Bonfigli: «Nessun pericolo se copriremo l’Albula»

Alveo dell’Albula, con percorsi ciclo-pedonali funzionali? A Salerno funziona!
Project financing: è questa la parola magica – e di difficile comprensione ai più – che guida le scelte delle amministrazioni del nuovo millennio nel campo delle opere pubbliche. Anche il vecchio torrente Albula non se la scamperà: in qualche modo, il project financing si abbatterà anche su questo rigagnolo irregolare che, più di cento anni fa, ha persino portato distruzione. L’obiettivo finale della partnership tra pubblico e privato sarà quello della sistemazione del torrente: sostantivo vacuo da riempire di contenuti.
Fra un mese o due i privati interessati ad intervenire sull’alveo del torrente Albula potranno presentare i loro progetti, supportando finanziariamente il Comune. I soggetti privati sono in questo momento liberi di confezionare il progetto ritenuto migliore, senza vincoli di destinazione. Andando a naso, però, crediamo che l’ipotesi di copertura dell’alveo al fine di ricavarne parcheggi sarà quella che attirerà maggiormente le ditte private, che dalla futura gestione dei posti auto cercheranno di ottenere il ritorno economico dell’investimento iniziale.
Ma è giusto ed opportuno coprire l’Albula?
I problemi di eventuali esondazioni sono stati scacciati da alcune incontri tra il Comune e l’Autorità di Bacino: con opportuni accorgimenti tecnici non ci saranno problemi di sorta. Certo, pensando che alcuni servizi essenziali dell’Ospedale Civile (l’obitorio e il pronto soccorso, ad esempio) si trovano sotto il livello degli argini, viene da toccare ferro.
Ma sono anche altre le questioni che sollevano ambiguità. Se sopra l’alveo dell’Albula si realizzassero dei parcheggi, questi andrebbero ad eliminare quelli presenti nelle zone più centrali: il centro potrebbe divenire una grande isola pedonale. Eppure nell’ultimo Piano del Traffico si afferma che «nelle aree centrali la sosta funziona abbastanza bene, andando in crisi nell’area immediatamente a sud dell’Albula […] ciò è attestato dalle percentuali di auto in sosta illegale: si va dall’accettabile livello di qualche percento nella zona blu ad incidenze molto più elevate nelle aree critiche». Non vorremmo che una spesa complessiva di diversi milioni di euro congestionasse ancor di più la fetta di città già adesso più stressata.
Non vanno sottaciuti anche gli interrogativi che coinvolgono la qualità ambientale dell’Albula e il suo rapporto con il mare. Da un punto di vista ecologico l’Albula è qualificato nella classe Pessima, e il tratto di mare dove sfocia non gode sicuramente di ottima salute. Cosa avverrà in caso di copertura dell’alveo? In che condizioni verrà a trovarsi, se sarà chiuso e inaccessibile? Probabilmente chi passeggerà sulla riva non troverà un bello spettacolo, se si volterà verso le colline (che non vedrà più).
Un passaggio così importante per l’aspetto futuro della città dovrebbe rappresentare un argomento di discussione quasi quotidiana; qualsiasi sarà la decisione finale, essa non potrà dipendere dalla convenienza economica di una azienda privata ma dovrà tenere in considerazione le esigenze dell’intera comunità. Nella quale trovano sempre più forza le posizioni di chi vorrebbe de-cementificare l’alveo dell’Albula, per costruirvi magari percorsi ciclo-pedonali funzionali. A Salerno l’hanno fatto: il fiume Irno attraversava la città in una situazione di degrado estremo, ora persino i pensionati passeggiano lungo le sue sponde.
ppf