Ancora una volta i ragazzi di Alesiani tornano a mani vuote dopo una prestazione opaca e non del tutto convincente. La sconfitta interna con il Ripa doveva essere lo stimolo per far bene in terra avversaria invece così non è stato. La prova di riscatto che società e allenatore si aspettavano non è arrivata né tanto meno quell’orgoglio calcistico che contraddistinguono le grandi squadre. Due sconfitte e quattro reti prese senza segnarne alcuna è quanto dicono i risultati. Non sono certo dati consolanti ma soprattutto confortanti visto che le prossime giornate toccherà tastare le formazioni che per il momento si trovano ai vertici. Quello che i bianco-celesti stanno attraversando in queste ultime settimane è il classico calo fisico – mentale che nel calcio è di routine. Un po’ come l’influenza che arriva con i primi freddi e debilita chi colpisce ma nel contempo da’ la possibilità di curarsi e di tornare ad una perfetta condizione; così accade con le formazioni ancora in fase di rodaggio le quali, magari, risentono di una preparazione pesante o leggera o addirittura sono alla ricerca di un certo tipo di gioco che si acquisisce gara dopo gara. E’ solo un momento più o meno lungo a cui si affiancherà al termine una scia positiva dove i giocatori potranno dimostrarsi e dimostrare a chi di dovere le loro qualità.

Il Porto d’Ascoli deve fare ancora a meno dell’infortunato Giorgi, che potrebbe rientrare gia sabato (ancora niente di definitivo, solo supposizioni). Parte bene la squadra di Alesiani che riesce a reggere un quarto d’ora circa e lo fa con Viscioni che crossa per Marconi G il quale al momento dello stacco di testa viene anticipato dal difensore locale. È Nespeca, poi, ancora alla ricerca della sua prima rete stagionale a provarci dalla distanza, Lanciotti para in due tempi. Più tardi lo stesso numero dieci riceve un bel passaggio di Grannò sulla destra, il suo rasoterra finisce sul piede del portiere che manda in angolo. Ora il Piazza Immacolata inizia a farsi vedere, non punge ma da’ fastidio. Paletti cerca di spaventare Vallorani con un pallonetto che esce fuori. Il colpo di testa di Di Mattia viene spazzato fuori dalla testa di Trionfi. Un contropiede di Di Mattia mette paura, il pallone servito a Pagnoni esce fuori. Nella ripresa ci si aspetta una minima reazione da parte degli ospiti, quel poco che permetta di stendere i locali. Invece il Piazza Immacolata ha intuito la giornata storta degli avversar e non si è sforzato più di tanto per ipotecare il successo. Non con un gioco eccezionale, non con una totale supremazia ma con astuzia. Due ingenuità e i giochi si sono chiusi: una mischia in area e un evitabile calcio di rigore. Il Porto d’Ascoli si è mostrato spaventato e un po’ deconcentrato per cui non era facile controllare il gioco e impostare le azioni. Spesso gli attaccanti vagavano soli in area e per toccare palla dovevano tornare indietro in appoggio ai centrocampisti.

Mister Alesani dovrà far dimenticare in fretta la sconfitta, rimboccarsi le maniche e tirar fuori tutta quella rabbia agonistica che ancora non è esplosa. Sabato arriva la capolista, il Campiglione. Questa volta la difesa dovrà dimostrare di essere più che mai solida, viste le undici reti segnate dai prossimi avversari in trasferta. Non si può commettere più errori perché la classfica inizierà a farsi pesante e il tempo di recuperare sarà sempre di meno. Quello che manca ora al Porto d’Ascoli è la cattiveria, la convinzione e la determinazione. Il gioco arriverà in seguito quando nella mente saranno ben impresse queste tre caratteristiche. Siamo convinti che Alesiani e la stessa società sapranno inculcare la giusta mentalità e la giusta carica necessarie per tornare a vincere. Allora i presupposti ci sono, le motivazioni anche, spetta solo ai giocatori aprire le danze, questa volta però da cavalieri.