Domani a Bologna si terrà un raduno nazionale ultras in cui interverranno all’incirca un’ottantina di tifoserie ultras di tutta Italia. Non è di certo il primo in assoluto, anzi, negli ultimi anni, in cui la “mano” della repressione contro il movimento giovanile più diffuso in Europa e non solo si è fatta pesantissima, le tifoserie di casa nostra hanno spesso pensato di mettere da parte rancori e odi reciproci per tentare di far sentire la propria “voce”, per parlare, per confrontarsi e poi protestare unitamente- la scorsa estate teatro del raduno fu Milano. Recentemente gli ultras italiani si sono dati appuntamento prima a Cesena (aprile) e poi ad Arezzo (maggio), due tappe di avvicinamento al rendez-vous di domani.

Saranno vicini, fianco a fianco, gruppi e città da sempre rivali, come Ascoli e San Benedetto, Bergamo e Brescia, Avellino e Salerno, Milano e Genova e così via. Non assoluta, ma massiccia l’adesione all’iniziativa. Presente anche una delegazione (circa 150 persone con un pullman doppio, un pullman normale e qualche macchina) di ultras rossoblu – tutti i gruppi della Curva Nord ad eccezione dei Baldi Giovani – che partirà dalla riviera delle palme diretta a Bologna, dove presso il parco di Villa Angeletti si terrà l’incontro.

Ieri intanto a Bergamo si è svolto una sorta di “pre-raduno” con le delegazioni appartenenti alle tifoserie dell’Atalanta, dell’Avellino, del Parma, del Milan, della Sampdoria, del Torino e del Brescia.

Facile prevedere che tra i motivi conduttori della “tavola rotonda” ci sarà la recente decisione presa dalla Lega Calcio italiana di far disputare un incontro della massima serie alle 13, il cosiddetto “lunch-match”. Ma non è solo lo “spalma-partite” uno dei motivi conduttori su cui si incentrerà la discussione, ma anche la disastrosa situazione in cui versano numerose società di ogni categoria, i folli stipendi dati ai calciatori che chiaramente pesano tanto sui citati bilanci; la questione dei biglietti per i settori ospiti che attualmente non possono essere acquistati il giorno stesso della gara, nella città e nello stadio in cui si svolge l’evento, l’eccessivo clima di repressione nei confronti degli ultras, la conseguente militarizzazione degli impianti sportivi e quant’altro.

Il raduno di Bologna – patrocinato dal Progetto Ultrà – si pone dunque come il tentativo di porre quantomeno un freno alla “brutta piega” presa ormai da almeno un decennio dall’amatissimo gioco del calcio, da quando cioè le pay-tv e gli interessi ad essa collegati ha ingigantito a dismisura il giro di denaro, le pressioni, i veleni, le accuse e tutto quello che ha spinto a gridare (già da tempo) i tifosi di tutta Italia “NO AL CALCIO MODERNO”.