Sembra che alcuni tifosi siano aiutati economicamente dalla società rossoblù per abbattere il costo della trasferta di Sassari; questo differente trattamento ha causato la reazione degli esclusi, che comunque pagheranno interamente di tasca propria il prezzo del biglietto aereo da Bologna o da Fiumicino (in qualche caso traghetto nella rotta Genova-Alghero). Si tratta in realtà di affari interni all’organizzazione della tifoseria, che dovrebbero essere lavati in casa. Magari, in futuro, attivare un sistema di comunicazione che eviti recriminazioni.

Il costo della trasferta sarda sarà sicuramente molto elevato (la Protur di via Pizzi sta organizzando la trasferta a prezzi contenuti). Forse il problema dell’euro di prevendita, rapportato a simili somme, parrà un bruscolino. Però.

Però sono pochi i tifosi, a San Benedetto come in altre importanti piazze di Serie C, che hanno fatto sentire la propria voce a proposito dell’ultima trovata della Lega di Serie C. In sintesi, la vendita dei biglietti alle tifoserie ospiti non sarà più garantita presso i botteghini dello stadio, qualora sia prevista un’affluenza superiore alle trecento unità.

Innanzitutto, resta l’alea della cifra di trecento, difficilmente identificabile a priori. Ma quel che più ci preme affermare è che tali decisioni, prese, si dice, per evitare disordini fra le tifoserie (che con il calcio poco hanno a che spartire), finiscono invece per inscatolare le stesse, chiedendogli anche, obbligatoriamente, quell’euro in più che la Lega destina all’agenzia milanese Ticket One.

Poniamo che vi svegliate domenica 15 dicembre con la voglia di andare a vedere L’Aquila-Samb? Niente, a casa: o il tifoso-inscatolato ci pensa per tempo, e paga un euro in più (perché?), o ascolta la radiocronaca.

Insomma, tempi bui per le tifoserie di Serie C: sarebbe meglio, nel silenzio della stampa nazionale, protestare in modo civile e legittimo, contro quella che sembra sempre più una Lega di C autocrate e poco incline al compromesso.