Va in onda questa sera alle ore 20,50 la prima delle quattro avvincenti puntate della fiction ispirata alla biografia “Napoléon”, scritta da Max Gallo per l’edizione Mondadori. Un progetto ambizioso quanto costoso per esaltare il carattere di un uomo che ha segnato la storia e, con la sua indole geniale e collerica, ha diviso la critica suscitando simpatie o avversione. Pertanto non era possibile fare “economie” per raccontare in video le battaglie, gli amori e le sfumature caratteriali di un uomo piccolo di statura ma grande di temperamento. Ed ecco mobilitarsi migliaia di comparse e tremila cavalli per le scene di guerra, oltre alla straordinaria presenza di un cast che vede al fianco di Christian Clavier (Napoleone) attori del calibro di Gérard Depardieu (il capo della polizia Fouché) e John Malkovich (il ministro Talleyrand), una conturbante Isabella Rossellini nel ruolo della moglie Giuseppina, gli italiani Claudio Amendola nelle vesti del generale Murat ed Ennio Fantastichini nei panni di Giuseppe Bonaparte, fratello dell’imperatore.

Le quattro puntate – da un’ora e quaranta minuti l’una – sono state girate in ventiquattro settimane di riprese ambientate in luoghi in cui Napoleone ha vissuto, quindi avremo modo di ammirare lo splendore del castello di Malmaison, Versailles, ed altre antiche residenze. La fiction è basata su una serie di flashback dello stesso Napoleone che, in esilio a Sant’Elena, rievoca i momenti più significativi della sua vita: l’infanzia in Corsica, la precoce carriera militare che a soli 27 anni lo innalza al titolo di generale, la nomina ad imperatore nel 1804. Più che nomina, però, si tratta di un’autentica “autonomina”, considerando uno dei passi più suggestivi della storia – e più in linea con il suo carattere – che lo hanno visto incoronarsi da solo a Parigi, dinanzi al Papa, per dimostrare che il potere gli derivava da se stesso più che da Dio. Un gesto ormai entrato a far parte della leggenda. Un gesto amato o contestato, ma indubbiamente indicativo per sottolineare il temperamento istintivo e decisionale del Bonaparte.

Ma “Napoleone” di Yves Simoneau non racconta solo le battaglie in campo dell’imperatore, ma anche quelle del cuore, ripercorrendo alcuni passi della sua vita attraverso le numerose donne da lui conquistate. Quindi grandi battaglie ma anche grandi amori: l’amatissima moglie Giuseppina, ripudiata perché non riuscì a dargli un erede; la passione per la patriota polacca Maria Walewska; la relazione con Eleonora Denuelle da cui ebbe un figlio illegittimo e che fu poi costretta a sposare uno dei suoi soldati; il disastroso matrimonio politico con l’arciduchessa Maria Luisa d’Austria che gli diede l’unico erede riconosciuto.

Da un punto di vista interpretativo, la parte di Napoleone ha suscitato l’interesse di molti attori affascinati dalla fierezza caratteriale del personaggio, ma l’unico ostacolo consisteva nel fisico. Infatti Bonaparte, pur avendo un grande carisma, era notoriamente piccolo e tutt’altro che bello. La scelta del cinquantenne attore francese Christian Clavier (già apprezzato nell’esilarante ruolo di Asterix al fianco dell’amico Depardieu) si è rivelata una delle più appropriate non solo per la somiglianza fisica, ma anche per le notevoli capacità recitative dell’attore, perfettamente in grado di passare dai ruoli comici a quelli drammatici.

A proposito dell’imperatore, Clavier ha affermato in una recente intervista ad un noto settimanale nazionale: «Sono un tipo piccolo e inquieto, come lui. Ma, al contrario di lui, non mi interessa il potere». Ma, nel frattempo, ci darà una veritiera visione di ciò che rappresenta il potere nella filosofia bonapartiana. Quello di stasera, quindi, si preannuncia un appuntamento imperdibile per rivivere le emozioni di un’epoca storica attraverso le gesta e le emozioni di un piccolo, grande uomo.

(rositaspinozzi@tin.it)