Stesso suggestivo scenario, in una soireé ideale per un incontro quasi familiare tra persone che condividono la stessa passione per il calcio. Italo Cucci arriva puntuale alla Palazzina Azzurra e con il suo fare di uomo sportivo e dai modi garbati prende posto sul palco mentre in sottofondo una canzone di Battisti sta scemando. Diversi i curiosi, tra turisti e gente del luogo, che sono accorsi all’evento. Ancora una volta è Maurizio Compagnoni ad introdurre il personaggio con semplicità e una buona dose di carica. “È uno fra i giornalisti più quotati che esistono in circolazione�? – ha iniziato Compagnoni – “ è stato direttore di Stadio, del Corriere dello Sport, del Guerin Sportivo, del Resto del Carlino. Da diversi anni è ospite a “Il Processo�? di Biscardi. Professionalmente eclettico e personaggio poliedrico, è questo il ritratto di Cucci. Il suo è un libro fatto di tante storie di vita molto belle legate al mondo del giornalismo poiché il nostro mestiere ha bisogno di una lunga e faticosa gavetta�?. Ed è proprio in tale suo iter lavorativo, per la sua indole così battagliera e tanto pungente che ha trovato molte persone a cui non andava a genio.

Nel suo libro ha citato, appunto, i personaggi che lo avevano preso in antipatia raccontando aneddoti delle volte davvero spiritosi. “Sono riminese di nascita�? – ha esordito Cucci – “ e sono tifoso del Bologna. Come si nasce giornalisti? Quando l’ho pensato la prima cosa che mi piaceva fare era conoscere la gente. Ho fatto tanti mestieri per soddisfare le mie curiosità e queste mi hanno poi portato lontano. I miei primi direttori sono stati Biagi, Spadolini. A tal proposito ecco come nasco giornalista sportiva. Nel 1961 arrivai al Resto del Carlino diretto da Spadolini, considerato un cardinale tante che lo dovevamo chiamare ‘professore’. Ed essere riconosciuto da lui significava acquisire qualcosa d’importante. Mi disse che con il mio temperamento così estremista sarei dovuto andare a ‘Stadio’, un quotidiano sportivo. Il primo incarico è stato seguire il Rugby, con le matricole non si è mai troppo buoni�?. Ma la vera popolarità l’ha raggiunta con uno scoop sul doping durante un Giro d’Italia. Da qui sono cominciati a venir fuori i nemici “sono felice di aver portato avanti le mie idee, quando cresci non devi mai chiedere i pareri agli altri perché poi ti fanno scrivere quello che loro vogliono. C’è stata una storia determinante per la mia vita personale: io e Bearzot eravamo nemici senza sapere il perché. Un giorno incontrammo in un albergo, parlammo e ai Mondiali ’82 fui il primo a schierarmi dalla sua parte. Da lì nacque una grande amicizia�?. Tra i personaggi nemici spunta il nome di Arrigo Sacchi “ non pretendo dalle persone a cui non piaccio una stretta di mano perché mi rendo conto di aver dato davvero fastidio. Sacchi cercò di convincermi che il calcio che fino ad allora avevo visto era finto, che il calcio vero lo aveva inventato lui. E coniò il titolo ‘vice-campione’. Fu una cosa che mi fece arrabbiare molto. Lo sport è agonismo, lo sport è vincere. Tagliare il filo di lana è una emozione grandissima che non potrà mai essere uguale ad arrivare al traguardo a filo gia tagliato. Per cui il motto l’importante è partecipare non lo condivido�?. Anche Franco Carraro è tra lista nera dei non amici “la nostra è una inimicizia di ordinanza. L’ho preso storto, è un ‘giovin signore’che viene da una famiglia ricca, è diventato campione di motonautica, poi presidente di motonautica ed infine presidente di tutto quello che c’era intorno�?. Tante sono le volte in cui ha rassegnato le dimissioni ma altrettante le volte in cui è stato riassunto dagli stessi che le hanno accettate. Cucci vive sempre sereno, il rancore non fa parte dei suoi sogni e sapete perché? Perché ha un sonno stupendo.