Lunedì 9 febbraio l’Assessore al turismo Bruno Gabrielli, insieme al consigliere comunale prof. Emidio Galiè e il presidente del Consorzio turistico Marco d’Albanese, hanno presentato il convegno dal titolo “Le nuove leve del mercato turistico: qualità e ambiente�?, in programma l’11 febbraio all’ Auditorium.

Comincia la presentazione l’assessore al turismo Bruno Gabrielli: “Mercoledì presso l’auditorium si terrà un convegno su come migliorare il nostro mercato turistico, organizzato grazie alla collaborazione tra l’istituto alberghiero e l’amministrazione comunale con l’assessorato al turismo, dal titolo è “Turismo, qualità e ambiente”. Ovviamente abbiamo coinvolto tutte le realtà di categoria, (l’associazione albergatori e il consorzio turistico riviera delle palme in primo luogo). Ringrazio quindi Marco d’Albanese (presidente del Consorzio turistico) e per la sua presenza. Nelson Sulpizi (presidente dell’ Assoalbergatori) è ammalato quindi non è potuto venire�?.

“Sarà un convegno molto interessante- prosegue Gabrielli- perché le tematiche, qualità e ambiente, sono due aspetti fortemente legati al turismo e fondamentali per la prospettiva futura. Dare la qualità nei nostri servizi secondo me è la sfida futura. Ci aspettiamo che intervengano anche tutti gli albergatori e le categorie interessate a questo discorso (ristoratori, bed and breakfast, ecc). Noi sappiamo che il mercato del turismo è quello che in futuro avrà lo sviluppo maggiore a livello mondiale. Ciò significa che l’Italia, che è al quarto posto nel mondo per le presenze turistiche, svolgerà un ruolo fondamentale. Data la ricchezza di bellezze ambientali, storiche e culturali del nostro paese dobbiamo essere interessati appieno da questo spunto. Per mantenere un ruolo di competitività ecco venir fuori il discorso sulla qualità e sull’ambiente, e quindi questo convegno�?.

�?Non è pensabile concepire la competitività dell’Italia in termini di prezzo- aggiunge l’assessore- perché ci sono altri paesi che sono imbattibili da questo punto di vista, dato che hanno un mercato del lavoro più flessibile e vivono situazioni molto diverse, che li portano ad essere più competitivi. Noi dobbiamo valorizzare il grande patrimonio che abbiamo, in termini di bellezze ambientali, storiche culturali. Non è più possibile pensare ad un turismo di quantità: la nostra competitività può stare solo nel dare la qualità. Ringrazio ancora chi ha attivamente collaborato per questo evento, quindi l’istituto alberghiero e il prof Emidio Galiè, che in quanto consigliere comunale e vicepreside dell’istituto alberghiero, ha collaborato da due parti contemporaneamente alla realizzazione di questo convegno.

La parola a questo punto va a Emidio Galiè: “L’idea nasce dal fatto che con la mia scuola abbiamo iniziato un processo di certificazione, circa un mese fa. In precedenza mi ero occupato di qualità, e ho pensato che se nella provincia di Macerata e in Abruzzo alcuni alberghi si sono già certificati, credo che tra noi e loro ci sia un gap da colmare. Abbiamo quindi pensato di dare un contributo, dato che la qualità rimane, dal nostro punto di vista, l’unica leva possibile per contrastare i mercati emergenti. Ci è venuto in mente allora di fare questo convegno, che non dovrebbe rimanere fine a se stesso ma bensì portare i nostri alberghi a capire che la qualità non è solo una parola o una slogan, ma una realtà da mettere in pratica�?.

�?Oggi non si pensa più a vendere e basta- spiega il consigliere di An- si mira più alla customer satisfaction, la soddisfazione del cliente. L’Iso (International Organization for Standardization) che ha sede a Ginevra, è un’organizzazione cui fanno riferimento 130 paesi nel mondo, che hanno liberamente voluto aderire ad un modo di procedere verso la qualità. Per quanto riguarda l’Italia, l’ente nazionale è rappresentato dall’Uni (Ente Nazionale Italiano Unificazione). Grazie l’Iso 9000 l’azienda imposta una traccia da seguire per raggiungere gli obiettivi. L’Uni 10670 nella fattispecie riguarda il settore alberghiero. Al nord queste certificazioni sono abbastanza comuni, mentre da noi arrivano in ritardo, come al solito. Ci sono comunque aziende che aiutano ad avere la certificazione (le regioni in passato elargivano contributi per questo).

La parola passa quindi al presidente del consorzio turistico Marco d’Albanese: ‘Secondo me anche stavolta l’amministrazione ha denotato notevole sensibilità verso il turismo. Per quanto riguarda le certificazioni, sono valide e rappresentano una forma di apertura verso il turismo straniero, dato che all’estero sono più sensibili a queste forme di certificazione. A livello locale, il fine ultimo è far capire agli albergatori che l’obiettivo è la qualità. Per quanto riguarda l’ambiente, io in quanto presidente ho la presunzione di dire che rappresento un Consorzio turistico dove sono presenti ben 3 bandiere blu e una bandiera arancione, quindi per quanto ci riguarda il concetto di qualità è stato recepito alla grande da questo punto di vista. Forse è stato recepito un po’ meno dagli albergatori, ma qui è importante il ruolo dell’amministrazione nell’incentivare gli investimenti e trovare soluzioni dal punto di vista economico, penso che mettere queste certificazioni abbia un costo, quindi magari potrebbero essere messi a disposizione dei fondi. Nella nostra città, purtroppo, dei 92 alberghi che ci sono nessuno è certificato, solo uno ci ha provato ma ha lasciato perdere per le difficoltà incontrate.

Gabrielli riprende la parola: “Deve esserci una traccia di quello che fai. Purtroppo non c’è una gestione manageriale o aziendale nella maggior parte dei nostri alberghi, è tutto a livello familiare. Non è soltanto una questione di servizi: la certificazione riguarda tutto. Non è più possibile pensare solo alla gestione familiare. Nel maceratese, addirittura le scuola si cominciano a certificare, mentre nella zona di Ascoli e provincia ancora nessuna: ci sarà una ragione per tutto questo. Bisognerebbe cominciare a porsi il problema, l’Abruzzo ha già cominciato a farlo. A Riccione 50 alberghi hanno deciso di usare solo prodotti e detersivi biodegradabili, bisogna anche cominciare a guardare cosa succede nelle altre realtà�?.

L’intervento finale è di Marco d’Albanese: “A volte mi chiedo perché la gente sceglie San Benedetto come meta turistica, dato che a Sharm el Sheikh, ad esempio, ci si arriva con 500-600 euro. La spiegazione, secondo me, è che il valore aggiunto di molti nostri è dato dalla qualità della vita superiore con la quale ospitano i clienti, unita al sentore familiare che le attività a gestione familiare riescono a trasmettere (magari con la cucina casereccia e l’informalità). Lavorando con l’estero però, la certificazione Iso è un grande punto di riferimento per i turisti stranieri, quindi una risorsa in più per l’attività�?.