*Gentilissimo Direttore,

ringraziandola anticipatamente per lo spazio che vorrà concedermi, volevo intervenire a proposito della domenica ecologica del 28 u.s. e delle successive considerazioni apparse sulla stampa locale.

La prima osservazione da fare è che una domenica ecologica da sola ovviamente non serve a molto, occorrerebbero una programmazione seria e la diversificazione degli interventi.

La seconda considerazione è che andare ad ingolfare le due vie più trafficate di San Benedetto significa contribuire ad aumentare l’inquinamento sulla SS16 e sul lungomare, con una brutta sorpresa per coloro i quali avevano scelto di andare a fare una passeggiata, a piedi o in bicicletta, per respirare un po’ d’aria pulita. Ancora meno efficace per le strategie di medio periodo è, ovviamente, l’idea del “vulcanico assessore�? di realizzare la bretella nel nostro territorio.

Intanto non si capisce perché, dopo che il consiglio comunale di San Benedetto ha approvato un emendamento dell’Ulivo che prevede uno stanziamento di fondi per la deviazione del traffico pesante sulla A14, ancora non si abbiano notizie in merito alle azioni che dovrebbero seguire a questa decisione e che avrebbe dovuto intraprendere l’assessore delegato. Vorremmo effettivamente capire se si stia facendo qualcosa, almeno per quanto riguarda i rapporti con i comuni della fascia litoranea interessata (Grottammare, Cupramarittima, Pedaso e Porto S. Giorgio), con l’amministrazione provinciale e con la Regione, enti che hanno previsto nel proprio bilancio economico – finanziario, un capitolo specifico per gli interventi contro l’inquinamento causato dalle polveri sottili.

Con questo tipo di blocco del traffico si è penalizzata tutta la fascia sambenedettese della SS16, e i residenti di quelle zone lo sanno molto bene. Così si rischia di non favorire il necessario consenso a questo tipo di iniziative che servono innanzitutto a far capire ai cittadini che non è sempre indispensabile fare uso della macchina, e che molte azioni quotidiane possono essere anche svolte circolando in bicicletta o a piedi (in particolar modo se si tratta di un giorno festivo).

Colgo anche l’occasione per chiedere, come altri miei colleghi di coalizione hanno fatto, di conoscere i dati sull’inquinamento rilevati dalla centralina della SS16 a febbraio e marzo

Oltre a sostenere, come si capisce dalle mie precedenti affermazioni, che le domeniche senza auto dovrebbero riguardare l’intera città (e intendo anche Porto d’Ascoli, che fino a prova contraria fa parte del territorio sambenedettese dal 1939…), ritengo che sia giusto estendere l’eccezione riguardante le auto elettriche, anche a quelle alimentate a metano, così come accade in tutte le città che attuano questo tipo di intervento.

Sarebbe molto utile ed esemplare da parte del Comune di San Benedetto la conversione a metano del proprio parco auto. Inoltre, visto che – quando viene previsto – il contributo governativo per l’impianto a metano delle auto private, è molto esiguo, sarebbe auspicabile che il Comune prevedesse dei fondi (così come hanno fatto molti comuni dell’Emilia Romagna) per quei cittadini che volessero riconvertire la propria auto o comprarne una nuova alimentata a metano. Tutto ciò anche in considerazione del fatto che a giugno di ogni anno, questa amministrazione riporta a consuntivo almeno tre milioni di euro non spesi.

Queste sono piccole proposte, che faccio anche per non lasciare che la lotta all’inquinamento atmosferico passi solo per l’utilizzo del biofix, sostanza misteriosa e ancora allo stadio sperimentale, che molte città italiane – ed in particolare marchigiane – hanno da tempo rifiutato e i cui effetti non sono ancora ben noti, specie riguardo l’azione degli enzimi che questo prodotto contiene.

*Giulietta Capriotti

Comitato de L’Ulivo di San Benedetto del Tronto