No deciso al Casinò da parte del capogruppo consiliare PRI Antonio Felicetti. L’esponente della Cdl respinge a chiare lettere, tramite una proposta di mozione consiliare, l’ipotesi dell’istituzione di una casa da gioco a San Benedetto. Secondo Felicetti, la nascità del Casinò avrebbe un effetto dirompente per il tessuto sociale della città. Il consigliere punta il dito anche contro l’eventuale dislocazione della casa da gioco al Palacongressi. Nelle parole del consigliere non manca un riferimento polemico al sindaco Martinelli, responsabile d’aver conferito un incarico al dottor Fiori per mettere a punto il progetto-Casinò, senza un preciso atto d’indirizzo del Consiglio comunale.

Questo il testo integrale della mozione presentata da Felicetti:

“Lo scrivente consigliere comunale Antonio Felicetti

Ricordato

Che nella seduta consiliare del 30 settembre 2002 sia stata impedita, con una speciosa pregiudiziale, la discussione della mozione presentata per l’istituzione del Casinò a San Benedetto del Tronto, mortificando così il diritto dovere del consigliere proponente Paolo Forlì;

Considerato

Che il Sindaco, con decreto n. 36 del 26-11-01 ha conferito incarico al dottor Giorgio Fiori “… relativo al progetto, ai programmi ed alle iniziative da attivarsi per favorire la candidatura della città di San Benedetto a sede di Casinò…” e ciò in assenza di un atto di indirizzo specifico del Consiglio Comunale;

Propone

La seguente mozione, diretta ad impegnare, conseguentemente all’orientamento che scaturirà dalla sua discussione e dal relativo voto, l’attività dell’Amministrazione Comunale sull’argomento.

La cronaca, anche locale, continua ad offrire quotidiani esempio delle conseguenze individuali e sociali derivanti dalla frequentazione di sale da gioco, ma cosa più aberrante è che lo Stato, deputato a promuovere valori di probità e di sana gestione familiare, sia nel contempo incentivatore di forme di dissipazione (video-poker, bingo, casinò, ecc.)”.

“San Benedetto è stata individuata certamente come epicentro di un bacino con sicure possibilità di drenaggio di risorse finanziarie, ma il numero, la precarietà e le provenienze dei probabili frequentatori di sale da gioco, fanno paventare un effetto dirompente per tutto il sistema sociale che si desidera trascinare in questo meccanismo di autoinganno.

Non sono mancati del resto i segnali di allarme lanciati in tal senso dai Consigli di quartiere in occasione dell’incontro avuto con il Commissario di Pubblica Sicurezza.

Si obietta che con questo ragionamento bisognerebbe imporre la chiusura delle note strutture di Venezia, San Remo, Campione, S. Vincent, ecc., certamente singolarmente incidenti sulle rispettive realtà turistiche.Ma il confronto avviene su una scala sociale e mercantile improponibile per quanto riguarda i nostri costi e gli ipotetici benefici, e ciò prescindendo dalle opzioni ideali e dei valori che occorre tenacemente perseguire in difesa del nostro tessuto civile”.

“Sostenere che il Casinò al palazzo dei Congressi di Porto d’Ascoli sarebbe di incentivo al turismo è una farsa dialettica, dove il termine “incentivazione” sottintende ben precise realtà di ospiti e visitatori più o meno occasionali, non sempre auspicabili. Sarebbe infine un colpo inferto all’immagine di un’entità nata per ospitare congressualità di ogni segno, compresa quella umanitaria e religiosa.

Il turismo sambenedettese ha bisogno di ben altri interventi, come la Circonvallazione, il potenziamento del depuratore, la valorizzazione della Sentina, il completamento del porticciolo turistico, una normativa urbanistica che incentivi il processo di ristrutturazione del patrimonio alberghiero, la realizzazione di alberghi di più alta classificazione a supporto delle attività dello stesso Palazzo dei Congressi, e così via”.

“Credo che tutti coloro che in questa città sono cresciuti ed hanno contirbuito al suo sviluppo siano fortemente preoccupato della fase difficile che sta attraversando e che non sia di alcuna opportunità promuovere iniziative che ne aggravino le condizioni di incertezza.

Chiede pertanto che la presente mozione sia discussa e votata con la prima seduta consiliare successiva alla presentazione, ai sensI dell’art. 46 del vigente Regolamento Comunale.

Il capogruppo consiliare del PRI Antonio Felicetti”.