Massimiliano Manni, terzino sinistro della Samb e ottimo papà «paziente ma spesso in difetto con la puntualità» – e difatti il suo soprannome è «il Ragioniere»… – si racconta a Barbara Poli.

Quali sono le tue origini?
Sono nato a San Benedetto il 9 gennaio 1972, ma vivo a Grottammare con la mia famiglia. Sono il secondo di due fratelli, ma nonostante la differenza d’età siamo molto legati.
Parlaci della tua famiglia.
Sono sposato con Simona da circa 5 anni, abbiamo una bambina, Camilla, di 2 anni e 8 mesi, ed è in arrivo un maschietto…Lorenzo! Mia moglie è torinese, ma ci siamo conosciuti al mare a Grottammare, quando ancora eravamo ragazzini, e la storia è potuta continuare grazie anche alla mia passione calcistica che a soli 13 anni mi ha portato a lasciare la mia famiglia e a partire per Torino inseguendo un sogno…
Ormai questo sogno si è realizzato, ma a tuo figlio faresti rifare le tue stesse tappe?
Assolutamente no. Sono contento di quello che sono diventato, ma a mio figlio lo sconsiglierei. Abbandonare la famiglia e la scuola a 13 anni non è stata una svolta felice: calciatore lo sono diventato, ma ho anche perso momenti di vita che non potrò più recuperare. A 13 anni sono stato costretto a diventare un adulto, bruciando delle tappe fondamentali come frequentare una scuola superiore, divertirmi con gli amici, fare tardi la sera, litigare e gioire con la mia famiglia. Ho dovuto frequentare scuole serali per diplomarmi in ragioneria e di amici ne ho ben pochi: quelli che ho sono solo amici d’infanzia.
Fra loro c’è qualcuno che ti segue tuttora nei campionati calcistici?
Ce ne sono diversi, ma l’amico-tifoso per eccellenza è Luca di Grottammare: l’anno scorso vedeva le mie partite e tifava prima per me e per…l’arbitro , mentre quest’anno tifa prima per la Samb e poi per me!
Hai qualche rimpianto?
Forse il rimpianto più grande che ho è quello di non essermi laureato. Mi ero iscritto all’Università, ma senza applicarmi: il tempo, a noi giocatori, non manca di certo, e se tornassi indietro tenterei di laurearmi, che so, in Giurisprudenza. Adesso non potrei, trascorro tutto il tempo libero con mia figlia.
Quando hai esordito tra i professionisti?
Nel ’92 con l’Avezzano in C2, dove sono rimasto per tre anni, poi sono finito nella Lodigiani di Roma per due stagioni, di nuovo ad Avezzano poi due anni nell’ Ancona e due nell’Ascoli e quest’anno eccomi qui nella Samb.
Però sei anche andato vicino all’esordio in Serie A…
Sì, prima dell’Avezzano, con la maglia del Torino, mi sono seduto per dodici volte in panchina, in serie A. Ho anche disputato due presenze in Coppa Italia e una volta sono andato in panchina in Coppa UEFA, a Reykjavik: quello era il Toro che sarebbe giunto fino alla finale, con Mondonico come allenatore.
Ti stai avvicinando al termine della tua carriera calcistica, ma c’è ancora qualcosa che vorresti realizzare?
Facendo gli scongiuri, vorrei tentare di vincere il terzo campionato di C1 con una squadra marchigiana.
Hai una squadra del cuore?
Certamente, tifo l’Inter, e spero che quest’anno ce la faccia a vincere lo scudetto!
Il giocatore che ammiri di più, italiano o straniero?
Preferisco i giocatori italiani perché sono contrario al traffico di giocatori stranieri che c’è oggigiorno. Il mio preferito è Gianluca Pessotto, un giocatore che per il ruolo che ha non si nota molto, ma nella Juventus gioca spesso e viene costantemente convocato in Nazionale.
Fra i tuoi hobbies preferiti c’è il viaggio, vero?
Lo adoro. Se avessi tempo viaggerei di continuo. Mete fisse estive sono il mare siciliano e calabrese, ma la mia città dei sogni è Roma, dove ho vissuto per due anni. Oltre a viaggiare mi piace leggere, ma soprattutto giocare con mia figlia…vado matto per le sue coccole!
Il tuo piatto preferito?
Amo tutta la cucina italiana, in particolare la carne, e il piatto che preferisco è decisamente la carne alla brace.
Un tuo pregio e un tuo difetto.
Sono pazientissimo, ma purtroppo sono un ritardatario cronico…mi piace fare tutto con la massima calma, ma quando arrivo in ritardo mi sento in colpa!
Ti piace San Benedetto?
Tantissimo, in particolare il mare, la sua risorsa primaria. Non c’è niente che non mi piaccia.
Sei superstizioso?
Il giusto, ma i riti pre-partita non me li toglie nessuno!

Barbara Poli