La semplice, ma toccante, cerimonia – resa possibile grazie all’interessamento della dottoressa Cecilia Dionisi – si è svolta in forma privata, in un clima fraterno e di reciproca ammirazione tra l’artista sambenedettese e padre Nazzareno Mariani, Superiore del convento francescano tornato dal 1 ° ottobre all’Oasi dopo diciotto anni di assenza, passati buona parte a Roma come segretario del Papa.

“Il quadro è nato dalla mia ammirazione per il santo d’Assisi e rappresenta la sintesi e l’emblema dell’idea.” – ha affermato D’Antonio – “Desideravo e speravo che potesse vivere insieme a coloro che realmente attuano gli insegnamenti del santo, i francescani appunto. Ed ora sono contento che la mia opera sia lì, nel silenzio salutare dell’Oasi, a rendere omaggio ad un grande uomo e alle sue idee, sempre più attuali e moderne”.

L’opera, un acrilico su tela della misura di cm. 110×100, è stata già sistemata in una cappellina dedicata a San Giacomo della Marca, a fianco del corpo centrale della chiesa. Significative le parole che hanno accompagnato il quadro nel catalogo della mostra sambenedettese: “Come un vecchio intonaco che si stacca / dalle pareti di mura antiche, / così avvenne alle mie convinzioni, pregiudizi e paure. / Ciò che era, mi appare ora, sfocato e lontano, / oggi solo la luce riveste il mio corpo dandomi un gran benessere.”