Nazzareno Tacconi è uno degli uomini politici più
esperti della zona: è stato sindaco di Monsampolo del
Tronto una prima volta dal 1970 al 1975, e una
seconda volta ininterrottamente dal 1980 fino ad oggi.
Tacconi ci ha detto che le prossime campagne
elettorali (provinciali e anche comunali come nel caso
di Monsampolo), vedranno questo tema inserito nei
programmi di tutti i partiti, siano essi di destra che di
sinistra: detto da un uomo che da trentacinque anni è
al governo di un comune strategico nello sviluppo della
Vallata del Tronto, c’è da credere che ciò avverrà
veramente. Nella sua intervista, Tacconi ha ribadito
quello che già è stato anticipato in questa pagina dai
sindaci di Acquaviva, Cupra, Ripatransone: l’Unione dei
Comuni è indispensabile per il progresso della
“Riviera delle Palme” e del suo entroterra. Anzi, Tacconi
ci è parso ancor più risoluto nell’invito a percorrere
questa ipotesi rispetto ai suoi colleghi. Prima di
leggere le sue parole, spendiamo alcune righe per
descrivere le caratteristiche principali di Monsampolo:
si tratta di un comune che si sviluppa su tre differenti
“strati”: la parte valliva è di più recente sviluppo, e,
assieme all’area industriale che conta circa 1.500
addetti, è qui sorta la frazione di Stella di Monsampolo;
c’è poi il borgo di Monsampolo, abbarbicato
sull’estremità del colle; c’è infine la fascia collinare
agraria, che, fra Monsampolo ed Acquaviva, fornisce
paesaggi incantevoli.

Gentile Sindaco Tacconi, da alcune settimane
stiamo indagando sulla possibilità di unificare i territori
dei comuni della “Riviera delle Palme”. Tre sono le
parole-chiave fin qui emerse: integrazione dei servizi,
Unione dei Comuni, Fusione dei Comuni. Qual è il suo
parere?

Escluderei subito l’ipotesi di Fusione dei Comuni,
perché gli enti coinvolti sono paesi di medie
dimensioni, spesso attorno ai cinquemila abitanti, e in
questo contesto l’identità del comune resta un tratto
ineliminabile. Possiamo invece partire fin da subito
dall’Unione, specie per alcuni servizi come
l’urbanistica, la gestione delle attività di tutela del verde
pubblico, i servizi cimiteriali, la manutenzione delle
strade, i servizi di vigilanza, il turismo, i trasporti.

In che modo crede debba lavorare l’Unione dei
Comuni?

Bisogna che tutti siano posti in una condizioe paritaria,
perché in questo caso non può accadere che il
comune più grande possa poi comandare sui più
piccoli. Credo che un buon esempio da seguire sia
quello dell’Ambito Sociale 21, dove si ritrovano i sindaci
di 19 comuni della zona. Possiamo pensare ad una
Unione dei Comuni dove ciascun paese sia
rappresentato dal proprio sindaco o da un delegato
dello stesso.

Quali crede sarebbero i vantaggi derivanti da una
Unione di Comuni?

Con l’Unione miglioreremo i servizi, controlleremo
meglio il territorio, e risparmieremo del denaro
pubblico. Voglio fare alcuni esempi: riguardo la
Vigilanza, qui a Monsampolo abbiamo tre vigili urbani,
che non possono assolvere a tutte le competenze loro
demandate sul tutto il territorio. Devono svolgere ad
esempio il lavoro di Vigilanza Urbanistica e verificare
se ci sono discariche abusive. Occorrerebbe invece
eseguire una gestione unitaria di questi servizi con gli
altri comuni della zona. Altro esempio è quello dei
trasporti: la Start serve la Vallata del Tronto, ma non
abbiamo alcun collegamento tra i centri storici.
Uniamoci per svolgere anche questo servizio
essenziale per molte persone.

Attraverso il Consorzio Turistico “Riviera delle
Palme” si è tentato di percorrere la via dell’integrazione.
Cosa ne pensa?

Noi non facciamo parte del Consorzio, ma non escludo
che ciò possa avvenire prossimamente. Crediamo che
su questo tema noi possiamo integrare l’offerta
turistica balneare di San Benedetto e degli altri comuni
della costa, in un modo che non porti via turisti da San
Benedetto ma che, piuttosto, riesca a promuovere il
territorio della “Riviera delle Palme”. Già abbiamo
avviato diverse iniziative: dalla riscoperta dei percorsi
ipogei, alla nascita di strutture di supporto per i centri
storici e di un turismo itinerante che favorisca la
scoperta dei paesaggi della media collina, senza
dimenticare l’importanza dei prodotti tipici locali.

Come sono i rapporti con i comuni della zona?

Devo dire che sono buoni con tutti, indipendentemente
dallo schieramento politico del sindaco. Collaboriamo
strettamente in ambito sociale, abbiamo un servizio di
distribuzione del metano in consorzio con i comuni di
Monteprandone, Colli del Tronto, Castorano, mentre
nei tre mesi estivi, assieme a questi ultimi comuni e
con Castel di Lama, svolgiamo un servizio di vigilanza
territoriale più accurato.

Dall’altra parte del Tronto c’è l’Abruzzo…

Eppure, con i comuni abruzzesi, siamo solo
‘conoscenti’. Qui a Monsampolo abbiamo però degli
ottimi rapporti con la pro loco di Martinsicuro.

Sembra molto entusiasta dell’idea dell’Unione.
Secondo lei non ci saranno ostacoli in questa
direzione?

L’ostacolo principale è la mentalità. Come piceni
abbiamo la caratteristica di essere iper-individualisti, di
volere emergere singolarmente senza capire che è
importante invece che tutti dobbiamo cercare di
migliorare unitariamente l’intero territorio. Purtroppo si
tratta di una cultura molto diffusa che si riverbera in
particolar modo a livello politico-amministrativo, con
ripercussioni negative.

È tempo di campagna elettorale, sia qui a
Monsampolo che per la Provincia. Crede che il tema
della “Città Grande” entrerà nel dibattito
pre-elettorale?

Sicuramente. Tutti i partiti inseriranno questo
argomento nei loro programmi, sia a livello locale che
a livello provinciale.

ppf