La gara di andata della finale play-off avrebbe visto di fronte Samb e Brescello, il 2 giugno a San Benedetto. Gli emiliani guidati dal bravo ma irruento mister Cadregari (espulso nove volte nella stagione!) avevano sconfitto la Samb in campionato per ben due volte, sempre per due ad uno, e in entrambe le occasioni erano iniziate le contestazioni a mister Mei prima e a Beruatto poi.
La città, per la gara di andata, ripeté quanto già accaduto nella semifinale contro il Rimini: automobili con altoparlanti, manifesti, tutto invitava ad essere presenti. Mia madre, armata di bombolette spray, confezionò uno striscione per il gruppo dei miei amici; il lungomare, dalle prime ore del mattino, era zeppo di gruppi imbandierati che si ritrovavano negli chalet prima di andare allo stadio; alcuni locali avevano chiuso “Per Samb”, come “Pane e Vino” di via Laberinto; durante l’intera settimana si era parlato della capienza del Riviera delle Palme, portata infine a 12.500 posti; insomma, la tensione era alta.
Alle 16:30, sotto un caldo sole estivo e in uno stadio stipatissimo (circa trenta i tifosi ospiti), scendono in campo per la Samb Visi, Borsa, Quondamatteo (Bonura al 65°), Filippi (Morelli al 69°), Pellegrini, Taccucci, Teodorani, Delvecchio, De Amicis, Criniti, Sergi (Soncin al 74°). Assenti Di Serafino e Pirone, mentre il Brescello è privo dell’ala Miftah.
Nel primo tempo gli emiliani controllano agevolmente la Samb con il loro 3-4-3: per la prima volta nella gestione Schiavi-Colantuono la Samb subisce l’avversario. Solo una bella punizione di Criniti per la Samb, pochi pericoli per Visi. La svolta si ha però al 36°: l’arbitro Giannoccaro espelle De Amicis e Giandomenico per reciproche scorrettezze. Chi ci rimetterà di più sarà il Brescello, che privo di uno dei suoi tre attaccanti non saprà riproporre gli usuali movimenti.
Nella ripresa ci pensa Totò Criniti: 49°, slalom in area fra due avversari, cade e poi trasforma il calcio di rigore assegnato. Il Riviera diventa una santabarbara. La gara cambia: il Brescello attacca ma poi Filippi realizza un gol da antologia. È il 62°, il centrocampista trotterella sulla linea del centrocampo, vede il portiere ospite Sardini fuori dai pali e con un forte pallonetto lo sorprende: 2-0! In settimana Filippi aveva detto ai compagni che ci avrebbe provato da lontano, dopo aver visto una videocassetta del Brescello, perché si era accorto che il portiere emiliano giocava largo dalla porta.
Sembra finita, ma dopo pochi minuti Bizzarri segna il suo terzo gol in tre partite contro la Samb: 2-1. Ma le emozioni continuano: al 77° il nuovo entrato Soncin serve Delvecchio che se ne va in contropiede e segna il 3-1. Finale vietato ai deboli di cuore: rigore per il Brescello, l’esperto Catanese va alla battuta ma Visi ci mette il cuore e l’anima e respinge il tiro angolato. Finisce 3-1. In tribuna intervistai alcuni tifosi. Sigismondo Gaetani non riusciva a dirmi nulla di concreto: aveva pianto, era troppo emozionato.
In sala stampa c’è scoramento nelle fila del Brescello ma non rassegnazione. I tifosi rossoblù punzecchiano Bizzarri, bravissimo attaccante di Roseto dalla forte personalità. Uscì claudicante, senza voler rilasciare interviste alla stampa. Io e Nazzareno Perotti però riuscimmo ad intrufolarci tra i pullman e a parlare con lui. Parlava del pubblico sambenedettese che era riuscito a condizionare l’arbitro, del fatto che erano convinti di poter ribaltare il risultato a Parma anche grazie all’appoggio della tifoseria parmense (che non ci sarà). Un ragazzino, da fuori, cominciò ad offenderlo e Bizzarri interruppe l’intervista e si voltò verso di lui, rispondendo da pari. Fortunatamente nessuno se ne accorse altrimenti per Bizzarri sarebbe stato complicato uscire dallo stadio incolume.
La gara di ritorno, mentre la squadra si allenava in ritiro in Umbria, vide la tifoseria in febbrile preparazione. Si pensava che a muoversi fossero in cinquemila, ma non si riuscivano a trovare pullman per tutti. Amministrazione Comunale, Samb Calcio, sponsor Eurocornici e i tifosi si prodigarono per organizzare la trasferta: per il d.g. Molinari furono giorni complicatissimi!
Finalmente a Parma, il 9 di giugno. Aveva piovuto da ventiquattr’ore, ma la pioggia si placò proprio prima dell’inizio della partita. Davanti all’ingresso della Curva Ospiti dello stadio Tardini, incontrai Peppe Azulmi, il mio vecchio allenatore ai tempi della Picena. Mi chiese se sapevo quanta gente sarebbe arrivata da San Benedetto. Gli dissi che secondo me saremmo stati cinquemila. «Pà, cinquemila sono tantissimi. Mi sembra troppo». Anch’io pensavo che le cifre che circolavano in quei giorni erano gonfiate, come spesso avviene nel calcio. Invece alla fine i paganti risultarono 8.400: c’erano almeno 7.000 sambenedettesi, la trasferta più numerosa nella storia della Samb. «Fin’ora il record erano i tremila di Modena», mi assicurò Pino Perotti. Per la Samb scesero in campo Visi, Borsa, Pirone (Morelli dal 83°), Di Serafino (Quondamatteo dal 79°), Pellegrini, Taccucci, Teodorani, Filippi, Bonura, Criniti e Sergi (Soncin dal 69°).
Tutti eravamo convinti che la Samb avesse la partita in pugno, invece il Brescello giocò un incontro pieno d’ardore e intelligenza: probabilmente, per intensità, si trattò della più bella partita in assoluto dell’anno, con due compagini che cercavano in ogni istante il gol. Miftah, sulla destra, mise in crisi Borsa. La difesa della Samb arrancava: 8°, traversa piena di Federici; 16° rete di Bizzarri, ancora lui, di testa. Un brivido ci percorse la schiena. La Samb venne fuori nella parte centrale del primo tempo: Criniti cominciò ad inventare, ma il risultato non cambiava. Spettacolare il finale dell’incontro, con capovolgimenti di gioco rapidissimi e conclusioni sempre pericolose. Visi fu maestoso in diverse occasioni: al 32°, al 37°, al 41° e al 44° salvò dei gol che sembravano fatti.
La ripresa continua nel segno del Brescello: Visi salva su Bizzarri con la punta del piede, poi su rasoterra di Miftah, poi su un sinistro di Miftah toglie la palla dall’angolino. Ma il Brescello comincia ad accusare la fatica e l’espulsione di Libassi facilita la Samb, che sfiora a sua volta la rete in maniera clamorosa in almeno sei occasioni. Arriva il 90° e l’entusiasmo della tifoseria esplode! Anche in tribuna mi abbracciai con chiunque mi capitasse vicino. A pochi passi c’era Maurizio Compagnoni che esplose in una serie di salti pazzeschi, poi si accasciò sulla poltroncina dove pianse per la troppa emozione.
Da lì in poi ci furono solo feste: la sera stessa allo stadio si radunarono migliaia di persone, poi le feste organizzate dai club della Vallata del Tronto e della Val d’Aso, e infine quella ufficiale a Piazza San Giovanni Battista, con dodicimila tifosi in delirio.
Il resto del 2002 non è più storia ma cronaca: una squadra lanciata verso ottimi traguardi, gestita da un grande allenatore e con giocatori seri. Aspettiamo la conclusione di questo campionato prima di riassumere in qualche modo questi ultimi, appassionanti, mesi. Certo, il “caso Agnello” non è cosa che possa essere tralasciata facilmente nel considerare per intero il 2002, ma reputiamo l’affare attinente al passato remoto e con nessuna attinenza con il presente e il futuro, anche se sicuramente saremo costretti a riparlare di Agnello e del suo protagonismo.
Ai tifosi rossoblù che ci hanno seguito in questo primo anno di Sambenedettoggi.it, facciamo i più sinceri auguri per un 2003 sereno e felice, arricchito magari da soddisfazioni simili a quelle provate nell’anno che va a concludersi.
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