REGGIO EMILIA – Domenica 31 ottobre 2004, Reggiana-Sambenedettese. Affluenza non elevatissima nell’impianto emiliano per quella che è la sfida di cartello dell’ottava giornata: i 5.000 circa presenti
(918 i biglietti staccati a San Benedetto più un discreto numero di tifosi che si sono recati al Giglio senza biglietto) sembrano qualche cucchiaino di nutella spalmato su una fetta di pane gigantesca (30.000 quasi la capienza del Giglio). Qualche centinaio di persone appollaiate ai distinti, 3.000 circa gli ultras in “Curva Ariosto�?, un migliaio i sostenitori nostrani nel settore dirimpettaio, la tribuna coperta abbastanza gremita.
Teste Quadre, Gruppo Vandelli, Gruppo Alcolico, il lenzuolo “Forza Vecchio Cuore Granata�? ed Ultras i gruppi granata che per le entrate in campo delle squadre accendono qualche torcia, lanciano della carta tifogenica, sventolano alcune bandiere, alzano al cielo degli stendardi – simpaticissimo il “Tu segni e io…SBorneo�?, a giocare col nome del nuovo idolo della tifoseria di casa. Ma lo spettacolo è nella curva destinata agli ospiti con fumogenata multicolore, una discreta cartata ed i sei bandieroni sventolati – spettacolo permanente – in una sorta di parterre creato dagli stessi tifosi rossoblu. Dulcis in fundo lo striscione casalingo “Il Tempio del Tifo�? “appiccicato�? in transenna. Impatto visivo di categoria superiore e certamente migliore rispetto a quello offerto dai padroni di casa.
Acustica straordinaria quella del Giglio, l’impianto più “inglese�? di tutto il girone, se non dell’intera terza serie: gli spalti a ridosso del campo, le voci ultras (e non solo) che entrano, risolute e chiassose, dentro il tappeto verde emiliano: finalmente un ambiente degno del blasone e della tradizione sambenedettese. Un “salotto�? questo stadio, decisamente sprecato per la C.
Molto tirata la gara sul campo (poche però le nitide palle-gol), avvincente anche quella che si gioca in parallelo sugli spalti, con i fans di casa nostra che non danno a vedere più di tanto l’inferiorità numerica: da paura, stile Anfield Road, tanto per rimanere in tema di stadi anglosassoni!, il “Noi-vogliamo-questa-vittoria�? rivierasco. Compatti oltremodo i battimani rossoblu, mentre i padroni di casa sembrano leggermente affievolirsi nell’entusiasmo sul finire di primo tempo.
Bella sciarpata granata in apertura dei secondi 45 minuti, peccato non sia seguita da tutto il settore. Aumenta il sostegno di entrambi le fazioni nei confronti dei propri beniamini, anche perché la partita sale di tono, la torcida rossoblu si rende protagonista di un insistente ed insistito connubio mani-voce che emerge nitidamente nel frastuono del Giglio. Coesa la partecipazione del popolo marchigiano che incoraggia e trae ulteriore linfa dalla verve di Vidallè e c. in zona gol. La Samb tiene benissimo il campo e là davanti si rende pericolosa in svariate occasioni, specie con Bogliacino e Martini: la nord diventa una bolgia con l’armata sambenedettese che pregusta la marcatura. Mani in avanti, elevata profusione di energie vocali e partita del tifo che si infiamma ancora di più con l’entrata in campo del bomber Tino Borneo, con tanto di maschera sul volto dopo la frattura dello zigomo. Applausi da ambo le parti per il centravanti lombardo. E’ proprio vero, la classe e la professionalità di determinati campioni mettono tutti d’accordo.
Con Borneo la “Regia�?si rende assai più pericolosa dalle parti di Spadavecchia ed anche Teste Quadre e soci si fanno notare maggiormente in quanto a calore e partecipazione. Una serie di tre calci d’angolo di fila da far tremare i polsi, poi la Samb sembra riprendersi.
Sempre calda ed avvincente la sfida tra ultras di casa ed ospiti; la platea reggiana talvolta si desta dal torpore e segue con le mani gli incipit della curva sud. All’unisono invece i supporters rossoblu, che soffrono ma appena la palla si allontana dall’area di rigore rivierasca riprendono fiato. Espulsione di Minetti all’alato. Espulsione di Minetti all’alba dell’incontro. Punizione di Favaro, tiro.. Si ripete per l’uscita anticipata dalla barriera di un difensore granata. Favaro-bis: nulla di fatto. Ma intanto si è letteralmente “incendiata�? la curva rossoblu che dà fondo alle ultime energie ed è assordante l’urlo che si alza fin su il cielo emiliano. Finisce 0-0, ma la gente sambenedettese è contenta e ringrazia col consueto affetto gli 11 rossoblu. Stessa scena nella curva granata. Poi “Tinone�? va a salutare i suoi ex tifosi: brividi sulla pelle e lungo la schiena di chi ha amato per “mezza stagione�? questo cecchino gira-mondo.
Una bella partita dentro uno stadio che sa incredibilmente regalare emozioni in stile anglosassone. C’mon guys!
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