POLITICA. Paolo Forlì cerca un riavvicinamento tra Martinelli e Pompei. Conferma che non sbagliavo giovedì scorso quando scrivevo che il male minore è mantenere la maggioranza e rispettare le decisioni elettorali. Nonostante i problemi, tra l’altro, non mi pare che San Benedetto sia sull’orlo della catastrofe.
Le conclusioni si possono tranquillamente tirare a fine mandato anche se l’opposizione sta facendo ampiamente il suo dovere istituzionale. Giuste anche le riflessioni di Nazzareno Torquati (ex assessore sambenedettese) “Perché perdere tempo a litigare invece che dedicarsi esclusivamente a governare�?.
Non tutto quello che dice è però esatto. Mentre è vero che lui fece molto per cercare di risollevare la Sambenedettese Calcio dopo il fallimento, la ‘sua’ amministrazione (capeggiata dal sindaco Paolo Perazzoli) fece molto per aiutare colui (Venturato) che poi l’avrebbe portata all’esclusione da tutti i campionati professionistici. Fu un grave errore. Storico direi e la storia non si può cambiare né il tempo può cancellarla o offuscarla. Anzi quella storia mi porta ad una riflessione secondo me molto importante. Perazzoli aiutò sconsideratamente un presidente della Samb Calcio (lo posso dire oggi perché lo dissi anche allora in tempo reale anche se non servì a nulla), Martinelli ha tergiversato prima di farlo fino a non farlo. Allora la Samb scomparve, oggi sta riprendendo vela. I fatti dicono questo anche se non inficiano assolutamente il valore dei due primi cittadini.
TURISMO. Il caso tra lo chalet Mojito e il comune di Grottammare (troppi rumori fuori orario) smentisce la mia affermazione di qualche settimana fa: “Siamo la Riviera del-l’equilibrio�?. Nel senso che il nostro territorio piace perché non ci sono eccessi. Nello chalet Mojito pare che ci siano stati tanto che è stato super sanzionato, legge alla mano.
Eppure entrambi i contendenti hanno ragioni da vendere. Come mai? Dico la mia: equilibrio significa anche non mischiare ‘il sacro con il profano’. Non è proprio così ma la frase rende bene l’idea. Mi spiego. Il luogo che si chiama spiaggia esiste per prendere il sole, il mare per farsi il bagno o navigarci, gli chalet (come struttura) per rilassarsi e rinfrescarsi ma principalmente (per l’80% sono diventati ristoranti) per mangiare.
E il luogo per divertirsi, magari facendo rumore e ‘casciara’? Non esiste. Giovani penalizzati quindi. Serve insomma un… quarto luogo. Quale? La collina a 1-2-3 chilometri dalla costa offre una soluzione sulla quale si può dibattere e che non dovrebbe mortificare l’ambiente. Non è infatti indispensabile cementificare per certe realizzazioni. Almeno credo.