L’artista ben noto in campo internazionale e, da anni, impegnato in vari specifici che vanno dalla pittura alla fotografia, dall’installazione alla produzione letteraria e teorica, fa sue le tecniche più disparate come l’acquerello, l’incisione, il film…il computer.
Patella porta, nello scenario del bel giardino di viale Buozzi, una mostra dal titolo “From Madmountain to Sben! (Viaggio e approdo a San Benedetto)”. Già nel titolo viene sottolineato il singolare rapporto che lega l’artista ai due importanti “poli�? della sua attività artistica: “Madmountain” o “Montefolle”, cioè Montepulciano, dove ha sede la casa-studio di Patella, e Sben, cioè San Benedetto del Tronto, meta da anni di quelle che egli definisce “piacevoli vacanze di lavoro�?.
Tra le opere in esposizione, da segnalare un’opera “marina�? di grande formato, “Io son dolce sirena”, implicante Dante ed una conchiglia-patella, i suoi caratteristici “Vasi fisiognomici”, veri e propri vasi-ritratto torniti su profili di personaggi storici o viventi, le opere fotografiche, tutte di grande dimensione, realizzate dall’artista a partire dal 1970, le “Autofoto camminanti sbadate”, eseguite autofotografandosi con la fotocamera a braccio teso. In esse si ritrovano il mare di Sben, nero, con nuvole e spume candide, la lontana statua del Pescatore, la pineta, ispiratrice di numerosi scritti poetici dell’artista.
Con San Benedetto Patella ha infatti stabilito negli anni un personalissimo legame: è qui che sono nati tanti suoi lavori, come il “Librosedere” o le “Valigette – opere”, acquisite nelle collezioni d’arte contemporanea di noti musei quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, il Moma di New York, lo Stedeljik di Amsterdam, il Muhka di Antwerpen, la Polaroid Corporation di Boston.
La mostra, organizzata dall’Amministrazione comunale e curata dal critico Osvaldo Rossi, rimarrà aperta per un mese, dal 2 agosto al 3 settembre, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 18 alle ore 24.