Ventiquattro feriti (11 fra le forze dell’ordine tra cui il vice-questore vicario), tra cui un bambino: questo il bilancio definitivo di quanto avvenuto al termine di Samb-Teramo. Le forze dell’ordine hanno una «documentazione che reca traccia di tutto quanto avvenuti, abbiamo filmato 23 minuti di sassaiola ininterrotta». Tutto è partito dalle ore 16:31, quando la prima pietra, divelta dalla pavimentazione dello stadio, è stata tirata contro le forze di polizia, in assetto antisommossa, che presidiava il piazzale antistante ai distinti. Le immagini in questione sono al momento ancora in fase di valutazione per accertare l’identità di coloro che si sono macchiati di reato.

È possibile identificare il numero di teppisti autori di tali azioni?

«Difficile», risponde il vice-questore aggiunto dott.ssa Patrizia Carosi, «anche se negli ultimi tempi abbiamo notato una crescita esponenziale di coloro che hanno partecipato a tali atti. Molti sono giovanissimi».

Com’è possibile, in questa come in altre occasioni, che a fronte di tali scontri non vi sia alcun fermato? Perché chi si macchia di reati gravi come il lancio di oggetti contundenti non viene mai identificato o arrestato in flagrante?

«L’arresto in flagranza» afferma il Capo di Gabinetto Quinto Amadio, «in certi casi non è ritenuto idoneo poiché potrebbe scaldare ulteriormente gli animi dei più facinorosi. Si preferisce quindi arrestare successivamente attraverso le immagini identificative. Nel momento in cui parte una carica si muove un numero elevatissimo di persone».

Le forze dell’ordine ci tengono a sottolineare la violenza dei teppisti. «C’era la volontà di nuocere e ferire con il lancio di sassi di grandi dimensioni, staccati dal cordolo del marciapiede. Sono state persino distrutte delle lampade di illuminazione: non sono stati tirati bulloni o sassolini ma pietre». Il tutto, spiega anche il capitano Luigi Delle Grazie, è durato per «circa un’ora. Ci sono state tre cariche della polizia per allontanare i teppisti che lanciavano pietre, e i tifosi indietreggiavano».

L’ultima carica però è stata piuttosto violenta, e da lì sono nate le polemiche successiva (riferiamo in altro articolo).

Ma i teppisti che hanno lanciato le pietre, sono persone conosciute alla polizia?

«Qualche persona era nota, altri saranno denunciati. Una volta che la persona è nota rischia un diffida dagli stadi da uno a tre anni. Al momento assistiamo ad una presenza massiccia di personaggi fino a poco fa sconosciuti e per lo più giovanissimi».

I teppisti si muovono dietro gli indirizzi di un capo?

«No, sono assolutamente slegati l’un l’altro. Il primo gruppo, di una trentina di persone, si è affacciato e per primo atto uno di loro ha buttato giù con un calcione una barriera metallica», spiega Delle Grazie. «Ci teniamo a far sapere la legittimità di quanto operato dalle forze dell’ordine, giustificato dall’enorme volume di pietre, bottiglie e sassi gettato addosso alle forze dell’ordine».

Quali sono i reati che vengono contestati alle persone identificate?

«Oltraggio, resistenza, violazione della normativa degli stadi per il lancio di oggetti».

I tifosi più esagitati sono tutti di San Benedetto?

«Ci sono anche tifosi dei comuni limitrofi».

Che tipo di ferite hanno riportato le forze dell’ordine?

«Ferite da lancio di sassi».

Un carabiniere è stato ferito da un lancio di lacrimogeno?

«No. Tutti i carabinieri si sono ricoverati al pronto soccorso di Ascoli Piceno».

flamminipp@libero.it