«Pronto? È il corrispondente del Mattino da Torre Annunziata?». «Sì. Sono io».

«Senti un po’, tu che per mestiere e per contratto devi essere per forza informato, anzi assai bene informato, su tutto ciò che succede nella tua città, dicci, hai mai sentito parlare di un certo Francesco Agnello, 38 anni a Natale, nato proprio a Torre Annunziata, a suo dire rampollo di una nota famiglia di imprenditori locali, tanto che suo nonno, nel 1929, cominciò a produrre sul Golfo di Napoli la gazzosa, quella (ci ha spiegato) “con le palline dentro”?».

«Agnello Francesco? No, non mi pare proprio, qua non ne conosco, uno così non l’ho mai sentito nominare»

«Ma come – insistiamo noi – il padre succedette a suo nonno nella fiorente attività, poi lui (Francesco) si specializzò in scienze industriali…».

«Mah. Ma di chi mi stai parlando?».

«Dai, non è possibile. Questo Agnello ci ha anche detto che la sua famiglia voleva che egli facesse il libero professionista, e lui per un periodo lo fece, ma poi decise di intraprendere l’attività di famiglia».

«Quale hai detto che era l’attività?»

«Te l’ho detto, acqua gassata, bibite. Nel 1994 lui poi si trasferì a Roma dove ha costituito un importante gruppo di società alimentari e di acque minerali, la Fonterme Spa. Poi negli anni successivi, dopo la perdita dei genitori, fra il 1997 e il 2000, ha gestito il gruppo da solo…».

«Scusa se ti interrompo. Uno così, qua, non l’ho mai visto né conosciuto. E poi, perché lo cercate con tanta insistenza, che vi ha fatto?».

«No, niente, solo che dice di aver comprato la Sambenedettese Calcio, sai, una squadra di Serie C1. Si è presentato a San Benedetto, ha detto di essere il nuovo presidente e ci ha raccontato tutte le cose che ti ho riferito…».

«Ma vi pare che uno così, da qua, verrebbe da voi a portare miliardi e a presiedere una società del campionato professionisti mentre dalle nostre parti tante società dello stesso livello (e ce le elenca) darebbero chissà che per averlo loro, un presidente del genere? No, secondo me voi c’avete la sveglia al collo…».

«Grazie, scusa, ciao», alla fine riusciamo a balbettare. Fine della telefonata.

“Agnello chi?”, la nostra inchiesta continua.