Stava quasi per rinunciare a parlare con la stampa, Luciano Gaucci, a causa di una diversa visione di vedute sulla vicenda Agnello fra lui e il cronista de Il Resto del Carlino, Pasquale Bergamaschi. Poi una stretta di mano ha in parte ripianato i dissapori, sempre legittimi, ma che non devono mai oltrepassare i livelli del viver civile. Così, alla fine, non è stato.

La prima domanda verte proprio su tutto il percorso che ha quasi condotto la Samb fra le braccia di Agnello, un nome che Gaucci non nomina quasi mai, né con la stampa né con i tifosi. L’appellativo più ricorrente è ‘quella persona’. E infatti «è una persona che ha metaforicamente due identità. Ma su questo la magistratura indagherà».

Presidente, prima dell’affaire Agnello aveva una credibilità del 100%, qui a San Benedetto. Forse ha tardato qualche giorno prima di tornare qui…

«Io non ho bisogno di acquistare nulla. Io vado avanti con i fatti, che ho raggiunto e continuerò a raggiungerli. Ho parlato con Colantuono prima di Crotone, gli ho detto che eravamo un po’ in ritardo in classifica ma lui mi ha assicurato che avremmo vinto in Calabria. Così è stato. È anche sicuro che andremo in Serie B. Io sono quarant’anni che lavoro nel mondo del calcio. Ho portato il Perugia dalla C1 alla Serie A, il Catania dal C1 alla B, la Samb dalla D alla C1. Io non devo fare cinema o pubblicità, ma sono qui per fare risultati. Non guardo a quello che si può essere ma a quello che deve essere».

Ma Agnello…Gaucci interrompe: «Il discorso Agnello è chiuso. Non se ne deve più parlare, è una parentesi buia ma chiusa».

Ci sono delle voci che dicono che i giocatori non hanno percepito il premio promozione…«Quando do un premio alla squadra, io faccio un regalo frutto del mio lavoro, quando prometto un premio lo caccio di tasca mia e non dai fondi delle società. E faccio regali alla squadra volta per volta».

Alessandro Gaucci sembrava innamorato della Samb, invece…«Alessandro torna a fine mese. Entro i primi di novembre sarà qui. Poi farà quel che vuole, seguirà la Samb e il Perugia, la nostra è una famiglia».

Quindi Gaucci assicura che resterà a San Benedetto fino al termine del campionato. «Nella vita imprenditoriale», spiega Luciano, «non c’è nessuna certezza. Io rischio a livello personale, e nella vita possono succedere tante cose. Io sono tornato perché voglio andare avanti. Ne sono quasi certo che ce la faremo. Non dobbiamo porci limiti. Io sono tornato e voglio andare avanti».

Nell’assemblea straordinaria indetta lo scorso 23 settembre, quella della tentata vendita a Francesco Agnello, all’ordine del giorno vi era il ripianamento delle perdite. Qual è la situazione della Samb sotto il punto di vista finanziario? «Abbiamo una quota di finanziamento molto superiore agli investimenti», risponde l’avvocato Bruno, «tutto è a posto e di pubblica visione; comunque l’atto del 23 settembre è inesistente, quindi non c’è più nessun problema».

Il Catania, altra squadra del team Gaucci, costa troppo? «Sono preoccupato», risponde Gaucci, «ho fatto sentire la mia voce a mio figlio Riccardo a tal proposito».

Luciano Gaucci, cosa accadrebbe se l’anno prossimo avesse tre squadre in Serie B? Dopo l’italico gesto scaramantico, Gaucci dice che «l’incompatibilità scatta dopo due anni, e ad ogni modo Gaucci non va a finire in Serie B dalla Serie A…»

Gaucci, se davvero ci porta in Serie B è pronta una statua per lei in Viale Secondo Moretti…«Non credo che sarebbe molto bella…»

Il pubblico di San Benedetto? «È eccezionale, io ho conosciuto tante piazze ma questa è una delle tifoserie più appassionate. Oggi mi sono personalmente commosso. La prossima partita in casa verrò allo stadio a San Benedetto». (flamminipp@libero.it)