Tonino Capriotti è iscritto al Pd di San Benedetto del Tronto

 

Se lItalia torna a fare lItalia

È una frase che sentiamo spesso ripetere dal Presidente del Consiglio. Dicendo ciò, Renzi vuole ricordare che lItalia deve essere la terra delle opportunità, non dei rimpianti. Sin dallantichità, nellepoca dei romani, ma anche durante il Medio Evo ed il Rinascimento, i popoli che abitavano la penisola hanno sempre avuto un ruolo da protagonisti, si sono sempre distinti nellarte e nella scienza: basta guardare le nostre città e la ricchezza artistica e culturale che emerge in ognuna. Solo un grande popolo poteva realizzare opere come il Colosseo, la cupola del Brunelleschi, il Davide e la Pietà di Michelangelo; e poi il Duomo di Milano, i dipinti di Giotto e Caravaggio, e ancora Opere musicali come La Traviata oIl Barbiere di Siviglia. Oltre a ciò dobbiamo ricordare che occupiamo uno dei territori più belli del mondo. Perché oggi non emerge più tutto questo splendore ma si evidenziano tante negatività? Perché tanti giovani cercano opportunità altrove e siamo diventati la terra dei rimpianti? Cosa è successo?

Partiamo dallEuropa: non c’è stata la sufficiente attenzione, da parte della politica, nel considerare il Mediterraneo come il cuore del dibattito europeo. LEuropa si è allargata come numero di Paesi, come poteri e responsabilità, ma guardando ad una direzione sbagliata, e non a quello che doveva essere il centro motore della propria azione: la storia ci ricorda che il Mediterraneo era la culla della civiltà e non la periferia. In questi anni si è fatto del Sud un racconto totalmente incentrato sul negativo, immaginandolo soltanto come un luogo di disperazione.

Nel silenzio di tutta la politica, lEuropa ha adottato una politica sbagliata, allargandosi a 28 paesi e spostando il suo baricentro ad Est, con il Mediterraneo relegato a periferia. Questo è il primo punto: l’Italia ed il Mediterraneo devono recuperare la loro centralità nella politica Europea.

Secondo punto: l’Italia sta ferma da 20 anni. In un mondo che cambia ad una velocità impressionante, l’Italia si è impantanata. Il pacchetto di riforme che il Governo sta portando avanti non è altro che il tentativo di recuperare velocemente il tempo perso. Da questo punto di vista,  l’Italia può giocare un ruolo nell’Europa che cambia, a condizione che sia in grado essa stessa di cambiare. È chiaro che le riforme da sole non bastano: esse sono gli strumenti, sono la premessa per far ripartire l’Italia.

Fino agli anni Novanta chi aveva voglia di provare a fare qualcosa, bene o male ci riusciva. Poi però si è creato un meccanismo infernale che ha bloccato tutto: regole inutili che hanno bloccato chi voleva fare, favorendo solo chi voleva continuare a rubare. Quando a Michelangelo chiesero a proposito del Davide: – Come sei riuscito a fare questo capolavoro? Lui rispose dicendo: – Ho tolto tutto ciò che c’era in più. Anche noi oggi dobbiamo togliere ciò che non serve, e sono tante le cose da eliminare, partendo dal Cnel, ai 300 senatori, ai 4000 politici delle province ecc.

Terzo punto: l’Italia nel mondo ha un ruolo centrale nella cultura e nell’educazione. Non valorizzando questi due aspetti è venuto meno il ruolo del nostro paese. Il mondo ha bisogno di una forte risposta culturale ed educativa. Se guardiamo agli attentati di quest’ultimo periodo si nota che i terroristi non hanno attaccato simboli dell’economia, ma della cultura: scuole (Peshawar), musei (Bardo), un giornale a Parigi, sinagoghe e chiese. L’Italia è la risposta a questo attacco alla cultura: in questo contesto c’è bisogno di noi, delle nostre opere d’arte, e anche della nostra qualità della vita, non soltanto come fatto economico ma come qualità dei rapporti e qualità delle relazioni. Questo l’antidoto alla violenza terroristica. Ecco perché è importante per noi ricordarsi chi siamo.

Quarto ed ultimo punto: la globalizzazione, che oggi è vista come un problema, come la causa di tanti mali dell’economia e del nostro paese. Io penso invece che sia il più grande assist per l’Italia, perché il mondo, che sta cambiando ad una velocità impressionante, chiede bellezza. Esiste un bisogno di bellezza. L’Italia è questo, un luogo che dà delle risposte straordinarie, perché è un luogo nel quale nel corso dei secoli si è prodotta qualità e bellezza, e si continua a farlo ancora oggi. Quello che ci salverà è prendere consapevolezza della grande forza che abbiamo.

Stiamo vivendo un tempo senza precedenti, dove avvengono cose ad una velocità impressionante: pensiamo allimmigrazione, alla globalizzazione, allelezione di un Presidente di colore alla Casa Bianca laddove 50 anni fa i neri non votavano. Anche il nostro Paese, dopo 30 anni di stallo, improvvisamente inizia e sta realizzando una serie di riforme sempre tentate e mai attuate, come quella elettorale, istituzionale, la scuola, la pubblica amministrazione, ecc. Lo stesso Governo Renzi è frutto di questa accelerazione della Storia. Il cambiamento di ogni punto sopra individuato, con la celerità a cui stiamo assistendo, mi fa sperare che presto lItalia tornerà a fare lItalia.