Dopo la vittoria dello scorso campionato di C2, avevo intenzione di scrivere un breve instant-book sulle incredibili vicende che avevano portato la Samb, da squadra contestatissima e bistrattata, alla promozione in C1: campionati così si vincono una volta ogni cento anni!
Purtroppo il tempo è tiranno e non ho trovato modo di tirare giù nemmeno una riga di quanto era nella mia testa. Naturalmente non è la pagina on-line il luogo deputato a un simile sforzo (e il tempo, ahimè, resta avaro); però in queste giornate di festa, prima di un piccolo periodo di riposo, cercherò di ricostruire l’annata 2002 mese per mese, rifacendomi anche a dei piccoli aneddoti che di solito la cronaca quotidiana tralascia, ma che, col senno del poi e in virtù di quanto accaduto, acquistano sicuramente un valore particolare. Cominciamo dal mese di gennaio: chi avrebbe pensato che dodici mesi dopo avremmo ammirato una squadra pronta ad assaltare la Serie B?
GENNAIO
Doveva iniziare il 7 gennaio, con il posticipo di lunedì sera Teramo-Samb, ma il gran freddo di quei giorni e forse la poca accortezza dei custodi del Comunale di Teramo (il bomber abruzzese Myrtaj non poteva giocare) impedì lo svolgimento dell’incontro, che fu rimandato a causa del campo ghiacciato. Poco male per chi, come il sottoscritto e il suo gruppo, sbagliò strada e sarebbe giunto al Comunale a partita iniziata…
Il 13 gennaio si giocò quindi Samb-Brescello. La Samb aveva alle spalle due sconfitte consecutive (a Montichiari e in casa con il Sassuolo ultimissimo in classifica) che avevano fomentato la contestazione nei confronti di mister Beruatto. Ma il tifo rossoblù, ricompattato anche dagli ultimi arrivi di Teodorani e Filippi, appoggia caldamente la squadra, anche quando Morello, a dodici minuti dalla fine, segna la rete del vantaggio emiliano. Ma dopo appena sette minuti Totò Criniti, su punizione, manda la palla sul palo e Claudio Cacciatori è il più lesto: 1-1. E qui Paolo Beruatto, forse, commette l’errore che poi, alla lunga, gli costerà la panchina. Criniti aveva giocato un gran primo tempo ma, non essendo al meglio, nella ripresa aveva vivacchito. Tuttavia la classe di Totò non è in discussione, tanto che da un suo spunto nacque la rete del momentaneo pareggio. Cosa ti fa Beruatto? Sostituisce il giocatore con De Silvestro, quando mancano pochi minuti alla fine. Criniti non la prende bene, si toglie la maglia numero 10 e si asciuga il sudore dalla fronte (qualche tifoso vede uno sputo inesistente), passa davanti a Beruatto e gli dice qualcosa di non elegantissimo e Beruatto, a sua volta, lo manda a quel paese. Mentre i due si scambiano queste gentilezze, il Brescello batte la palla a centro e in trenta secondi torna in vantaggio, con un gol d’astuzia di Bizzarri. Apriti cielo! La contestazione esplode violenta: siamo in sala stampa quando i tifosi rossoblù rompono il cordone delle forze dell’ordine e cercano di irrompere negli spogliatoi. L’intervento delle forze dell’ordine riesce ad evitare il peggio (chissà cosa sarebbe successo se fossero entrati in sala stampa!), ma per circa due ore oltre seicento ultrà urlano inviperiti contro squadra, dirigenti, società e, soprattutto, la coppia Beruatto-Criniti. «I calciatori sono usciti dallo stadio alle 19:30 scortati dalla polizia», scriverà L’Espresso Rossoblù. I giocatori non hanno il coraggio di affacciarsi in sala stampa (se uno di loro fosse stato visto dai tifosi si sarebbe scatenato il parapiglia) e l’unico che parla agli organi di informazione è capitan Visi, nel tunnel degli spogliatoi, a voce bassa. «Chi non se la sente deve andarsene», dice.
Il giorno dopo la squadra viene mandata in ritiro in Umbria, Beruatto confermato e Totò Criniti messo fuori rosa. Il giocatore calabrese si allenerà per una ventina di giorni con il Catanzaro, e sarà di fatto messo sul mercato, senza però che nessuno lo acquisti. A 31 anni, la sua carriera sembra destinata al più triste tramonto.
Il 20 gennaio la Samb, in stato confusionale, affronta un’altra squadra ultima in classifica, la Poggese, a Poggio Rusco. Attorno al campo c’è neve ghiacciata, e i circa quaranta tifosi che hanno seguito fin lassù la squadra la usano per tirare palle di neve ai malcapitati giocatori. La Samb passa in svantaggio nel secondo tempo (Grignani), ma ci pensa Soncin, su rigore a dieci minuti dalla fine, a pareggiare i conti. Al suo gol, i giocatori corrono da mister Beruatto e lo abbracciano, tra i fischi dei tifosi sambenedettesi. Diversi giocatori tornano negli spogliatoi con le lacrime agli occhi. La Samb è a sette punti dalla zona play-out e ad otto dai play-off, in attesa del recupero con il Teramo.
I rossoblù restano in ritiro in Umbria, e il 27 gennaio affrontano il Gualdo in un Riviera delle Palme che «tifa contro» i rossoblù. Nel mirino sempre Beruatto, che secondo gli ultras non avrebbe rispetto dei tifosi («Beruatto bla bla bla, più rispetto per gli ultrà», scrivono quelli del NucleoSamb), e la squadra tutta. Gli striscioni sono capovolti in segno di contestazione, ai Distinti qualcuno ha posato due corone di fiori da carro..funebre, mentre un alto buontempone lancia a tutto volume musiche da cerimonia funebre. La Samb entra in campo in una salve di fischi e vince nell’unico modo possibile: su un comico autogol di Scarponi dopo appena sette minuti di gioco. Al termine della partita i rossoblù si stringono attorno a Beruatto, e a quel punto i fischi diventano ancora più forti. Il mese di gennaio termina con la Samb a sei punti dall’accoppiata Brescello-Gubbio, quinte in classifica. Ma la Samb ha giocato una partita in meno…
…continua…
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