SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si sgretola la coalizione di centrosinistra in vista delle prossime elezioni comunali. Sabato mattina, il Partito Democratico ha convocato in Municipio i rappresentanti di Sinistra Ecologia, Libertà e Socialisti e dell’ex Idv.

Sabrina Gregori ha proposto ai presenti (mancavano i Verdi) di firmare un accordo nel quale si confermano le attuali alleanze, vincolando così il futuro vincitore delle primarie a rispettarle. Solo in un secondo tempo avverrebbe il tentativo di allargamento verso il centro.

L’offerta è però caduta nel vuoto, con il plateale disappunto di Socialisti e Sel, già in rotta di collisione con la maggioranza per la vicenda dei Poru. “A novembre chiedemmo un incontro al Pd e la Gregori ha fatto passare tre mesi – denuncia Umberto Pasquali – si è voluto perdere tempo, con l’impossibilità di seguire un percorso chiaro: coalizione, programma elettorale, regole e alla fine i candidati. Il Pd ha fatto tutto da solo, adesso non può condizionarci”.

Sui piani di riqualificazione urbana la tensione rimane alta. Socialisti e vendoliani continuano a contestare i progetti di Area Mare ed Edilcomar. “Se i Poru arriveranno in Consiglio noi voteremo contro – prosegue Pasquali – l’urbanistica non è un tema etico, dove può valere un voto di coscienza. Ci auguriamo una decisione senza vinti e vincitori. Non vorrei che qualcuno abbia già pensato di sostituirci con l’Udc”.

In caso di rottura, il Psi presenterà un proprio candidato sindaco. E torna alla mente il precedente del 2001, quando la rottura con gli allora Ds convinse il partito a schierare Mauro Calvaresi in alternativa a Domenico Mozzoni. Il risultato fu ottimo (superiore al 10%) e portò ad un accordo con l’allora centrodestra, dopo una lunga trattativa finalizzata alla bocciatura dei Prusst. Che la storia si ripeta?