Ti preoccupa disegnare la tua vita all’inverso? Ricordi cartoni o emozioni passate? A volte ti capita di cambiare lo svolgere dei tuoi sogni? Ebbene, contro tutto questo usa Badgallo. Non si tratta né di uno slogan pubblicitario né di un rimedio a tutti i mali, bensì della brillante presentazione che hanno fatto di se stessi i Badgallo, promettente band di Porto Sant’Elpidio. Indubbiamente originali e promotori di un nuovo genere musicale molto coinvolgente, la line up principale del gruppo è composta da Alessio Catozzi (S. Elpidio 14/09/75 – voce, basso, cpu), Luca Miandro (Fermo 02/09/76 – batteria), Giammarco Polini (S. Elpidio 07/04/74 – chitarra elettrica), Bruno Chiricosta (Torino 05/05/70 – fiati). Accomunati dalla passione per il funky, fortemente presente nelle loro composizioni, i Badgallo nascono circa due anni fa ed incidono subito un mini demo grazie al quale partecipano ad alcuni concorsi come Cittadella Live, New Generation, Trofeo Tim Roxybar, mentre all’Outstanding Festival di Perugia ottengono un duplice traguardo: si classificano finalisti ed aprono il concerto dei Quintorigo. Meno positiva è stata l’esperienza milanese alla XIV edizione di Rock Targato Italia che non li ha visti rientrare nella compilation, ma nessun rammarico per un gruppo consapevole dei propri meriti che, con crescente entusiasmo e fiducioso nel potere dei sogni, si appresta a nuove esperienze musicali. Tra queste, venerdì 2 agosto, avremo l’opportunità di vederli salire sul palco dell’I-TIM Tour nella tappa di San Benedetto del Tronto. “Sogni sospesi a metà”, ripete spesso il ritornello di una loro bellissima canzone, ma noi siamo certi che i sogni dei Badgallo voleranno in alto.

Chi sono i Badgallo? (Risponde Alessio, portavoce del gruppo)
Luca, un operaio del settore commerciale dal carattere variabile e con l’hobby dei viaggi. Giammarco, un operaio del settore calzaturiero, impulsivo, appassionato di videogame e snowboard. Alessio, un operaio del settore elettronico, lunatico ed introverso, amante della cultura del mare. Bruno, un musicoterapista dal carattere solare, appassionato di fotografia e culture afro-orientali.

Qual è l’origine del nome Badgallo?
È nato per caso in un pomeriggio di molti anni fa da tre ragazzini non ancora maggiorenni che, dopo una “jam session” a dir poco scandalosa, hanno coniato questo nome (in parte aiutati dalla non perfetta padronanza della lingua inglese) per descrivere, sul fodero della cassetta contenente la registrazione di quel momento spensierato, ciò che avevano fatto. Eh già, si è trattato veramente di un momento carico di allegria e voglia di divertirsi! Alcuni anni dopo Luca ed io, ovvero i 2/3 di quella improvvisata adolescenziale, abbiamo deciso di formare un gruppo e chiamarlo Badgallo. Nessun significato particolare, quindi, tranne quello di ricordarci sempre da dove eravamo partiti e con quali sogni e valori.

Come vi siete conosciuti?
Luca ed io ci conosciamo praticamente da una vita, fin dai tempi dell’asilo. Giammarco, invece, mi è stato presentato da un amico, ed è grazie a lui che siamo riusciti a concretizzare le prime idee dei Badgallo. Bruno, il sassofonista, si è aggiunto da poco meno di un anno e lo abbiamo conosciuto tramite un annuncio all’Informagiovani del nostro paese.

Quale messaggio racchiude il vostro mondo?
Più che un messaggio è un vero e proprio urlo di reazione alle situazioni quotidiane che ci circondano. Un urlo garbato, indiscreto ma presente, composto non solo dalle tematiche dei testi, ma anche dai ritmi e dalle melodie delle canzoni.

Alcuni cantanti compongono brani che molto spesso hanno un risvolto politico ed umanitario, una sorta di messaggio universale da lanciare al pubblico. Condividete questa linea oppure preferite intendere la musica fine a se stessa, come un momento di abbandono al piacere delle note?
Trovo fondamentale esprimere quello che ho dentro attraverso la musica, ma cerco di farlo seguendo le emozioni che la melodia strumentale suscita in me. Quindi mi abbandono al piacere delle note e mi lascio trasportare. Mi piacerebbe che facessero altrettanto le persone che ci ascoltano, magari interpretando anche le mie parole in base alle situazioni in cui si trovano in quel momento.

Definire rock la vostra musica è alquanto generico, considerando le evidenti sfumature funky che, di tanto in tanto, lasciano spazio ad accenni soul. Si potrebbe dire che siete promotori di un nuovo genere musicale difficile da definire ma facile da identificare sotto il “marchio” Badgallo: una definizione ambiziosa, questa, o semplicemente realtà?
Beh, se dicessi che i Badgallo sono i promotori di un nuovo genere musicale, “starei cagando fuori dalla tazza” come “dicheno” a Roma. Ne parlavo con te l’altro giorno: la distinzione tra generi musicali è un problema che riguarda più i negozi di dischi – che devono dare un senso logico alla loro attività – piuttosto che noi. L’importarte è fare quello che ci piace: se poi è rock o funky o bossa nova, che differenza fa ?

Il vostro percorso musicale è costellato di buoni risultati, l’ultimo dei quali vi ha visto alle finali della XIV edizione di Rock Targato Italia, il più importante concorso per band emergenti. Quali altri obiettivi vi attendono?
Per il momento niente di niente, a parte qualche serata nei locali della zona. Stiamo dando gli ultimi ritocchi a “Studio 54” che poi cominceremo a spedire alle varie case discografiche. Ad essere sincero, puntavamo molto su Rock Targato Italia: non si sa mai, avrebbe potuto esserci qualcuno interessato alla nostra musica. Purtroppo le cose non sono andate affatto bene per una serie di motivi, ma noi l’abbiamo presa sportivamente, non recriminiamo nulla e la consideriamo lo stesso una bella esperienza.

Panorama musicale internazionale: in o out?
Stiamo ancora sondando la realtà nazionale, anche se abbiamo appreso su Vitaminic che le nostre canzoni sono apprezzate anche all’estero. Suonare al di là dei confini è certamente il sogno di tutti, e se ci capitasse l’opportunità di farlo non ci tireremo indietro!

Quali sono le vostre preferenze musicali?
Personalmente mi piace la musica a 360°, liscio e saltarelli compresi. Bruno e Giammarco sono orientati verso la musica jazz, mentre Luca è il più “rock and roll” di tutti.

Quali band emergenti apprezzate?
Apprezziamo coloro che, come noi, cercano di esprimere la propria creatività in musica o in un’altra forma d’arte, ed è per questo motivo che stimiamo tutte le band emergenti. Se proprio devo fare dei nomi allora citerei Bluvertigo, Quintorigo, Monksoda… ma credo che ormai sia un po’ troppo tardi per poterli chiamare emergenti!

Sanremo: una buona occasione per uscire dal circuito locale o il solito “minestrone”?
I Badgallo non hanno mai partecipato a nessuna sezione di Sanremo anche perchè abbiamo sentito dire, da persone addette ai lavori, che Sanremo Rock è soltanto una finzione nella quale si vince non per merito ma per altre “cosine” di facile immaginazione.

Quante possibilità offre Porto Sant’Elpidio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera musicale?
Nessuna, a meno che un ragazzo non voglia intraprendere la carriera musicale nella banda del paese. Tempo fa abbiamo scritto una lettera al Comune nella quale chiedevamo un colloquio con l’assessore alla Cultura per sollecitarlo a realizzare un locale di pubblico utilizzo adibito a sala prove. La risposta che ci è stata data… a proposito è passata dalle tue parti? Io non l’ho ancora vista!

Un parere su Sotterranea.
Ho partecipato al concorso diversi anni fa, quando ancora suonavo con gli Almas Gora, e ne conservo un ottimo ricordo. Ho apprezzato in particolar modo l’organizzazione e la serata nella zona del Paese Alto di San Benedetto.

La tematica dei sogni è un elemento ricorrente: «…Siamo persi nei sogni sospesi a metà» ripete spesso il testo di una canzone del Cd “Studio 54”, e consigliate di “usare” Badgallo a chi capita di cambiare lo svolgere dei propri sogni. Interessante. Ma come sono i sogni dei Badgallo?
Se vedi una stella cadente esprimi un desiderio (sogno) ma, attenzione, non dirlo altrimenti non si avvera.
(rositaspinozzi@tin.it)