Pietro D’Angelo vive a San Benedetto del Tronto dove è nato nel 1947. È celibe. Biologo, insegnante, è stato ricercatore all’istituto Superiore di Sanità e all’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha svolto attività di ricerca e didattica. Autore di diverse pubblicazioni, ha approfondito tra l’altro i problemi relativi all’eutrofizzazione dell’Adriatico. Tra i fondatori dei Verdi marchigiani, è stato consigliere comunale di S. Benedetto del Tronto, coordinatore nazionale della Federazione dei Verdi, nonché Consigliere Federale Nazionale e Responsabile del Forum trasporti. Membro del direttivo dell’Associazione “S.O.S. Adriatico”, per diversi anni portavoce regionale del “Sole che ride”, dal 1995 è Consigliere Regionale e capogruppo dei Verdi.

Quali motivi l’hanno spinta a candidarsi?

La mia candidatura è stata chiesta espressamente da Pecoraro Scanio. Credo di essere stato scelto per il mio impegno costante a favore dei diritti dei cittadini e dell’ambiente, non solo in ambito locale ma anche a livello nazionale e internazionale. Sono profondamente convinto che la presenza dei Verdi in Parlamento Europeo sia importante per tutti coloro che credono in un’Europa capace di far sentire la propria voce a tutela della pace e della democrazia.

Se sarà eletto, quali tematiche porterà all’attenzione del Parlamento Europeo?

Innanzi tutto, mi sta a cuore la tutela dei diritti dei cittadini, in primis la tutela della salute, che oggi purtroppo è minacciata dalla ricerca ossessiva del profitto. Mi batterò, come ho sempre fatto, anche per rendere concreto il benessere di ognuno di noi, dando priorità agli interventi utili per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo. Il controllo sugli alimenti, in particolare la questione degli Ogm, il problema del cambiamento del clima e le politiche dei trasporti sono tematiche che il Parlamento Europeo dovrà necessariamente affrontare.

Non crede che sulle tematiche ambientali tra gli Stati europei ci siano ancore troppe divisioni?

Francamente credo di no, o almeno da un po’ di tempo non è più così. Sul protocollo di Kyoto, ad esempio, l’Europa ha dimostrato di essere unita, se si eccettuano le resistenze opposte dalla Russia. In realtà, i principali contrasti sulle questioni ambientali sono causati dall’arroganza dell’amministrazione Bush.

Le istituzioni europee sembra ancora oggi dei ‘colossi’ incapaci d’incidere realmente sulla vita dei cittadini: è d’accordo?

Penso che l’Europa possa e debba fare molto per difendere la pace e la democrazia, nell’interesse di tutti i cittadini. In questo momento storico si sente la necessità di un soggetto politico forte che si attivi concretamente per risolvere i conflitti che stanno mettendo a rischio il mondo. E’ un ruolo che spetta principalmente all’Unione Europea ma anche il Parlamento Europeo può essere una forza propulsiva per il raggiungimento di questi obiettivi.

In vista delle europee, il premier Berlusconi ha invitato gli elettori a non votare i piccoli partiti: cosa risponde?

Il voto ai Verdi non è affatto inutile. Siamo un punto di riferimento costante per la tutela dei cittadini e dei loro diritti sia in ambito sociale sia a livello istutuzionale. Inoltre, penso che le differenziazioni siano un elemento di crescita della politica.

Sambenedettoggi sta conducendo una campagna sul tema della ‘Città territorio’: cosa ne pensa?

È un progetto molto interessante. Per raggiungere quest’obiettivo credo sia fondamentale che le singole realtà locali amministrino con una visione e una prospettiva comprensoriale.

Come mai i Verdi, dopo le elezioni del 2001, sono scomparsi dalla scena politica locale?

Non è vero che siamo scomparsi, noi ci siamo sempre. Siamo un punto di riferimento costante per i cittadini. Purtroppo non abbiamo nessun rappresentante in consiglio comunale. Alle elezioni comunali del 2001 i sambenedettesi hanno preferito eleggere chi fa i propri interessi e non quelli della gente.

Perché gli elettori dovrebbero votarla?

Per me parlano le battaglie in difesa delle persone emarginate, come quella combattuta per il popolo del Saharawi, che mi ha portato ad essere un punto di riferimento in tutta Europa.

Vorrei ricordare, poi, il mio impegno costante per la salvaguardia dell’ambiente. In Regione nel 2001 sono state approvate due leggi contro l’inquinamento elettromagnetico e acustico che portano il mio nome. Mi piacerebbe che i cittadini se ne ricordassero.