SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il progetto, messo in atto dalle precedenti e dall’attuale classe politica regionale, di spolpare e smembrare l’ospedale di San Benedetto del Tronto, sembra ormai giunto alla sua fase finale. Si continua a depauperare il bene più importante di questa città, di servizi primari ed essenziali, sotto i colpi di un direttore di Area Vasta, la cui nomina, a nostro avviso, non è conforme alla legge e per la quale speriamo che la Procura si esprima al più presto.” Così interviene il consigliere regionale 5 Stelle, Peppino Giorgini, in merito alle azioni che il Governo Regionale sta portando avanti nei confronti del presidio ospedaliero sambenedettese.

“Scomparirà il reparto di otorinolaringoiatria, che per molti anni con il dottor Canciullo ha svolto un servizio ad alto livello. Sopravvivrà solo il reparto di Ascoli Piceno con un primario nominato da poco. Il laboratorio analisi e la diabetologia non hanno più un primario, quando c’è sempre stato. La cardiologia si avvia a perdere un servizio di eccellenza, quello del pacemaker, attivo dal 1980 e che per ben trentacinque anni è stato uno dei primi in Italia, nonostante abbia sempre svolto, egregiamente, il suo lavoro di presidio salvavita per quei pazienti che ora dovranno invece sperare di superare indenni i 27 chilometri che li separano da Ascoli per avere un intervento che per anni hanno ricevuto a San Benedetto” aggiunge il consigliere regionale pentastellato.

“Ormai la sanità Italiana – prosegue Giorgini nella nota –  come quella marchigiana è completamente in mano a nominati dalla politica, garanti di appalti e compiacenze secondo il volere dei regnanti. Accordi tra politici e nominati che nessuno ha interesse a denunciare. Insomma un circolo chiuso, omertoso, dove alla fine sono i cittadini ne pagano le conseguenze più gravi. Costretti a pagare per avere prestazioni private, per scongiurare la malattia e in alcuni casi la morte. Il Movimento 5 Stelle non accetta, e non accetterà, mai questo sistema e si batterà con ogni mezzo per impedire questa progressiva spoliazione di un bene così vitale per il comprensorio e per garantire ai cittadini sambenedettesi il mantenimento dei servizi sanitari essenziali”.