Prosegue al Tribunale di San Benedetto il processo “Tronto”, per stabilire le responsabilità dell’esondazione del fiume, avvenuta il 10 aprile 1992.
In programma l’esame dell’imputato Vincenzo Mattiolo, ex funzionario del provveditorato opere pubbliche di Ancona, progettista e direttore dei lavori sul Tronto, che secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Ettore Picardi, sarebbero stati la causa dell’esondazione del fiume.
La tesi, confermata dal tecnico che lo stesso pubblico ministero ha scelto come consulente, è che a causare l’alluvione sarebbero stati principalmente tre fattori: il restringimento della sezione del fiume, la poca resistenza degli argini alla piena, l’asportazione di ghiaia dal letto del Tronto.
Tutti effetti del progetto redatto dall’ingegner Mattiolo, secondo l’accusa, ma che lo stesso ha smentito nel corso dell’interrogatorio. “Nego categoricamente le responsabilità dell’esondazione del Tronto per i lavori effettuati. In coscienza credo di aver fatto tutto il necessario per evitare quello che è successo”.
Infatti secondo gli avvocati della difesa, Mercuri e Dominici, le cause sarebbero da addebitare alla presenza di vegetazione e di manufatti realizzati da privati. L’interrogatorio dell’imputato è stato lungo e dettagliato. Molte le domande dell’avvocato di parte civile, Roberta Alessandrini, sul tipo di progetto definito da Mattiolo “di massima e di manutenzione, d’urgenza, richiesto dal provveditore per eseguire degli stralci, per l’assegnazione dei fondi dal Ministero”.
Il legale ha contestato la mancanza di “indagini necessarie” sugli stato degli argini. Una contraddi-zione, secondo la Alessandrini, la dichiarazione “dell’esistenza di argini esterni”. L’urgenza non aveva allora alcun senso, ha dichiarato. Controllo e verifica degli argini, prima della partenza dei lavori? “Fatti, ma non a piedi. Eravamo tutti abbastanza tranquilli, vista la mancanza di allagamen-
ti precedenti”. “Comunque mi sono attenuto alle dichiarazioni del Consorzio che mi ha confermato lo stato ottimale degli argini” ha dichiarato Mattiolo.
Nella prossima udienza, prevista per il mese di novembre, l’atteso confronto tra periti.