Parlaci un po’ di te: quando sei nato, dove, peso forma, piede con cui calci, ruolo, ecc…
Sono nato a Somma Vesuviana (Na) il primo aprile 1978, sono alto 181 cm ed il mio peso forma si aggira attorno ai 72 Kg. Il piede con cui calcio è il destro e di ruolo sono un centrocampista.
Attualmente stai giocando da esterno da centrocampo: è questo il ruolo che prediligi?
Io nasco come centrocampista centrale ed attualmente mi sono adattato a giocare esterno. Ovviamente, prediligo giocare in mezzo al campo, ma mi trovo bene anche in tale ruolo di esterno.
Quando hai iniziato a giocare a calcio e dove?
Iniziai all’età di 8 anni, nella Dinamo Napoli. Anche allora il mio ruolo era quello di centrocampista centrale. Dopo di che, sono stato nelle giovanili del Napoli per due anni (allievi regionali e nazionali) per poi passare alla ‘beretti’ della Turris, dove ho anche esordito in Serie C1 all’età di diciotto anni.
Hai mai partecipato al Torneo Internazionale di calcio giovanile a Viareggio?
Si, col Bologna. Dopo la mia esperienza in Campania sono stato un anno a Bologna: qui raggiunsi la semifinale del Viareggio, ma purtroppo perdemmo.
Qual è il ricordo più bello della tua esperienza giovanile ed anche quello più brutto?
Sicuramente un unico episodio: fu bellissimo raggiungere col Bologna la finale di Coppa Italia…che purtroppo però perdemmo contro il Bari. Una storia simile al Torneo di Viareggio…
Nella tua vita di calciatore, quali sono i rapporti di amicizia particolari che ancora ricordi con piacere?
Sicuramente, ho un ottimo rapporto di amicizia con Lemme. Ho inoltre degli ottimi rapporti anche con Savini e Camorani!
La stagione sportiva che ricordi con più piacere?
La seconda a Fermo, nella stagione sportiva 2001-02: giocai con continuità e mi resi partecipe di belle prestazioni. A tal proposito, domenica scorsa avevo persino deciso di non esultare in caso di rete, dato il bel ricordo che avevo…ma dopo aver visto (e sentito) il comportamento riservatomi dai tifosi canarini, ho cambiato idea…e debbo dire che nell’esultare sotto la splendida curva sambenedettese mi è venuta la pelle d’oca!
Parlando di allenatori, quali sono stati quelli che ti hanno dato di più?
A livello di tattica, senza discussioni, il miglior allenatore che ho avuto è stato Zeman, quando giocai con la Salernitana. A livello umano, quello che più mi ha formato caratterialmente è stato Buso, quando mi trovavo a Bologna.
Il calcio attualmente sta vivendo uno stato di crisi: quali pensi siano i mali e quali le possibili soluzioni?
Sicuramente gli stipendi troppo alti, in maniera generalizzata, hanno contribuito a far si che ci si trovasse in tali condizioni, con squadre in situazioni economiche disagiate. Io proporrei un tetto agli ingaggi dei giocatori con delle eventuali modifiche in aumento, in base alle capacità economiche – finanziarie di ogni società, in modo tale che chi si trovi in regola con i conti ed abbia quindi delle disponibilità adeguate per far fronte ad ingaggi più elevati lo possa fare senza recare danno a tutto l’ambiente calcistico.
E degli stranieri: cosa ne pensi? Troppi?
Riallacciandomi al discorso precedente, penso che se si facesse più attenzione al materiale umano proveniente dai vivai, piuttosto che andare a pescare sempre all’estero, si potrebbero abbattere anche i costi di gestione di molte società, ed allo stesso tempo valorizzare il parco giocatori italiano, che è molto vasto e qualitativamente elevato.
Che mi dici del doping?
Non ci possiamo nascondere dietro un dito: nello sport in generale si sente parlare purtroppo spesso dell’esistenza di casi di doping. Io personalmente, ho accettato senza problemi anche la possibilità di controlli a sorpresa, che servono anche a tutelare la nostra persona: negare il consenso sarebbe equivalso ad ammettere che si ha qualcosa da nascondere, ed io non ho nulla a riguardo.
Che rapporto hai con il Presidente Luciano Gaucci?
Onestamente, non ho mai parlato col Presidente: se sono venuto qui a San Benedetto lo debbo ad Alessandro il quale ha voluto che mi recassi qui in riviera.
Ed in passato: con quali Presidenti hai avuto un buon rapporto?
Alla Fermana, con Battaglioni: avevo un rapporto schietto. Probabilmente, dal punto di vista umano, a Faenza, con Minardi, ho incontrato anche un grande uomo.
Scopriamo l’Antonio Maschio persona…del giocatore sappiamo abbastanza: quali sono i tuoi pregi e difetti?
Sono un tipo coraggioso, che non si tira mai indietro. Sono inoltre abbastanza ottimista e disponibile. Ciò sia in campo che nella vita. Per quanto riguarda i difetti, a livello personale dovrei acquistare un po’ più di cattiveria… A livello di campo, ho un grosso difetto, che tuttavia, col passare del tempo, sto cercando di migliorare: quando la mia squadra vince con 2 – 3 reti di scarto, gioco con meno mordente, anzi…a volte, smetto proprio di giocare. Comunque, ripeto, pian piano sto migliorando.
Parlami della tua famiglia: sei sposato ed hai una bambina? Giusto?
Si, sono sposato con Luana (24 anni). Ci incontrammo circa 8 anni fa a Napoli ed ancora mi ricordo che ci conoscemmo il 12 settembre per poi tuttavia doverci separare (fisicamente) il 15 settembre, dato che io mi trasferii a Bologna. In ogni modo, ci siamo sposati due anni fa e precisamente il primo luglio 2002. Abbiamo una bambina di nome Flavia che proprio venerdì (9 aprile) compie un anno! Uno dei due goal è dedicato a lei…l’altro a me che sono nato pochi giorni prima… (ndr: auguri ad entrambi da parte della Redazione).
Hai fratelli, sorelle?
In tutto 7! Cinque fratelli e due sorelle…io sono il sesto. Siamo una famiglia molto unità dato che sia a Pasqua, sia a Natale, ci rincontriamo tutti per pranzare o cenare insieme a Somma Vesuviana.
Vengono a trovarti spesso i tuoi?
Mi seguono sempre, e quando possono vengono a trovarmi: l’ultima volta in casa col Giulianova.
Come spendi il tuo tempo libero?
A fare il padre ed ad aiutare mia moglie nelle faccende domestiche!
Hai degli hobby?
Si…mi piace molto stare al computer, e mi diletto molto con internet.
Rapporto calcio-famiglia: ti piacciono i ritiri? Hai qualche gesto scaramantico?
In genere non sono scaramantico…e non ho particolari gesti se non quello di baciare la fede di mia moglie quando entro in campo. Per quanto riguarda i ritiri…posso sinceramente dire che attualmente li odio! Quando non ero sposato, non vedevo l’ora di andare in ritiro, nel quale mi divertivo molto. Ma quando hai una famiglia, debbo dire che il tutto diventa molto pesante!
Come ti trovi a San Benedetto del Tronto?
Benissimo: una città stupenda nella quale mi trovo benissimo: e poi c’è il mare che adoro. Anche mia moglie si trova finalmente stupendamente!
Perché finalmente?
Prima di venire a San Benedetto non giocavo molto, ed ero un po’ nervoso. Ma ora che gioco con una certa continuità, e mi trovo in una città splendida come questa…tutto è perfetto. Sto anche cercando casa.
Nella tua carriera, in quale altra città ti sei trovato bene?
Posso dire che Fermo ho vissuto bene: evidentemente ho un certo feeling con le Marche.
A livello di pubblico: che giudizio dai a quello sambenedettese?
Il massimo: nella mia carriera ho visto poche città attaccate alla squadra come qui. Mi piacerebbe vedere cosa accadrebbe se tutto dovesse andare per il verso giusto dato che ora, che stiamo “solo” lottando per raggiungere i play-off, c’è un grande entusiasmo. San Benedetto merita ben altri palcoscenici: e poi, lo ripeto, non posso dimenticare lo speaker in occasione delle reti…con la curva e tutto lo stadio che acclamava il mio nome…meraviglioso!
Un ultima cosa: cosa ti piacerebbe fare una volta appese le scarpette al chiodo (ti auguro fra molti anni) e qual è il tuo sogno nel cassetto – desiderio ricorrente?
Sicuramente, mi piacerebbe rimanere nello stupendo mondo del cacio…ma è ancora prematuro pensare a tali cose… Dopo di che, il mio desiderio è un po’ il desiderio di tutti: vincere un campionato, o meglio, il campionato con la Sambenedettese; ed essere sempre felice con la mia famiglia!
Grazie mille per la disponibilità e simpatia…ed in bocca al lupo allora…
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