Saro-Wiwa, grande intellettuale nigeriano e Premio Nobel per la Letteratura, si batté nelle sue opere contro lo strapotere della multinazionale del petrolio Shell che stava flagellando – in combutta col regime dittatoriale del suo paese – un ambiente e una civiltà (il popolo degli Ogoni) antichi di millenni. Una strenua lotta che lo scrittore pagò con l’impiccagione.
Interpretato dall’attore Roberto Biselli e dal musicista Gerard Antonio Coatti, lo spettacolo riunisce due momenti storici e due voci: negli anni ’60, in piena “negritudine”, Paul Niger canta il mitico desiderio di ritorno alla madre Africa, origine della sua matrice poetica e umana. Un’Africa finalmente degna di rispetto all’interno del consesso umano. Negli anni ’80, Saro-Wiwa urla invece la fine delle illusioni africane.
Intellettuale scomodo per il regime nigeriano, imprigionato, torturato, impiccato, Saro-Wiwa urla la vendita della madrepatria alle economie globali a cui la giunta militare si è asservita. Urla con ironia devastata, contro la confusione delle coscienze e la piaga del Nuovo Colonialismo: una delle macchie più evidenti, e meno rivelate, dell’Occidente.
Roberto Biselli, insieme al Teatro di Sacco (di cui è direttore artistico), ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di studio attoriale sulla relazione e l’interferenza fra musica e parola.
Gerard Antonio Coatti ha dato vita ad un suo personale percorso di ricerca che lo ha portato ad attraversare diversi campi musicali, come strumentista e compositore. Con il progetto “Shell Vibes” ha creato vari ensemble basati sull’uso della conchiglia come strumento musicale.
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