SARA’ UN’ AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE: PROGETTI, QUALITÀ E SERVIZI AGGIUNTI, PER TRASFORMARE UN VECCHIO HANDICAP IN VANTAGGIO.

“Le scelte politiche, specialmente in un settore come l’agricoltura che sta profondamente innovandosi, hanno sempre più bisogno di competenze specialistiche per qualificare e dare maggiore efficacia all’azione, oltre che per garantire trasparenza alla comunità.�?
Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Giulio Silenzi parlando del ruolo dell’Osservatorio agroalimentare delle Marche che ha curato il Rapporto agricolo 2002 , contenuto in un volume presentato ieri in Regione. “Se a stretto contatto con il territorio e con le istituzioni – ha proseguito Silenzi- opera una struttura di supporto tecnico-scientifico e di ricerca, tra le poche in Italia, in grado di analizzare i fenomeni in evoluzione e produrre conoscenza, potremo programmare l’attività politica calibrandola sulle esigenze specifiche ed essere più tempestivi negli interventi. L’intento, inoltre, è quello di far diventare la presentazione del Rapporto agricolo, un appuntamento annuale di confronto, riflessione e valutazione comune delle politiche agricole regionali con le associazioni di categoria. �?
Il Rapporto agricolo 2002, primo risultato concreto dell’Osservatorio nato alla fine del 2001, è destinato ad essere un vero e proprio manuale di consultazione indirizzato agli operatori, sul modello dell’Annuario INEA. Lo ha spiegato Andrea Arzeni, ricercatore dell’Istituto Nazionale Economia Agricola e responsabile dell’Osservatorio, dicendo che si tratta di “una fonte informativa non solo statistica, ma anche analitica e di un elaborato calato nella realtà locale, dove trovare informazioni aggiornate altrimenti non reperibili. La funzione dell’Osservatorio – ha concluso- è quella di porsi come soggetto intermediario tra ricerca accademica e azione diretta sul territorio, di essere quindi un organismo di effettiva ricerca applicata. �?
Per Franco Sotte , docente dell’Università Politecnica delle Marche, tre sono i cambiamenti di grande portata da analizzare in una prospettive di medio- lungo periodo: dopo lo spostamento delle politiche da sostegno del mercato allo sviluppo rurale, ci si sta orientando verso il finanziamento di progetti, e non più di soggetti, lasciando le forme del finanziamento disperso. Si dovrà parlare di “pagamenti�? , come corrispettivi di contratti, non di contributi che richiamano il concetto di sostentamento; il secondo cambiamento riguarda il mercato: cambia la domanda che si rivolge all’agricoltura, si chiede valore, e il valore sta ormai nella qualità e nella vasta gamma di servizi aggiunti (immagine, marketing, trasformazione, commercializzazione, marchio); il terzo aspetto da valutare è l’aspetto demografico: con il primato di invecchiamento che in Italia spetta alle Marche -19,8 anziani e vecchi per giovane- assisteremo ad una fortissima selezione dei protagonisti. Gli agricoltori – ha sottolineato Sotte – dovranno avere l’intuito e il coraggio di cimentarsi con il mercato e con ruoli multifunzionali, valorizzati da politiche pubbliche in sintonia con questa rinnovata mentalità. Non si può più analizzare il settore agricolo e il suo sviluppo, senza rapportarsi a politiche integrate, senza riferirsi ai servizi sociali, alla sanità, ai collegamenti stradali, ecc. Ed anche se le risorse PAC sono orientate diversamente, basterà finalizzarle precisamente, secondo sistemi studiati sulla realtà locale. Puntare sulla ruralità delle Marche, sulle peculiarità che questa ha portato e porta con sé (qualità della vita, tradizioni socio culturali, paesaggio, tipicità, ecc.) significa evocare valori positivi e trasformare quello che è stato un handicap del passato, in un vantaggio, inteso come elevato grado di diversità dall’omologazione. Un fattore determinante per rendere tutta la regione competitiva in Europa con un esperimento originale di sviluppo economico, fondato sull’integrazione settoriale e territoriale. (ad’e)