Sono state le dichiarazioni del giocatore del Grosseto Salvatore Ambrosino a consentire ai pm della Procura di Napoli, Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, che conducono l’inchiesta sul calcio scommesse, l’identificazione di personaggi nascosti dietro i nomi di codice come «uomini neri» (gli arbitri Gabriele e Palanca), «il santone» (Nicola Salerno, ds del Cagliari), «il bello» (Stefano Bettarini), «il grande capo» (il presidente del Modena, Romano Amadei).

Il lavoro di indagine continua con l’esame di migliaia di intercettazioni e la loro interpretazione per risalire alle partite alterate. Non sono per ora previsti nuovi interrogatori nell’inchiesta che potrebbe subire rallentamenti a causa della pausa estiva delle attività della Procura. L’indagine ipotizza una rete di collegamenti tra addetti ai lavori del mondo del calcio per influenzare l’esito delle partite ed organizzare scommesse truccate.

I magistrati, che lunedì – dopo la prima tranche di maggio – hanno indagato altre 14 persone tra cui due arbitri di serie A, dirigenti di società di calcio e giocatori, facendo salire a 33 il numero dei coinvolti nell’inchiesta, dovranno esaminare altri documenti e tabulati telefonici di altre utenze, mobili e fisse, di indagati, tra cui, in particolare, recentemente, sono state acquisite quelle di uno degli indagati, il calciatore Antonio Marasco.

A quest’ultimo, precisano i legali Francescomaria e Luigi Tuccillo, sono stati restituiti i computer che erano stati sequestrati dagli investigatori per effettuare controlli al fine di verificare l’ipotesi di scommesse effettuate via internet. «L’ipotesi è caduta – spiegano i legali, che difendono anche Generoso Rossi – in quanto i magistrati hanno restituito spontaneamente i computer precisando nel provvedimento di non aver riscontrato alcuna anomalia».
Francescomaria Tuccillo precisa, inoltre, che negli interrogatori citati nel decreto di perquisizione con cui sono state indagate le altre 14 persone, «Ambrosino fa un’interpretazione originale delle intercettazioni telefoniche in quanto decodifica le sue stesse dichiarazioni». Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori anche altre partite di calcio per le quali ci sono indizi di minore consistenza come Modena-Brescia e Siena-Sampdoria terminate entrambe 0-0 e disputate lo scorso 10 aprile.

Ulteriori accertamenti riguarderanno la posizione del presidente del Modena Romano Amadei citato in numerose intercettazioni telefoniche riportate nel decreto di perquisizione che riguardano la partita Chievo-Modena del 2 maggio scorso. La conversazione avviene tra due degli indagati che discutendo della partita Chievo-Modena spiegano che la Reggina aveva offerto soldi al Chievo e che, a loro dire, Amadei, appreso ciò, avrebbe raddoppiato la cifra che aveva inizialmente offerto al Chievo per essere sicuro di ottenere il risultato.

Il colloquio sarebbe avvenuto tra i calciatori Salvatore Ambrosino e Maurizio Caccavale che parlano in dialetto napoletano. Ambrosino in quell’occasione spiegò: «Quelli della Reggina hanno messo il treno vicino, allora quelli del Modena hanno raddoppiato, gli hanno dato ancora qualcosa, capito… Il presidente ha messo mano alla sacca (tasca, ndr)».

E` arrivata intanto l`attesa replica della Gea World alle accuse arrivate martedì nell`ambito del caso calcio-scommesse. In rappresentanza del CdA, Alessandro Moggi, presidente della società, ha dato mandato ai legali della Gea di presentare una denuncia per calunnia e diffamazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.

Nel comunicato diffuso dalla società stessa si spiega che “tale azione è presentata nei confronti di quanti avrebbero contribuito con le loro dichiarazioni ad associare il nome di Gea World e dei suoi azionisti all`inchesta sul calcio scommesse”. Oltre all`azione già in fase di avvio, la società si riserva anche “il diritto di procedere in sede civile per il risarcimento dei danni d`immagine”.

fonti: foggiacalciomania.com e datasport.it