Ps. parlare del Ballarin oggi è difficile visto che è l’argomento del momento, ho preferito inventare un piccolo racconto per dire come la penso. Ho un rapporto viscerale e profondo con quel luogo dove sono morto e rinato miracolosamente (sono stato una delle vittime, fortunatamente non gravi, del 7 giugno del 1981, quando un incendio scoppiato in Curva Sud condusse alla morte di due ragazze, Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni) ma al di là di questo aspetto personale penso che il Ballarin vada sicuramente rimesso in piedi magari cambiandolo pure ma mai abbattuto. E’ la storia di una città che gli deve molto e ogni volta che ci passo il mio cuore batte. E lo trasmetto ai miei figli e vorrei che i figli dei miei figli un giorno andassero lì a vedere la storia. La forza e la grandezza di una città passa inesorabilmente attraverso la sua storia. Il futuro si costruisce anche da qui. 

Con profondo rispetto per tutti

Gianni Schiuma

Ascoltando Bob Marley

Erano stati tre giorni di pioggia e freddo intenso a San Beach, il cielo era grigio oramai da troppo tempo. Il livello metereopatico della popolazione stava per essere messo a dura prova. Dopo la quarta notte una mattina gli abitanti di San Beach si svegliarono come sempre ma questa volta si ritrovarono sconvolti da un evento di incalcolabile gravità: quasi come in un incantesimo della magia nera improvvisamente erano spariti e senza lasciare traccia il Torrione, la Palazzina Azzurra, tutte le barche del porto, la casa di Bice Piacentini, le sculture del molo, persino il mare che si era ritirato in una imbarazzante bassa marea per almeno un miglio.

Ma oltre a questo ogni abitante compresi quelli fuori città, in vacanza per studio o per lavoro lamentavano dei disturbi e delle mancanze. Così senza lasciare tracce, svaniti nel nulla i simboli più importanti di una cittadina sul mare, faro compreso, erano spariti. C’era solo un enorme falò al centro del campo Ballarin contornato dal suo stato avvilente ed inadeguato, il fuoco era enorme. Scalpore, incredulità: in un attimo tutto il mondo buttò gli occhi su questo evento di proporzioni e grandezza inedita.

Si paventò un attacco alieno ma nessuna traccia lo lasciava presagire, un attacco saraceno come nella notte dei tempi: nessuna risposta, solo un grande ed enorme mistero. La tv e le testate giornalistiche di tutto il mondo erano puntate su San Beach. Ma la cosa ancora più sorprendente era che ogni abitante aveva perso qualcosa di sé. Chi un dito, chi un occhio, un’unghia, l’udito di un orecchio, parte della memoria, i capelli, un lobo, un sopraciglio, la pelle di una mano.

Ognuno di loro aveva perso qualcosa. Il municipio fu letteralmente assaltato e anche i suoi componenti avevano perso qualcosa, il caos cercava inesorabilmente di prendere il sopravvento. Nessuna risposta arrivava: passavano i giorni, il malessere e la pressione aumentavano. Solo una cosa rimaneva lì: il fuoco del Ballarin che nonostante vari tentativi di spegnerlo riemergeva sempre in maniera inesorabile come un pozzo di petrolio dal giacimento infinito. La cosa così straordinaria aveva chiamato a consulto i più grandi scienziati e luminari del mondo ma tutti annaspavano nel buio più profondo. Dopo l’ennesimo consiglio comunale ed un mese passato nel vuoto assoluto si decise almeno di ripulire e ridare un assetto a l’unico emblema storico rimasto della città: il Ballarin.

Ristrutturazione e ripristino, così c’era scritto. Magicamente dopo qualche ora il fuoco che si ergeva immenso al centro del campo cominciò ad affievolirsi ed una pioggerellina costante iniziò a scendere dal cielo che era rimasto grigio per tutto il tempo. Quella sera per la prima volta tutti, e dico tutti, ebbero una sensazione di serenità. I disturbi psico-fisici si stavano attenuando: arrivò la notte. Il mattino successivo, con lo stesso effetto di grande sorpresa, sostituendo l’angoscia con la gioia, ogni cosa era tornata al suo posto.

Ogni monumento, casa, barche, mare, era lì come se non fossero mai andati via, e tutti i suoi abitanti tornarono ad avere le loro funzionalità naturali. L’incubo era finito. Si aprì una nuova era, tutto il mondo rimase stupito e nessuno riuscì mai a dare una spiegazione logica. Il cuore aveva vinto, il Ballarin tornò, seppur un po’ modificato, ad essere il Colosseo di Sun Beach, o Sambeach. I loro abitanti impararono la legge della condivisione e nuove menti fresche e vincenti presero in mano il suo fututro. Oggi a distanza di tanti anni i suoi monumenti sono ancora lì, scintillanti più che mai, ed il Ballarin è un museo della storia un campo di calcio per i giovani ed un bellissimo spazio all’aperto che ospita manifestazioni continue. l’incubo era finito.

Giù le mani dal nostro Colosseo.

 

Giovedì 28 gennaio parliamo di Ballarin e Riviera delle Palme nella trasmissione di Riviera Oggi. Possibilità di assistere e partecipare. CLICCA QUI PER TUTTI I DETTAGLI