Colantuono fu chiamato a guidare la Samb per farle raggiungere una salvezza onorevole e per non farle più rimediare le figuracce tipo Bolzano. Prima della gara di Imola, però, tre persone dichiararono di credere ancora nella promozione.
Il primo fu Lino Mozzoni dello sponsor Eurocornici, che in un’intervista a Sambenedettoggi disse «C’è ancora speranza per la Samb». Sul retro del giornale, veniva commentata la sconfitta di Bolzano, per cui in molti, sottoscritto compreso, non diedero peso a quelle parole.
Pochi giorni dopo intervistai Corrado Pilleddu, attaccante da poco acquistato dalla Samb. «Non lo scrivere, ma secondo me l’Imolese non andrà in C1, non sono preparati. Mollerà, e noi non dovremmo farci sfuggire l’occasione».
Ma chi mi stupì più di tutti fu Pino Perotti. Ci trovammo a mangiare in un ristorante di Imola, prima di vedere la partita. Con noi c’erano gli immancabili Vittorio e Franca Brasiliano, Luigi Perotti e Pietro Morelli, il padre di Alessio giocatore della Samb, che seguiva sempre le trasferte della squadra. Si parlava della Samb dei tempi andati (come sempre, a meno che non si parli di politica…) al che Luigi disse: «Beati voi, che seguivate la Samb a Modena e a Milano e compagnia. In questi anni noi abbiamo visto solo Morro d’Oro e Imolese…» Pino invece si disse fiducioso: «Noi arriviamo ai play-off, se vinciamo oggi. Se vinciamo, domenica prossima stiamo già a cinque punti dalla quinta…» Gli dissi che mi sembrava poco probabile, ma lui insisteva. Faticavo a capirlo, anche perché due mesi prima, quando l’incontro Teramo-Samb fu rinviato per ghiaccio, diceva che la Samb aveva poche possibilità in questo campionato (era ad otto punti dalla prima e a tre dalla quinta…). Adesso, nel marasma generale, parlava di Serie C1, mah…
Arrivai allo stadio di Imola molto rilassato: la giornata primaverile, il vino del pranzo, la partita che sembrava ininfluente, le panche di legno su cui sedersi in tribuna (sic!). La Samb vinse due a uno: Sergi tornò al gol dopo diciassette partite, Teodorani raddoppiò (Villà segnò per l’Imolese al 94°). Alla fine dell’incontro Colantuono si mise a discutere con i tifosi rossoblù: ricordo Mariano Baiocchi e Betto Capriotti, tra gli altri. A Colantuono si rimproverava di aver fatto la guerra a Nicolini per diventare allenatore, e la vittoria netta di Imola (in quel momento in lotta per il primo posto) ne era la conferma. Noi sappiamo come si è arrivati alla scelta di Colantuono, e possiamo escludere qualsiasi doppiogioco. Se poi con Beruatto e ancor più con Nicolini la squadra si sentiva a disagio, questo ce lo disse Teodorani: «Con Nicolini io dovevo quasi fare il difensore, altri erano fuori ruolo. Le sue dimissioni sono state un bene». Colantuono aveva semplicemente riproposto il 4-4-2 che l’anno precedente era valso la promozione in C2: in difesa richiamerà Borsa e Taccucci, fino ad allora confinati in Tribuna (e Taccucci fu determinante); costruirà su Gennaro Delvecchio un centrocampo fino ad allora “senza padre”; costruirà sui due esterni Teodorani-De Amicis (e Bonura) lo schema di gioco preferito; in attacco si alterneranno Soncin, Sergi, Pilleddu e Criniti. Particolare il percorso di Sergi: ad Imola sembrava destinato alla panchina, invece Pilleddu si infortunò e da quel momento l’attaccante rossoblù divenne inamovibile, dando un contributo tattico e di generosità esemplare.
La domenica successiva il tifo rossoblù fa ancora sciopero, e si registra il peggior incasso della stagione (1.859 spettatori). La Samb batte nettamente il Mestre per 3-1 (che a fine gara esonererà Galderisi), con reti di Soncin all’11°, Teodorani al 52° e Cacciatori all’88° (per i veneti Arrieta all’84°). La seconda vittoria consecutiva però ridà entusiasmo al pubblico sambenedettese.
I play-off, come predetto da Pino Perotti, sono a cinque punti, ma la Samb dovrà far visita al Mantova, che la sopravanza di un punto. La squadra lombarda era nelle ultime posizioni: da quando, a gennaio, Roberto Boninsegna ne prese la guida, perse solo una gara e prima di quell’incontro veniva da quattro vittorie consecutive. Sono quindi cinquecento i tifosi rossoblù che il 24 marzo partono alla volta di Mantova: chi non vince dirà addio ai play-off. Io feci la trasferta con un pullman di tifosi, e, nolente, rimasi coinvolto negli incidenti di Bevano Est, con i tifosi perugini. Restammo un’ora ad aspettare un pullman di ricambio: arrivò un mezzo della polizia, salirono in cinquanta, poi li fecero scendere. Continuammo il resto del viaggio in emergenza: quattro autobus trasportavano trecento persone. Seguimmo i primi trenta minuti della partita alla radio: la Samb subiva e al Martelli circa quattromila tifosi mantovani sognavano la vittoria. Arrivammo e da lì in poi, con il caldo tifo rossoblù, la Samb non corse particolari problemi. Nella ripresa un grande Criniti (che in settimana, durante un’amichevole con il Grottammare, venne contestato dagli ultrà) trascinò la squadra, che vinse con i gol di Pellegrini e di Pilleddu (un incredibile tiro al volo, da trenta metri).
Fu la svolta.
Il 31 di marzo i rossoblù vincono senza problemi contro il Fiorenzuola, con reti di Sergi al 41° e di Soncin al 70°. Quarta vittoria consecutiva, Samb a quota 46, e, incredibile, i play-off sono a due soli punti: l’Imolese, terza un mese prima, ha adesso soltanto un punto più della Samb; il Gubbio è a 48. Nel mese di aprile la Samb dovrà andare in trasferta a Rimini e proprio a Gubbio…ne vedremo delle belle…
…continua…
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