Sono ormai otto anni che il molo sud del porto di San Benedetto del Tronto diventa un laboratorio d’arte-museo con artisti di tutto il mondo che trasformano i massi frangiflutti in opere d’arte: é Scultura Viva, Rassegna di arte figurativa presente quest’anno dal 22 al 29 giugno 2003.
L’iniziativa è stata presentata dal presidente dell’associazione AltrArte Piernicola Cocchiaro, dal critico Carlo Melloni, dal presidente dell’AssoAlbergatori Nelson Sulpizi e dall’assessore alla Cultura Bruno Gabrielli.
“La novità -affermava Gabrielli l’anno scorso- è stata l’apertura agli artisti locali, con la partecipazione dello scultore di Porto d’Ascoli Emidio Sturba (partecipante alla 7° edizione della rassegna). Il molo sud è un posto per la passeggiata, e queste opere contribuisco a rendere la zona più attraente. Ringrazio il comandante della Capitaneria di Porto Alessandro Pajno che consente l’accesso per la realizzazione delle opere�?.
Con i lavori di quest’ultimo anno -spiega Piernicola Cocchiaro-, le sculture si estendono in lunghezza per circa 250 metri dall’inizio dell’area pedonale verso il monumento al gabbiano Jonathan: 64 opere d’arte ricavate dai massi che proteggono il molo sud del porto cittadino. Lo spettacolo cui danno vita in questi giorni è quanto mai affascinante: barche cullate dalle onde e gabbiani in volo fanno da sfondo all’assiduo fervore con il quale martelli, trapani e scalpelli, guidati dalla mano esperta degli scultori, plasmano e danno nuova vita ai blocchi di pietra. Ecco a seguire alcune notizie sui lavori dei partecipanti a questo ottavo anno di rassegna estemporanea, tratte dal depliant ufficiale della manifestazione.
Ulrike Ahme, tedesca, realizzerà la sua opera chiamata “Onda�?. L’artista, specializzata nella lavorazione di pietra e ceramica e che ha già tenuto mostre personali in città come Valencia, Annecy, Romans, Peyrus, St. Vallier e Vènissieux, ha scelto l’esecuzione di una forma scultorea che, in consonanza con le caratteristiche geografiche del luogo, incide notevolmente sulla struttura cubica del masso di travertino, trasformandolo in un “organismo volumetrico dalle linee sinuose, torsionali, tipiche del suo modo di fare scultura�?. In realtà la scultura ruota attorno ad un asse verticale virtuale, per cui a seconda delle angolazioni visuali si mostra con prospettive differenti
Isabelle Bourland, francese, presenterà “Paesaggio intimo�?. “Per la realizzazione dell’opera bisognerà lavorare su almeno tre facce del masso, creando una forma arrotondata ma non sferica, che sul lato più basso presenta una specie di solco, una spaccatura che ne orla, per così dire, la direzione curvilinea�?. La stessa scultrice, che ha collaborato per il restauro di molti edifici Francesi, scrive questo della scultura: “Mi piace giocare con lo spazio angusto del cubo. Vorrei dargli lo stesso stile delle mie sculture, nel tempo imposto dal simposio. Quello che mi riguarda è di confrontare la linearità geometrica con la voluttà della forma rotonda. La fessura presente tra le due è anche molto significativa per dare all’opera la sua sensualità�?.
Jan Van De Pol, belga, per il suo progetto si è ispirato al “Vascello fantasma�?, melodramma noto anche come “olandese volante�? che Richard Wagner trasse da una ballata di Heine. La leggenda narra di un olandese imbarcato su un vascello nero, dalle vele sanguigne, costretto a navigare ininterrottamente, con soste ogni sette anni, fino a quando non avesse incontrato una donna per sempre a lui fedele. L’incontro avverrà, ma l’epilogo sarà tragico per i protagonisti. L’artista, residente a Helmond (Olanda) è membro della Commissione internazionale per il simposio di scultura in pietra. Per il suo lavoro si affida ad un linguaggio che è per certi aspetti descrittivo. Tutto è affollato dai simboli essenziali della storia: la barca, la vela, il mare, le nuvole, l’orizzonte marino. Tuttavia ogni cosa è separata dal suo contesto, come in un puzzle: sarà quindi l’osservatore che dovrà ricomporre il tutto, anche mediante uno sforzo immaginativo.
Marino Di Prospero, artista Abruzzese nato a Torimparte (AQ), ha già realizzato sculture monumentali e commemorative a L’Aquila, Marane di Sulmona, Filetto, Lecce dei Marsi, Roma, Assergi, Campotosto, Pescocostanzo, Montereale, Notaresco, Sulmona, Torimparte. E’ uno scultore fortemente legato ai valori ancestrali della sua terra, in particolare alla cultura contadina. L’idea fondamentale di Prospero è quella di “subordinare la forma plastica all’utilizzo di elementi matrici che siano più congeniali ai risultati che egli si propone di raggiungere�?. Il progetto che presenterà a San Benedetto appare imperniato su una delle sue invenzioni iconiche da lui più adottate. Allo spettatore appare come un lungo collo senza testa o tentacolo di un animale: un’apparente proboscide protesa verso l’alto. Conoscendo altre due sculture dell’artista che presentano questo elemento figurativo, cioè “Moto perpetuo�? e “Risveglio�?, notiamo che in ambedue i casi l’elemento centrale è ingentilito dal fatto che nasce da un piccolo fondale a forma di grande foglia.
Piero Gensini, il più esperto tra gli artisti partecipanti, vive e lavora a Firenze ed ha allestito diciotto mostre in Italia e all’estero tra il 1969 e il 2002. Ha inoltre eseguito numerose sculture di grande formato, la maggior parte delle quali collocate in spazi pubblici nazionali e internazionali, utilizzando materiali disparati.
L’idea di Gensini è di tracciare un perimetro poligonale sulla facciata del masso, all’interno del quale si evidenzia un nucleo circolare che si apre a ventaglio verso un fianco del poligono. Sugli altri lati delle sporgenze triangolari daranno l’illusione di una superficie sfaccettata a guisa di diamante. In realtà, il nucleo centrale è scavato nelle viscere della pietra e le forme che da esso s’irradiano emergono appena alla superficie della tavola lapidea. L’autore ha intitolato il progetto “Forma germinale�?.
Francesco Panceri, il più giovane dei partecipanti, è nato nel 1976 a Crema, dove vive e lavora. Attualmente insegna educazione visiva e discipline plastiche al Liceo Artistico di Cremona.
Il progetto che propone sembra che esalti la potenza della pietra, usando uno sbarramento a tenaglia bilaterale, lasciando al centro un varco (“Varco�? è appunto il titolo dell’opera), che “è come una luce che apre i nostri pensieri alla speranza e concede un credito enorme alla tenacia e all’operosità dell’uomo�?.
Francesco Santori, nato nel 1952 nella vicinissima Grottammare, dove vive e lavora, ha ottenuto nella sua carriera numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro al Parlamento degli U.S.A. nel 1982. Ha inoltre eseguito numerose sculture su commissioni di privati e per luoghi di culto.
Il progetto di Santori è di una semplicità assoluta in quanto è immediatamente leggibile senza alcuna riflessione o sforzo interpretativo. Un gruppo di conchiglie di mare, di vario tipo, vanno a formare una natura morta un po’ Insolita. Insolita anche per l’autore, dato che in uno dei suoi più recenti cataloghi non ci sono figurazioni che si richiamano ai frutti di mare. L’artista ha evidentemente scelto, come altri partecipanti hanno già fatto in questa manifestazione e negli anni passati, un soggetto che fosse congeniale al luogo in cui si andrà a scolpirlo.
Kamen Tanev è il secondo artista più giovane della manifestazione, nato nel 1973 a Sofia (Bulgaria). Ha allestito una mostra personale al Centro di Cultura della Russia in Sofia e ha realizzato opere per istituzioni pubbliche della sua città. Ha inoltre eseguito alcune opere monumentali.
Il progetto ideato dallo scultore bulgaro è intitolato “Piece of Time�? e raffigura lo spaccato di un ingranaggio circolare, che naturalmente non ha alcun riscontro nella realtà. E’ soltanto una similitudine, per l’esattezza una similitudine del movimento rotatorio. D’altro canto Tanev, da artista che guarda anche all’altra cultura, quella scientifica, riesce a combinare il binomio moto/tempo dal quale “in forza della relatività scaturisce la nozione di spazio�?. Il connubio tra arte e scienza però è soprattutto virtuale: ne consegue che possiamo includere il suo progetto nel novero delle opere astratto-concrete.

Sette artisti: Un bulgaro, una tedesca, un francese, un belga e quattro italiani
Marino Di Prospero, artista Abruzzese nato a Torimparte (AQ), ha già realizzato sculture monumentali e commemorative a L’Aquila, Marane di Sulmona, Filetto, Lecce dei Marsi, Roma, Assergi, Campotosto, Pescocostanzo, Montereale, Notaresco, Sulmona, Torimparte. E’ uno scultore fortemente legato ai valori ancestrali della sua terra, in particolare alla cultura contadina. L’idea fondamentale di Prospero è quella di “subordinare la forma plastica all’utilizzo di elementi matrici che siano più congeniali ai risultati che egli si propone di raggiungere�?. Il progetto che presenterà a San Benedetto appare imperniato su una delle sue invenzioni iconiche da lui più adottate. Allo spettatore appare come un lungo collo senza testa o tentacolo di un animale: un’apparente proboscide protesa verso l’alto. Conoscendo altre due sculture dell’artista che presentano questo elemento figurativo, cioè “Moto perpetuo�? e “Risveglio�?, notiamo che in ambedue i casi l’elemento centrale è ingentilito dal fatto che nasce da un piccolo fondale a forma di grande foglia.
Piero Gensini, il più esperto tra gli artisti partecipanti, vive e lavora a Firenze ed ha allestito diciotto mostre in Italia e all’estero tra il 1969 e il 2002. Ha inoltre eseguito numerose sculture di grande formato, la maggior parte delle quali collocate in spazi pubblici nazionali e internazionali, utilizzando materiali disparati.
L’idea di Gensini è di tracciare un perimetro poligonale sulla facciata del masso, all’interno del quale si evidenzia un nucleo circolare che si apre a ventaglio verso un fianco del poligono. Sugli altri lati delle sporgenze triangolari daranno l’illusione di una superficie sfaccettata a guisa di diamante. In realtà, il nucleo centrale è scavato nelle viscere della pietra e le forme che da esso s’irradiano emergono appena alla superficie della tavola lapidea. L’autore ha intitolato il progetto “Forma germinale�?.
Francesco Panceri, il più giovane dei partecipanti, è nato nel 1976 a Crema, dove vive e lavora. Attualmente insegna educazione visiva e discipline plastiche al Liceo Artistico di Cremona.
Il progetto che propone sembra che esalti la potenza della pietra, usando uno sbarramento a tenaglia bilaterale, lasciando al centro un varco (“Varco�? è appunto il titolo dell’opera), che “è come una luce che apre i nostri pensieri alla speranza e concede un credito enorme alla tenacia e all’operosità dell’uomo�?.
Francesco Santori, nato nel 1952 nella vicinissima Grottammare, dove vive e lavora, ha ottenuto nella sua carriera numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro al Parlamento degli U.S.A. nel 1982. Ha inoltre eseguito numerose sculture su commissioni di privati e per luoghi di culto.
Il progetto di Santori è di una semplicità assoluta in quanto è immediatamente leggibile senza alcuna riflessione o sforzo interpretativo. Un gruppo di conchiglie di mare, di vario tipo, vanno a formare una natura morta un po’ Insolita. Insolita anche per l’autore, dato che in uno dei suoi più recenti cataloghi non ci sono figurazioni che si richiamano ai frutti di mare. L’artista ha evidentemente scelto, come altri partecipanti hanno già fatto in questa manifestazione e negli anni passati, un soggetto che fosse congeniale al luogo in cui si andrà a scolpirlo.
Kamen Tanev è il secondo artista più giovane della manifestazione, nato nel 1973 a Sofia (Bulgaria). Ha allestito una mostra personale al Centro di Cultura della Russia in Sofia e ha realizzato opere per istituzioni pubbliche della sua città. Ha inoltre eseguito alcune opere monumentali.
Il progetto ideato dallo scultore bulgaro è intitolato “Piece of Time�? e raffigura lo spaccato di un ingranaggio circolare, che naturalmente non ha alcun riscontro nella realtà. E’ soltanto una similitudine, per l’esattezza una similitudine del movimento rotatorio. D’altro canto Tanev, da artista che guarda anche all’altra cultura, quella scientifica, riesce a combinare il binomio moto/tempo dal quale “in forza della relatività scaturisce la nozione di spazio�?. Il connubio tra arte e scienza però è soprattutto virtuale: ne consegue che possiamo includere il suo progetto nel novero delle opere astratto-concrete.
Sette artisti: Un bulgaro, una tedesca, un francese, un belga e quattro italiani
Marino Di Prospero, artista Abruzzese nato a Torimparte (AQ), ha già realizzato sculture monumentali e commemorative a L’Aquila, Marane di Sulmona, Filetto, Lecce dei Marsi, Roma, Assergi, Campotosto, Pescocostanzo, Montereale, Notaresco, Sulmona, Torimparte. E’ uno scultore fortemente legato ai valori ancestrali della sua terra, in particolare alla cultura contadina. L’idea fondamentale di Prospero è quella di “subordinare la forma plastica all’utilizzo di elementi matrici che siano più congeniali ai risultati che egli si propone di raggiungere�?. Il progetto che presenterà a San Benedetto appare imperniato su una delle sue invenzioni iconiche da lui più adottate. Allo spettatore appare come un lungo collo senza testa o tentacolo di un animale: un’apparente proboscide protesa verso l’alto. Conoscendo altre due sculture dell’artista che presentano questo elemento figurativo, cioè “Moto perpetuo�? e “Risveglio�?, notiamo che in ambedue i casi l’elemento centrale è ingentilito dal fatto che nasce da un piccolo fondale a forma di grande foglia.
Piero Gensini, il più esperto tra gli artisti partecipanti, vive e lavora a Firenze ed ha allestito diciotto mostre in Italia e all’estero tra il 1969 e il 2002. Ha inoltre eseguito numerose sculture di grande formato, la maggior parte delle quali collocate in spazi pubblici nazionali e internazionali, utilizzando materiali disparati.
L’idea di Gensini è di tracciare un perimetro poligonale sulla facciata del masso, all’interno del quale si evidenzia un nucleo circolare che si apre a ventaglio verso un fianco del poligono. Sugli altri lati delle sporgenze triangolari daranno l’illusione di una superficie sfaccettata a guisa di diamante. In realtà, il nucleo centrale è scavato nelle viscere della pietra e le forme che da esso s’irradiano emergono appena alla superficie della tavola lapidea. L’autore ha intitolato il progetto “Forma germinale�?.
Francesco Panceri, il più giovane dei partecipanti, è nato nel 1976 a Crema, dove vive e lavora. Attualmente insegna educazione visiva e discipline plastiche al Liceo Artistico di Cremona.
Il progetto che propone sembra che esalti la potenza della pietra, usando uno sbarramento a tenaglia bilaterale, lasciando al centro un varco (“Varco�? è appunto il titolo dell’opera), che “è come una luce che apre i nostri pensieri alla speranza e concede un credito enorme alla tenacia e all’operosità dell’uomo�?.
Francesco Santori, nato nel 1952 nella vicinissima Grottammare, dove vive e lavora, ha ottenuto nella sua carriera numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro al Parlamento degli U.S.A. nel 1982. Ha inoltre eseguito numerose sculture su commissioni di privati e per luoghi di culto.
Il progetto di Santori è di una semplicità assoluta in quanto è immediatamente leggibile senza alcuna riflessione o sforzo interpretativo. Un gruppo di conchiglie di mare, di vario tipo, vanno a formare una natura morta un po’ Insolita. Insolita anche per l’autore, dato che in uno dei suoi più recenti cataloghi non ci sono figurazioni che si richiamano ai frutti di mare. L’artista ha evidentemente scelto, come altri partecipanti hanno già fatto in questa manifestazione e negli anni passati, un soggetto che fosse congeniale al luogo in cui si andrà a scolpirlo.
Kamen Tanev è il secondo artista più giovane della manifestazione, nato nel 1973 a Sofia (Bulgaria). Ha allestito una mostra personale al Centro di Cultura della Russia in Sofia e ha realizzato opere per istituzioni pubbliche della sua città. Ha inoltre eseguito alcune opere monumentali.
Il progetto ideato dallo scultore bulgaro è intitolato “Piece of Time�? e raffigura lo spaccato di un ingranaggio circolare, che naturalmente non ha alcun riscontro nella realtà. E’ soltanto una similitudine, per l’esattezza una similitudine del movimento rotatorio. D’altro canto Tanev, da artista che guarda anche all’altra cultura, quella scientifica, riesce a combinare il binomio moto/tempo dal quale “in forza della relatività scaturisce la nozione di spazio�?. Il connubio tra arte e scienza però è soprattutto virtuale: ne consegue che possiamo includere il suo progetto nel novero delle opere astratto-concrete.

Italia
Alessandra Porfidia
Vittorio Amadio
Marisa Marconi
Claudio Perri
Giuliano Giuliani
Luciano Dionisi
Marcello Sgattoni
Gabriele Perugini
Claudio Michetti
Franca Frittelli
Pier Augusto Donati
Paolo Sighinolfi
Carmen Tornabuoni
Santo Ciconte
Pasquale Liberatore
Julia Donata Carraro
Oriana Impei
Paolo Tosti
Mario Borgna
Umberto Corsucci
Leonardo Cumbo
Bruno Sodini
Sandro Piermarini
Giuliano Giussani
Nadia Rognoni
Maria Micozzi
Emidio Sturba
Ugo Antinori
Fernando Caciorgna
Emanuela Camacci

Europa
Yann Liebard – Francia
Joao Atero – Portogallo
Barbro Hedstroem – Svezia
David Hensel – Inghilterra
Elisabeth Juan – Austria
Fabrice Pierot – Belgio
Karin van Ommeren – Olanda
Petra Lange – Germania
Luc Navet – Francia
Norbert Jager – Germania
Jorge Romeo – Spagna
Christian Hadinger – Austria
Dionisis Gerolymatos – Grecia
Roberto Manzano – Spagna
Jorg Plickat – Germania

America del Sud
abriciano – Argentina
Mimo Eidman – Argentina
Anat Golandski – Israele
Silvia Saldago – Colombia
Federico Brook – Argentina

Asia
Yoshin Ogata – Giappone
Toshihiko Minamoto – Giappone
Choi Keum Hwa – Corea
Park Eun Sang – Corea
Michiko Nakamici – Giappone
Kim Hwal Kyung – Corea
Baik Wun Jai – Corea