, i quali sono appena reduci da un altro abbraccio, quello ideale, imponente e sentito, del Tempio del Tifo che, ancora non pago di festeggiare, chiama a sé pure il presidente rossoblù. Dapprima il “Mast�? si limita ad applaudire e ringraziare – appare quasi timido ed impacciato – poi però viene trascinato “di peso�? sotto la Nord in brodo di giuggiole, da quel gruppetto di sostenitori che al triplice fischio dell’arbitro avevano dato vita ad una mini-invasione di campo a caccia di “orpelli�? rossoblu.
Partono i primi cori affettuosi al numero uno del sodalizio di Viale dello Sport che poi – sembra quasi di rivivere la famosa scena conclusiva di un celebre film anni Ottanta di Lino Banfi, “L’allenatore nel pallone�?, in cui il mitico allenatore Oronzo Canà viene portato in tripudio dalla folla festante dei tifosi della Longobarda – viene “sradicato�? dal suolo e portato in spalle da due forzuti ultras nostrani che iniziano a lanciarlo in aria tra gli “olè�? divertiti della gente!
Grande soddisfazione – lo avrete capito – in tutto l’ambiente rivierasco, ambiente che si immedesima sempre più, partita dopo partita, con gli uomini di mister Ballardini.
Spazio allora al match tifato. All’entrata delle due contendenti sul prato verde dello stadio marchigiano la Nord “apparecchia�? la curva – distribuiti centinaia di piatti di plastica a dividere il settore in quattro porzioni (gialla, rossa, blu e ancora gialla) riproponendo un’idea ammirata negli anni d’oro del tifo, gli Ottanta – nella speranza di fare un’abbuffata di gol. Non sarà delusa. Dopo aver alzato al cielo i piatti in questione, la grossa quantità di plastica si riversa sul campo regalando un effetto visivo davvero bello.
La sud, animata da circa 350 ultras ospiti – i Devil’s Korps arrivano con una decina di minuti di ritardo – offre anch’essa un apprezzabile colpo d’occhio con due bandieroni targati D.K. (uno bianco e l’altro rosso con sul retro il volto stilizzato del “diavolo�? teramano), un paio di stendardi e tante bandierine biancorosse. Appesi gli striscioni Devil’s, Cocce Sciambe, Picari, “Francesco vive�?, Massimo, “Coerenza ad oltranza�? e “- siamo + resistiamo�?.
Sostengono i calciatori abruzzesi con discreta continuità per tutti i 90 minuti e sono da lodare specie per la sbandierata corale senza tregua nonostante il risultato sfavorevole. Numericamente meno di circostanze precedenti, ma sotto un’ottica prettamente ultras, vanno “promossi�?.
Buona la prova della curva di casa che dopo la simpatica ed originale coreografia citata, mette tanta voce al servizio della Samb, insieme a manate, sciarpate, sbandierate (più assidue rispetto al passato) e all’immancabile colore fatto da una bella quantità di vessilli e rimpinguato dalla decina di bandiere nella zona della Fossa (rosse con banda orizzontale blu).
Colonnello e soci risolvono l’incontro nel secondo tempo – fitta torciata in apertura dello stesso – e proprio nella ripresa cresce l’entusiasmo ed il sostegno dell’Onda d’Urto e di tutti i gruppi rossoblu, i quali riescono a coinvolgere la curva all’unisono ed in talune circostanze la tribuna e i distinti che hanno così modo di sgranchirsi le mani e si ricordano di avere un pizzico di voce in gola.
Doppio “acuto�? argentino per la Samb, il delle Palme rende merito a Vidallè – standing ovation allorché il “gaucho�? viene sostituito – e la Nord si lascia andare all’ironia che di solito saluta le vittorie più belle: dalle miriade di sfottò diretti ai tifosi dirimpettai si stagliano i versi a mo’ di papera recitati dai sostenitori sambenedettesi! Segue un abbraccio collettivo, i balli gioiosi ed il “must�? della sciarpata sulle note di “Nuttate de lune�?. Resta giusto il tempo per ammirare il magnifico “tramonto rossoblu�?.
Ecco poi quel mattacchione di Matellarini, il quale sembra volere – si fa per dire – a tutti i costi imitare l’Oronzo Canà di una ventina di anni fa. Oggi come allora la Longobarda, ops, la Samb, deve salvarsi. Andatelo un po’ a dire a quanti, non pochissimi, all’ultimo respiro si lasciano andare ad un euforico – ma comprensibile, alla luce della bella vittoria e del terzo posto in classifica – “Torneremo in serie B�?….
STRISCIONI. “Angolino�? finale dedicato ad alcuni dei messaggi srotolati dalla Nord nella giornata odierna. Ce ne sono di significativi. Iniziamo con “Chi lotta per la libertà vive in eterno. Arafat ultimo guerriero�?, continuiamo con “31-10-04: nessuna pietà per chi non ha pietà!�?, “L’ultras paga per colpe che non ha…non c’è più giustizia e lealtà!�? (riferiti al comportamento tenuto domenica scorsa dalla celere di Reggio Emilia).